E da marzo siamo arrivati a giugno. Alla faccia, se ’sto virus e ’sta pandemia sono un’invenzione, una congiura, come alcuni sostengono (e non sono solo Napoleoni che vagano nei corridori di edifici abbandonati) allora sciapò, davvero ben riuscita. I dati comunicati oggi, che possiamo considerare immaginari se vale la considerazione precedente – e anche secondo molti altri ragionamenti – dicono che i casi in Lombardia di nuovi contagiati sono cinquanta, cifra bassissima che permette alla Liguria, per un giorno, di essere in testa alla speciale classifica. È pur vero, spiegano i tecnici dei test virologici e della gestione della pandemia, non tutti laureati e non tutti specialisti, che è stato fatto un numero molto esiguo di tamponi. Amen, qui l’unico dato oggettivo è l’ingombro negli ospedali e, per il momento, tutto pare andare bene. Segnalo la progressiva comparsa dell’utilizzo del verbo «tamponare» nel senso di effettuare tamponi, qualora ci si riferisca a sé allora accade di «essere o venire tamponati». Senz’altro. Amici medici e infermieri cominciano a essere ricollocati nei reparti di provenienza, con loro giustificato sollievo, ma non per questo avranno un contratto, turni e un comparto-sanità migliore. Almeno questa è l’impressione attuale. In attesa del 3 giugno, ovvero di capire cosa sarà permesso fare e cosa no, hanno riaperto le palestre e le piscine, con difficoltà immaginabili a partire dagli spogliatoi e dalla sanificazione degli attrezzi, in Liguria hanno autorizzato persone non conviventi a dormire nella stessa stanza d’albergo (oddio, dormire, così a naso pare una concessione per altri settori di attività), le Regioni fanno un po’ come gli pare, ognuna per sé o quasi, come per esempio la Lombardia per la quale i test virologici sono per via privata e a pagamento ma si ha il vantaggio di avere i risultati tutti per sé, senza segnalazione automatica al servizio sanitario. Così si decide in autonomia se considerarsi contagioso oppure no. Pago, pretendo. La Lombardia è l’Eldorado dell’autodeterminazione ma senza responsabilità, dato che viene incoraggiata con vigore dall’autorità del momento, sia sindaco o governatore o ras del quartierino.
Ripartono anche alcuni campionati, il calcio su tutti come sempre, e in Ungheria hanno fatto bella mostra di sé i tifosi distanziati sugli spalti ma ancora più bella mostra di sé ha fatto il Liverpool, i cui giocatori si sono inginocchiati nel gesto di sostegno alla causa di George Floyd, ucciso dalla polizia americana. Non a caso, l’inno della squadra è «You’ll never walk alone». Il fatto che il calcio sia indifferente da noi non vuol dire che lo sia dappertutto. Mi ha fatto molto ridere, riso amaro, sapere da Aranzulla – il più grande divulgatore informatico italiano, se non sapete come collegare un pc alla corrente lui ha fatto una guida apposita, meritoria – che le pagine del suo sito più consultate dagli italiani in quarantena sono state quelle relative a come inviare una mail. Benissimo, a posto. Ma come sarà l’eleganza-uomo del dopo lockdown? Perché la domanda si fa sempre più pressante. «Non ama gli sprechi» spiega il direttore creativo di un marchio di moda che non ho mai sentito, «Bastano tre capi per vestirsi bene». Ma pensa, chi l’avrebbe detto, prima? Io finora ce l’ho fatta con sei, ma con un buon allenamento arriverò anch’io a tre. Ma attenzione, avverte: «Dopo la quarantena senza il digital non si va da nessuna parte». Ocio.
