Avete un baretto sotto casa che vi rompe le palle perché fanno casino e si assembrano senza mascherine? Volete organizzare una splendida festa-covid e siete preoccupati della perfetta riuscita? Siete incazzati con i negazionisti che manifestano in piazza sostenendo che è tutta una montatura? Volete fare un bello scherzo a un amico o un’amica? Oppure, avete un nemico/a giurato che volete togliere di mezzo per un po’? Un collega di lavoro che volete sopravanzare approfittando della sua assenza? Siete studenti e volete far chiudere la vostra scuola?
Ebbene, per tutto questo ci sono io! Se sarò positivo, sarò disponibile per queste e altre iniziative, a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo. La tariffa sarà proporzionale alla carica virale e perdio! se devo essere positivo allora desidero esserlo in modo superinfettivo, una bomba virale. Io costo ma risultato assicurato.
E intanto Immuni tace.
Perché nel frattempo l’untore, il contagiatore, il vile infetto, non è riuscito nemmeno a contattare il proprio medico, il quale tace e non risponde a chiamate e messaggi. Il che mette ancor più in crisi l’idea di un sistema collaudato e funzionante, quindi niente codice per Immuni, niente certificato di inizio isolamento, niente verifica dell’ATS, niente di niente, o quasi. Uno poi si chiede come funzioni per i dipendenti di grandi aziende o per chi ha cattivi rapporti col principale.
Che poi, uno che vive in Italia tende a schivare il più possibile i contatti con la Pubblica Amministrazione, perché sa quanto possa essere frustrante e vorticoso il processo di assimilazione in un protocollo pubblico. Ed è così, senza volerli però difendere, che gran parte dei possibili contagiati dal mio amico chiede di non essere nominata in caso l’ATS voglia ricostruire i rapporti dei giorni precedenti. Ergo, sono andato in università a fare esami ma ero solo, al ristorante mi sono servito io dalla cucina perché era deserto, sono andato a cena da amici ma gli amici non c’erano e io mi sono servito di casa loro. Una cosa del genere.
Persino Booking mi prende per il culo, oggi:
Loro intendono la zona in cui vivo, io la intendo oggi come casa mia, che non esplorerò a fondo.
E poi, con ventiquattro ore di anticipo, il referto: pum! Daidaidai, ed è così: negativo. Urrah. Signore e Signori, amici tutti, cari vicini e lontani, io sgommo, stasera ho un rave party in un capannone all’insegna dell’assembramento, naturalmente dopo aver frequentato numerosi posti della movida locale, dopo essere andato a una festa in un appartamento strapieno e dopo aver giocato a bottiglia con i miei vicini. Perché sono libero, libero, l-ib-b-b-er-oo-o.
Nemmeno è riuscito a contagiarci, il pinolo. Una carica virale così debole da non scalfire nemmeno le nostre difese. Pure scadente l’ha preso, il covid. Eddai, amico, potevi fare meglio. Più seriamente. È stato un avviso, io lo considero tale. Dopo l’attenzione della primavera e dell’inizio estate, io per primo come tutti ho lasciato andare le cautele, piano piano, facendo attenzione solo alle situazioni più evidenti. Poi, man mano che la situazione andava peggiorando, in questi giorni, mi sono attenuto alle regole ma ho considerato abbastanza sicure le situazioni amicali, famigliari e lavorative, ancora. E invece no, era ed è sempre più in queste settimane, ancora, un errore. Lo potevo intuire, me lo sono anche chiesto in qualche maniera non troppo convinta, ma come Britney Spears devo sbattere il muso contro le cose per capirle. La situazione va peggiorando e dobbiamo, quasi tutti, rimetterci in carreggiata e attuare comportamenti cauti e ponderati nei prossimi mesi. Sarà così, fattene (io) una ragione. Posso anche immaginare che saranno parecchie le situazioni come quella da cui esco ora che si presenteranno nei prossimi mesi e, posso prevedere, saranno anche parecchi i tamponi da fare.
Quindi, dopo una miniquarantena e un ancor più mini- minidiario, io riguadagno la mia libertà e vado al rave. C’è un sole magnifico, fuori, non vedo l’ora di buttarmi in tangenziale lanciato verso qualche centro commerciale, finalmente. Grazie a tutti coloro che si sono preoccupati per me e che mi hanno offerto il loro aiuto, reale e concreto: grazie, l’ho molto apprezzato. Ne avrete dimostrazione (non è una minaccia, anche se lo sembra).
Toh, guarda, sono passati tutti i sintomi…