Eh, il giorno della memoria. Bisogna scrivere qualcosa, bisogna dire qualcosa, e ce ne sarebbe, eccome. Per esempio, riguardo quella riflessione comune alle persone sensibili per cui il giorno della memoria andrebbe legato, in questi nostri anni, alla questione dei profughi e dei rifugiati che percorrono proprio l’Europa, i campi di permanenza forzata, le marce per le montagne oltre i confini, le similitudini sono molte. Mi occupo spesso di memoria, sia per conto mio, con le persone che riesco a raggiungere, sia su queste paginette. Lo faccio tutto l’anno, se non altro. Di profughi no, non molto, la questione mi ferisce e mi strazia, mi umilia, e mi rendo conto che spesso ne sto volutamente alla larga per, egoisticamente, non soffrire. Dono, offro, sostengo se posso ma non molto di più. Dovrei, lo so, più che altro delego. Non ne so molto, non so bene nemmeno come affrontare la cosa, mi trovo privo di strumenti e di comprensione. Mi sento in colpa, per questo, ci sono ma vorrei, onestamente, che se ne occupassero altri. Perché la memoria la so trattare, le persone che fuggono molto meno, ogni persona è troppo per me. Lo trovo difficile. Cercherò di fare meglio.