Ieri sera appuntamento-nostalgia all’Arena di Verona con il concerto dei Black Sabbath (il mio video di Into the Void):
Che dire? Io avevo comprato i biglietti sperando di farne mercimonio ma, poi, la vicenda Axl/DC ha fatto crollare la borsa del bagarinaggio e fatto scoppiare la bolla speculativa dei biglietti dei concerti di seconda mano e, così, complice l’Arena, ho deciso di andare.
Temevo, in effetti, di trovarmi di fronte dei simpatici vecchietti tremolanti alle prese con numerose pause prostatiche (solo una, in effetti, anche se bella lunga): è invece tutto sommato no, Ozzy ha ancora una bella voce, ha fatto pure un paio di corsette e tende solo un poco a ripetersi, Tommiommi (si rassegni, signore: nessuno la chiamerà mai Toni) un bel piglio elettrico, Geezer Butler tiene abbastanza, e il batterista è più giovane e pestone per cui ha tenuto ottimamente il palco durante la sosta-anziani (quasi dieci minuti, voglio dire).
Buon suono, potente e pieno, ottimi posti, l’Arena d’estate ha un fascino irresistibile, diciamo che il movimento sul palco non è stato granché (come sempre, la dimensione dello schermo dietro il palco è inversamente proporzionale alla motilità dei suonatori) ma il pigiama di Ozzy era davvero strepitoso.
Certo, non è che ci si sia ammazzati di risate, quello no: i testi scritti da Foscolo, con levità sepolcrale, mantengono intatti la carica. Ma è un po’ quello che i devoti volevano, ieri sera, e che hanno raccolto a piene mani.