Dopo la guidina di ieri, a corredo, i cinquantanove secondi del trenino (ah, i diminutivi) presi dal centro dei vagoni scoperti, felicitandomi ora che li vedo (i secondi, non i vagoni) dello stabilizzatore della macchina fotografica, davvero notevole al punto che sembra avvitata. Io invece ballavo, eccome. Il treno, come si vede, è lanciato a bomba contro l’ingiustizia. Ma finisce bene.
Per l’ennesima puntata di “59 secondi di…”, la rubrica più compassionevole del circondario, un altro episodio fatto di soli cinquantanove secondi di qualsiasi cosa venga in mente, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbia un qualche tipo di senso immortalare. Preferibilmente con i mezzi più ridotti possibile.
ahahahahahahahah!!!!!
Ciao cara Dipock,
se 59 secondi ti ha divertito, allora siamo davvero amici per sempre.
59 secondi è una cosa che faccio da un sacco di anni, noto ora che è il decennale. Tra le più riuscite, considero 59 secondi di… festa dentro una panda (qui), 59 secondi di… tabellone dresdense (qui) e 59 secondi di… segnaletica stradale e umarèll (qui). Ma ce ne sono parecchi altri (qui e qui). Tra l’altro, chi volesse farli sono benaccetti, eccome. Ma devono essere fatti di niente, una ribellione alla moderna saturazione di contenuti inutili.