Nel gennaio scorso riportavo brevemente una proposta della rivista Nature di battezzare uno dei quattro nuovi elementi chimici ‘Levium‘, ovvero l’elemento di Primo Levi.
Proposta meravigliosa e condivisibile da ogni essere umano dotato di testa pensante, dicevo io, così da non ripetere gli obbrobri di germanio, francio, scandio, americio e californium e celebrare il fatto che «Levium potrebbe significare che la tavola periodica è per tutta l’umanità». E, invece, ieri sono state rese note le proposte ufficiali:
- l’elemento 113 potrebbe chiamarsi nihonium (Nh), da ‘nihon’ la parola giapponese per indicare il Giappone;
- l’elemento 115 moscovium (Mv), ovviamente in omaggio a Mosca che, secondo le motivazioni, ospita il Joint Institute for Nuclear Research;
- il 117 tennessine (Ts), orrendo, in nome del Tennessee che è sede dell’Oak Ridge National Laboratory, della Vanderbilt University, e della University of Tennessee at Knoxville, posti importanti nella ricerca di elementi superpesanti;
- l’elemento 118 oganesson (Og), infine, dedicato a Yuri Oganessian, lo scienziato 83enne dell’Istituto russo di ricerca nucleare di Dubna. Vivente.
Dai, Iupac, perdio, un po’ di coraggio, su. ‘Levium‘, ‘Levium‘, ‘Levium‘, ‘Levium‘.
E che cazzo, su.