Questo è il sentire comune, che viene peraltro espresso senza troppe perifrasi da molti.
In questi giorni io sto leggendo, lettura appropriata, il Diario dell’anno della peste di Daniel Defoe, in cui racconta l’epidemia di peste a Londra del 1665 (il titolo-sommario: Diario dell’anno della peste, contenente osservazioni o testimonianze sugli avvenimenti più notevoli, pubblici e privati, che ebbero luogo a Londra durante l’ultima grande epidemia del 1665. Scritto da un cittadino che visse durante tutto quel tempo in Londra. Finora inedito).
Fu ovviamente un disastro, moltissimi morti, quasi mille al giorno, finché finalmente con l’autunno la ‘Grande peste di Londra’ cominciò a placarsi e le persone salutarono con felicità la fine dell’anno e l’arrivo di quello nuovo.
L’anno nuovo, il 1666, così desiderato, non si fece attendere: a settembre Londra fu rasa al suolo dal cosiddetto ‘secondo grande incendio di Londra’. Et voilà.
Cosa voglio dire con questo? Niente, solo di stare attenti con i desideri, che le braci son sempre dietro l’angolo.
Ben detto…. francamente, capsico il desidero di rivalsa dopo un periodo così di merda… ma dubito che la pandemia si interessi molto ai limiti del calendario…. e io , senza nemmeno bisogno di aspettare altre disgrazie, già mi immagino cosa potrà succedere tra febbraio e marzo…