Finalmente, primo concerto post lockdown: i Calibro 35 a Milano.
Tutti seduti, distanziamento obbligato perché ciascun non congiunto occupa di fatto cinque posti, uno fisicamente e quattro con amici invisibili, venti per cento quindi come i palazzetti – al chiuso, però – mascherina se ci si alza. I milanesi poi si baciano quando si incontrano ma tant’è, bisogna forse intervenire? Mostrare disappunto?
Bel concerto, come sempre, i Calibro 35 non offrono quasi mai prestazioni al di sotto della media perché hanno tanto tanto mestiere e ancor più tecnica, ricordano loro – e molti c’erano – come il loro ultimo concerto sia stato il 19 febbraio a Milano. Qualcuno dice ad alta voce: «Speriamo stavolta vada meglio». Speròmm.
E poi c’è il castello sforzesco illuminato, la fine estate, la brezzolina, la moltitudine, seppur diquintata, la musica, ah la musica.
Mancava, mancava tutto. Anche se, me la dico tutta, meno trepidazione di quanto mi sarei aspettato: alla fine, ci si abitua rapidamente tanto al lockdown quanto alla libertà. Il che è complessivamente, comunque, un bene.
Una bella panoramicona verso la quarta parete, con noi compresi:
Grazie signor L.