Vaccinazioni. Sono cominciate quelle contro il covid in Inghilterra, prima assoluta una signora novantenne, poi un giovane uomo ottantenne. Meglio essere galanti anche in questi casi e poi, comunque, l’età l’imponeva la precedenza. Tutti e due stanno bene e nessun ultraottantenne è stato maltrattato durante i vaccini. Il punto interessante, oltre alla vaccinazione in sé, è che il signore vaccinato risponde al nome di William Shakespeare. Già. Detto ‘Bill’. Ora: o in Gran Bretagna è pieno di William Shakespeare – il che potrebbe anche essere – oppure è un bel tiro del caso, che anche stavolta si diverte e io con lui. Qualcuno correttamente butta lì: si chiama William Shakespeare o, almeno, sostiene quello sia il suo nome dopo aver ricevuto il vaccino.
Leggo poche ore dopo alcuni post di negazionisti in rete, i quali ovviamente sostengono che la vaccinazione sia una recita ad arte e che la signora sia un’attrice, ancora, che impersona anagraficamente una novantenne ormai deceduta anni fa. Cari negazionelli svergognati, potrà anche essere, ma vogliamo allora parlare di quell’altro, che è deceduto addirittura nel 1616?
Dopo i primi vaccinati al mondo, alcune amenità, tutte schifosette o quasi. Da oggi in Lombardia una delibera del presidente della Regione, sempre lui una-più-di-Bertoldo, assicura ai pescatori sportivi la libera circolazione per la provincia e ai cacciatori per la regione. Bene, cioè no, ma quanti saranno ’sti accidenti di voti dei cacciatori? Io nel dubbio giro con un fucile a tracolla. Le persone civili e militari ma non pescatori nel frattempo non possono circolare al di fuori del comune di residenza. Da domenica, pare, anche la Lombardia diverrà regione gialla, così da uniformare quasi tutto il territorio italiano per lo stop delle feste, il 20. Ma se così fosse c’è un buco di una settimana, dal 13 al 20 ed essendo libera la circolazione tra regioni gialle io diverrò una pallina da flipper impazzita, lo dico fin d’ora. Arrestatemi prima. Poi succede che alcuni cattolici di poco spirito aprano il Libro delle Lamentazioni anche solo all’ipotesi di anticipare la messa di natale, perché di sicuro Gesù si adirerebbe all’evenienza, ed ecco prontamente che il papa, bel bastian contrario anche lui, annuncia che dirà la messa della vigilia alle 19:30. Tàac, prontamente smentiti anche loro. Non si hanno notizie di ire da parte di Gesù, al momento. Ancora, da giovedì scorso sono sospesi i collegamenti ferroviari fra Svizzera e Italia. Lo ripeto specificando: il traffico ferroviario tra San Nazzaro e Luino/Gallarate è sospeso. S-o-ss-ppp-es–oo. La ragione sarebbe che le ferrovie svizzere non sono in grado di far rientrare nelle mansioni dei propri controllori la misurazione della temperatura dei passeggeri. E quindi ciao, Svizzera verde. Poi, dopo che il governo ha messo delle robuste briglie ai giorni di festa dal 20 dicembre al 6 gennaio, proibendo ogni spostamento e giro al di fuori dei comuni, ieri ha fatto un mezzo passo indietro, dando libertà il 25, il 26 e il 31, una cosa così. Tanto per semplificare la comprensione popolare dei divieti. 27 e 29 sarà proibito pagare con banconote da cinquanta euro, ogni giorno tranne il terzo dall’ultima lunazione tutte le persone con il cappello dovranno tenere la sinistra sui marciapiedi. Il pandoro è proibito sempre, tranne in provincia del Verbano e Cusio. Ossola no, resta proibito.
