Elio Germano si conferma il miglior attore della sua generazione: dopo Leopardi, stavolta è Antonio Ligabue, con metamorfosi impressionante.
Ma attenzione: mica per la mimesi, per quello basta Favino (per carità, bravo, ma un buon cestino di spanne sotto Germano) e una buona dose di trucco, è per l’intensità, la sostanza e la capacità.
Il regista è Giorgio Diritti che vorrei ricordare per un film eccellente di qualche anno fa: «L’uomo che verrà».