Negli anni Venti e Trenta se c’era un posto in cui essere a Berlino era senza dubbio Potsdamer Platz: vivacissima, sofisticata, elegante, illuminata e ben frequentata.
Un grazioso alberghetto in cui svernare qualche giorno era di certo l’Esplanade, ovvero ventitre milioni di marchi per un equilibrato misto di belle époque, neobarocco e neorococò. Io mi ci sono sempre trovato bene, e come me anche Greta Garbo.
Poi, come è noto ai più, venne la guerra che si portò via, tra l’altro, anche l’Esplanade. Gli smozzichi rimasti, parti della facciata e parti della hall imperiale, la Kaisersaal, fecero mostra di sé per alcuni decenni, fino alla costruzione del Sony Center che oggi occupa buona parte della piazza: 26.000 m² a forma di forum.
I resti dell’Esplanade furono spostati di poco e integrati nella struttura; se non ci si fa caso pare una bizzarria di un architetto in vena di passatismo eclettico.
E invece no, è la storia, magari non con la ‘s’ maiuscola ma pur sempre storia. Qualche mia foto (2007 e 2016).