Dopo DaBaby, che è un tizio che ha messo per primo, per quanto mi è dato sapere, una mascherina in copertina del suo disco (due settimane fa, vedi qui), ora – com’era ovvio – la pandemia è diventata argomento anche di dischi, come già dei libri e di ogni altra attività umana del periodo, compresa questa mia. Il primo che vedo è il disco di Andrew Taylor, che inaugura il genere con la «The lockdown session». Era solo questione di tempo.
Taylor descrive il processo creativo che ha portato al disco: «Writing took place on 11th April in a quick, creative burst with recording at home in my garage, East Lothian, Scotland on 12th and 13th April. The home recordings were mixed on 14th April». Ecco perché «sessione al singolare». Non so se, poi, la pandemia sia presente anche nei testi o sia stata l’occasione per la scrittura e la registrazione, come il titolo sembra suggerire. La seconda che ho detto, mi sa. Bisogna quindi aspettare ancora per un disco il cui argomento sia proprio la pandemia, una riflessione sul tema in forma musicale.