I giorni precedenti:
giorno 85 | giorno 84 | giorno 83 | giorno 82 | giorno 81 | giorno 80 | giorno 79 | giorno 78 | giorno 77 | giorno 76 | giorno 75 | giorno 74 | giorno 73 | giorno 72 | giorno 71 | giorno 70 | giorno 69 | giorno 68 | giorno 67 | giorno 66 | giorno 65 | giorno 64 | giorno 63 | giorno 62 | giorno 61 | giorno 60 | giorno 59 | giorno 58 | giorno 57 | giorno 56 | giorno 55 | giorno 54 | giorno 53 | giorno 52 | giorno 51 | giorno 50 | giorno 49 | giorno 48 | giorno 47 | giorno 46 | giorno 45 | giorno 44 | giorno 43 | giorno 42 | giorno 41 | giorno 40 | giorno 39 | giorno 38 | giorno 37 | giorno 36 | giorno 35 | giorno 34 | giorno 33 | giorno 32 | giorno 31 | giorno 30 | giorno 29 | giorno 28 | giorno 27 | giorno 26 | giorno 25 | giorno 24 | giorno 23 | giorno 21 | giorno 20 | giorno 19 | giorno 18 | giorno 17 | giorno 16 | giorno 15 | giorno 14 | giorno 13 | giorno 12 | giorno 11 | giorno 10 | giorno 9 | giorno 8 | giorno 7 | giorno 6
Eldorado lombardo
Oggi, primo giugno 2020, i nuovi casi di positivi al covid sono 178, l’incremento più basso da mesi. Ovviamente, anche i casi in Lombardia sono pochissimi: un’autentica meraviglia, di cui Brescia, coi suoi soli 6 casi, è praticamente un novello Eldorado. Ci voleva proprio questa bella notizia, che conferma l’ottimo trend dei giorni precedenti e che casualmente capita proprio il giorno prima di quando si dovranno prendere le decisioni ultime in merito alle riaperture dei confini regionali. Certo, i casi ancora da verificare in Lombardia sono giusto un po’ “tantini”: 1939 (dicasi: millenovecentotrentanove). E certo, se uno va a guardare proprio il pelo nell’uovo, nelle ultime ventiquattro ore i tamponi effettuati su suolo lombardo sono passati da 12.500 a 3.500, vale a dire il numero più basso in assoluto dal 24 marzo. Ma si tratta, com’è ovvio, di mere causalità, le cui eventuali distorsioni statistiche verranno poi riassorbite con calma nei prossimi giorni: cielo, non domani che è festa, ma da mercoledì sicuramente, quando peraltro saremo tutti con la mente alle vacanze (non in Grecia però, eh eh eh…) e felici di poter viaggiare liberamente almeno per tutta la nostra bellissima Italia.
Oggi, dopo molte esitazioni, mi sono concesso un aperitivo al bar insieme a mia madre. L’idea era di stare in un posto all’aperto, ma non c’era posto (hanno ridotto i tavoli per consentire il distanziamento: bravi) e quindi siamo rimasti all’interno; finestra molto grande aperta e pochissimi avventori, tutti abbastanza bravi (di persone proprio senza mascherina non ne ho viste), ma ovviamente in occasioni conviviali stare davvero attenti e rispettare con scrupolo le norme di sicurezza è praticamente impossibile. Troppe le occasioni in cui qualcuno ti passa vicino per andare al bagno o per raggiungere il bancone, troppe le volte in cui bisognerebbe fare un balletto con la mascherina su e giù ogni volta che si deglutisce un sorso o si inghiotte un boccone. Arrivederci e grazie, sicché tutto si risolve nel non toccarsi, nel non parlarsi addosso e nell’evitare assembramenti al bancone. Amen.
Ci è voluto un bel po’ di tempo per abituarsi ai nuovi comportamenti di sicurezza, ci vuole un minuto per dimenticarsene. Del resto, è comprensibilissimo: l’addestramento alla prudenza dettata dal covid è stato di un paio di mesi, quello a comportarsi come prima dura da tutta vita. Ed è peraltro molto più gradevole, perdio. Non dico di rimpiangere gli abbracci e il contatto fisico in stile Regno delle due Sicilie, però essere un minimo più sciolti e meno vigili e reattivi quando qualcuno mi passa vicino sarebbe sicuramente una condizione meno dispendiosa a livello mentale. Mi riprometto di procedere per gradi e di non farmi semplicemente trasportare dal gregge, ma so che alla fine sono sostanzialmente promesse da marinaio. Quando la diga crolla, poi è inutile cercare di evitare gli schizzi, e qui la diga – fuor di metafora – è il recupero della socialità.
E siccome fare i giapponesi sull’isola deserta a questo punto diventa davvero un po’ troppo faticoso, allora socialità sia. Venerdì si prospetta un altro tassello importante, con una cena in una terrazza collinare dove spero di gustare una buona bistecca accompagnata da un sauvignon Winkl e da eccellente compagnia. Se anche questa fila liscia magari la prossima tappa sarà una gita in battello sul Garda o una trasferta a Gardaland. Ovviamente con prudenza…
Vedi il casino dei dati? Nemmeno la stessa cifra, riportiamo…