«Il sonno della Regione» titola il Manifesto, riferendosi al fatto che l’assessore regionale alla salute Gallera, dopo una settimana di rimpalli con il governo, ha ammesso che sì, ecco, toccava a loro chiudere la val Seriana e farne una zona rossa, cosa poi non fatta, con i risultati che abbiamo visto in provincia di Bergamo. Gallera è poi lo stesso che dieci giorni fa, nel ben mezzo del pandemonio, con tempismo perfetto ha annunciato che era ben disponibile a candidarsi a sindaco di Milano.
I dati dicono che c’è una timida diminuzione del contagio ma sono cifre che andrebbero verificate. Infatti, il dato utile – nell’impossibilità di conoscere i dati reali del contagio – è quello dei decessi: se la curva dei decessi attuale andasse, di fatto, a ricalcare la curva dell’anno scorso (o la media dei cinque anni precedenti), sapremmo che la situazione è tornata alla normalità. Ma ciò è difficile da quantificare, poiché non conosciamo con precisione i dati di ciò che avviene a casa o, per dire, nelle residenze per anziani. Allora, grossolanamente potrebbe essere un’idea monitorare la curva della percentuale di positivi sui tamponi fatti ma si tratta, come si capisce, di un sistema del tutto approssimativo, quasi una suggestione. Dico tutto questo perché per poter pensare a una riapertura, seppur timida (la chiamano «fase 2»), bisognerebbe avere dei dati certi a disposizione, per evitare la situazione di Hong Kong, apertura e immediata chiusura, di nuovo. Ovviamente, non avrebbe senso cercare di fare un fine settimana all’aperto ora per poi dover passare l’estate in quarantena.
Logo comune
Cose belle o particolari del periodo: i miei vicini che mi hanno regalato una forma di pane fatto da loro; una riunione con i miei zii, oggi, per decidere alcune cose su un affitto, fatta in cortile, ognuno in un cantone a debita distanza, essendo appunto in quattro; la mia vicina e amica T. che ogni mercoledì sera fa la pasta per due e me ne lascia una pentolata davanti alla porta; E. e F., due amici, con i quali facciamo lo scambio frutta/vino, io porto la frutta e, per fortuna, ricevo vino (molto più buono di quello che avrei preso io); persone per cui faccio la spesa, in modo che non escano di casa, che mi guardano dagli spioncini e parlano con gratitudine vera al di là della porta; gli stessi che poi mi regalano mascherine; una colomba superbuona ricevuta in regalo che sarà suddivisa in nove parti uguali, una per ogni persona presente in cortile, così festeggeremo in qualche maniera; i disegni ricevuti dalle bambine mie vicine ogni volta che porto loro delle fragole o delle cose buone; l’espressione degli occhi della guardia giurata che sta fuori dal supermercato ogni volta che la saluto cordialmente. Ce ne sono altre, il punto è che sono tutte cose che coinvolgono persone, bene o male. Un altro motivo per cui è difficile: mancano le persone.
I giorni precedenti:
giorno 30 | giorno 29 | giorno 28 | giorno 27 | giorno 26 | giorno 25 | giorno 24 | giorno 23 | giorno 21 | giorno 20 | giorno 19 | giorno 18 | giorno 17 | giorno 16 | giorno 15 | giorno 14 | giorno 13 | giorno 12 | giorno 11 | giorno 10 | giorno 9 | giorno 8 | giorno 7 | giorno 6
Un altro mese
È passato un mese dalla chiusura dell’Italia. Ne servirà almeno un altro, stando ai dati e alle previsioni attuali, sempre che tutto nel frattempo vada bene, per poter riprendere a uscire da casa. Il tutto, ovviamente, con una serie di precauzioni che andranno da quelle più ovvie (uso di mascherine, distanza di sicurezza, divieto di assembramenti) a quelle meno ovvie ma possibili (tracciamento satellitare dei movimenti tramite app sul cellulare, razionamento degli spostamenti, differenziazioni a seconda dell’età etc.).
Per me oggi non è tanto importante capire esattamente “come sarà dopo”, con “dopo” qui intendendosi semplicemente quanto accennavo della fantomatica “fase 2”, ma iniziare a collocarla in un tempo meno incerto, se non altro nella forma del “non prima di”. E, in questo senso, direi che è ragionevole pensare che prima del 4 maggio non se ne parli proprio: troppi ponti, troppo alto il rischio che, dopo tanti giorni di reclusione, la gente alla prima occasione non resista e si riversi nelle seconde case, in montagna, in spiaggia, a grigliare nei parchi e via dicendo. E quindi, ancora (sottolineo: almeno) un altro mese su per giù come quello già passato.
Mi domando anzitutto se, soggettivamente, sarà un mese più rapido o più lento del precedente. Il logorio accumulato (chiamarlo “stanchezza” sarebbe probabilmente troppo) farebbe propendere per il più lento, ma avere una credibile data di scadenza potrebbe renderlo più rapido. Psicologicamente, è importante anche solo intravedere una qualche forma di luce alla fine del tunnel, quindi va bene così: forse questo aiuterà anche a recuperare un po’ di progettualità.
Mi chiedo anche se in questo mese si riusciranno a completare almeno alcune delle tante caselle finora oscure del periodo covid: la reale diffusione del contagio, l’effettivo tasso di letalità, la possibile immunizzazione derivante da contagio una volta guariti, la connessione inversa tra aumento della temperatura e capacità di diffusione del virus, il lancio su larga scala di un test per verificare la positività, un protocollo individuale e collettivo di sicurezza sufficientemente sicuro e non soltanto basato su ipotesi, solo per citare le prime (di caselle oscure) che mi vengono in mente. Mi pongo questa domanda perché, in assenza di questi sviluppi, temo davvero che la discussione pubblica scivoli per l’ennesima volta nel gossip, e con essa anche la possibilità di ragionare sui problemi con un minimo di raziocinio.
Mi interrogo infine su quale sarà la reazione della politica, nazionale ed internazionale, dopo le prime misure emergenziali di contenimento, sanitario ed economico. Ci sarà un orizzonte definito per lo meno a medio termine oppure continueremo a procedere a tentoni sperando che le cose semplicemente si ripristino col tempo? Gli effetti del covid qui potrebbero richiedere più di due settimane di incubazione per palesarsi, ma essere costretti a rincorrere allora le indecisioni di oggi sarebbe davvero una pessima mossa. Urge una visione che non sia minestra riscaldata. Europa, se ci sei batti un colpo.
La copertina con Conte che dirige la quinta sinfonia di Mahler (che inizia con una marcia funebre e termina con ondò “allegro e giocoso”) la prendo come buon auspicio.
Andrà tutto bene (?)
Trivigante, Mahler e Conte dicono di sì 😉
Direi che di fronte a un tale coacervo di forze c’è da star tranquilli, no?
(Sempre splendido, GM, spero tu e i tuoi stiate bene).