I dischi escono, per fortuna, e ancor più per fortuna hanno anche una copertina. Perché tanto può essere bella e, quindi, aggiungere ancor di più al disco, e tanto può essere brutta. Ecco, a me piacciono parecchio anche quelle brutte. Siccome, poi, mi fido della copertina (qualcuno direbbe: giudico il disco dalla copertina) di solito il disco non lo compro. Ma mi piace guardarle e, come in questo caso, condividerle ogni tanto. Dischi di marzo e aprile 2020, freschi freschi e dichiaro fin da ora che non ne conosco nemmeno uno, scelti solo perché belli. Via.
Vince il duo Die Antwoord con HOUSE OF ZEF, così ci togliamo la suspàns e via. Eccoli. Bellissima idea, devo dire. Anche se fossero gemelli siamesi.
Poi, a venire, ecco gli altri, a due a due. Tal Jeshi che per forza sente un BAD TASTE perché, come si vede, ha le afte. Poi, un tale Lil French Fries (ottimo nome, pure) che per il suo The Blaack Parads propone una specie di Hitler mosso in delirio.
Virgen Maria, oddio, fa una qualche specie di considerazione sui selfie sulla copertina del suo Devil ma, giuro, non riesco a intuire minimamente quale possa essere il significato. La signora S.hel, invece, è diventata una lampada e nessuno in casa la nota. Pregasi Disconnect.
A Locate S,1 dev’essere caduta la fettina di torta, altrimenti un’espressione così non si spiega. Il disco è Personalia. Kari Faux ha invece una posa per cui non si capisce se stia per inghiottire o se, invece, la farfalla stia uscendo. Lei è forse il fiorellone? Può essere: LOWKEY SUPERSTAR. Disco volgarone.
Non lo posso giurare ma penso che nella realizzazione di Thank You Satan di Benni Hemm Hemm non sia stato ferito nessun albero. Anche se c’entra Satana. ADULT. invece propone per il suo Perception is/as/of Deception una sofisticata fotografia di una poltrona con una gamba di donna tagliata a metà coscia con arte fotografica.
E, infine, due ottime copertine. La prima è l’eccezionale Elvis Depressedly che canta, immagino, la depressione in Depressedelica. O la fa venire, non saprei, l’aureola è bellissima. Poi l’accattivante Sweet Tea di Seth Gilliam fa proprio venire voglia: salute!
In parte sono sicuro ciò accada perché non hanno un produttore e i dischi se li fanno da soli a casa. Meglio. Per me.