Ancora le frecce tricolori, stavolta a Roma per la parata del 2 giugno.
Come quelle cose che non accadono mai per una vita e poi accadono due o tre volte a distanza ravvicinata. Comunque, devo ravvedermi e specificare che le frecce di solito sono dieci, per formare correttamente il 4-3-2-1 ma che, anche in questo caso, erano solo nove.
La parata del 2 giugno, invece, ha parecchi aspetti interessanti ma, come succede sempre in Italia, è del tutto monopolio della politica e delle famiglie, nel senso che tutti i posti a sedere sono riservati fino all’ultimo consigliere comunale e fino all’ultimo cugino di nono grado di Cadorna. Peccato, perché alcune cose sono proprio da vedere.