Due parole su alcune iniziative del governo in fine d’anno, nessun collegamento diretto con la pandemia. Sono state lanciate due iniziative, la lotteria degli scontrini e il cashback. La prima è una lotteria vera e propria, si vincono soldi se i numeri stampati sugli scontrini degli acquisti effettuati con carte vengono estratti. Il secondo è un processo per cui viene rimborsata una certa quota degli acquisti complessivi effettuati anch’essi con carte, con certi limiti. Le misure, è evidente, dovrebbero contrastare i pagamenti in contanti e gli incassi in nero, nelle intenzioni.
Essendo noi un paese avvezzo all’innovazione e incline all’elasticità, per le strade è pieno di persone stordite che chiedono rimborsi in contanti sugli acquisti di biglietti per la lotteria Italia o per la pesca, confondendo fichi, dadi e datteri. I commercianti sono inviperiti – capirai la novità – perché nessuno pare abbia pensato ad agevolare i costi della strumentazione per gli scontrini della lotteria e, come nel caso dei pagamenti con carte, delle commissioni delle banche sulle transazioni. A contorno, per un miglior sapore, l’app che dovrebbe permettere l’avvio del cashback non funziona, o funziona male, perché sorpresi dall’alto numero di richieste di registrazione e accesso. Incredibile visu. Chi l’avrebbe detto, in effetti?
Gli aspetti interessanti della faccenda, a parer mio, sono due. Il primo, rilevato da molti, è che l’app per il cashback, l’ormai famigerata ‘Io’, è stata installata da oltre sette milioni di persone, raggiungendo e superando in due settimane il numero complessivo di quelle che hanno installato ‘Immuni’ in sette mesi. Alla faccia della privacy, chiaramente, mentre là era essenziale, qui è accessoria, manco uno che abbia avanzato gli stessi dubbi di allora, temendo di fornire troppe informazioni su di sé. Centocinquanta euro è il costo della propria riservatezza? Avrebbe potuto essere anche meno? Sarebbe bello sapere quanto il gruppo degli immuniani abbia in comune o si sovrapponga con quello degli ioiani (egoiani?), non lo so dire, io faccio parte dei primi ma non dei secondi. Secondo me, poco. Il secondo aspetto, invece, che cerco di mettere a fuoco è perché la lotteria degli scontrini e il cashback non mi piacciano. Non sto sputando sui soldi, ci mancherebbe, è comunque molto difficile che io faccia qualcosa solo in nome di un guadagno. Più che altro, mi pare mi dia fastidio una forma di infantilismo nel meccanismo, da un lato quello di indurre a sfidare la sorte, pur sapendo delle percentuali del tutto sfavorevoli alla vincita, dall’altra incentivando un meccanismo di più-spendi-più-guadagni che va di certo bene nelle commedie con Richard Pryor con prova per acquisire il ricco lascito della zia stravagante ma ben poco bene per la vita reale. Indurre qualcuno a fare qualcosa – qualcosa che già dovrebbe fare, comunque, e che io come molti altri già facciamo – in nome di una promessa di remunerazione, un dolce, un regalino, è una cosa che reputo un filo infantile. Se c’è da fare, si fa, anche gratis. O no? Sbaglio?
Nel frattempo, «le spedizioni pre-natalizie saranno circa il 50% in più rispetto allo stesso periodo del 2019 con circa 70 milioni di pacchi in consegna nei 30 giorni prima del 25 dicembre» e i contatti con i call center di assistenza il 100% in più: arriverà in tempo? Entro natale? Dov’è il mio pacco? A ciascuno la propria ansia.
[Aggiornamento delle 7 del mattino: la Svizzera ha trovato un modo per misurare la temperatura dei passeggeri e i collegamenti ferroviari tra Italia e Svizzera sono stati ripristinati. Niente crisi del cioccolato, fiuuu].
Le altre puntate del minidiario scritto un po’ così delle cose recidive:
26 ottobre | 27 ottobre | 29 ottobre | 1 novembre | 3 novembre | 4 novembre | 6 novembre | 8 novembre | 11 novembre | 14 novembre | 18 novembre | 21 novembre | 25 novembre | 30 novembre | 4 dicembre | 8 dicembre | 12 dicembre |