Alcuni casi – almeno in Lombardia di cui io sono a conoscenza direttamente – di dipendenti pubblici in sciopero improvvisato «contro il green pass», prima dal 15 al 20, e poi dal 22 al 31. Annunciandolo peraltro il giorno stesso e interrompendo il servizio. In questo caso siamo molto ma molto al di là della decenza e della responsabilità, spero fiocchino denunce, multe e sospensioni o licenziamenti. Non ci meritiamo queste persone.
L’obbligo del green pass sui posti di lavoro, perlopiù non serve a spingere le persone a vaccinarsi, non solo. Serve, e in questo funziona, a monitorare con precisione lo stato di salute di coloro che non sono vaccinati, portando così a galla tutti i casi di positivi asintomatici e, in generale, di contagiati.
Un paradosso ma non troppo: se sei contro il green pass perché non vuoi essere controllato, vaccinati. E nessuno ti guarderà più. Mescolati nella massa, tordo.
Detto questo, ricordo perfettamente la situazione di un anno fa, sapevamo già che dal 5 si sarebbe chiuso tutto, di nuovo, e io andai il 2 novembre a Venezia per godere dell’ultima ora d’aria. Con atmosfera che dire mesta è dire poco. Oggi io sono contento che la situazione sia migliore, e di molto, e sono grato a tutti coloro che hanno fatto e fanno la propria parte, a volte sacrificandosi, perché lo sia.