All’inizio di febbraio del 2020 sono stato tre giorni ad Amsterdam perché c’era un magnifico concerto dei Supergrass in una chiesa protestante sconsacrata. Già qualche mascherina si vedeva ma, io per primo, consideravo allora il tutto piuttosto esagerato. Bravo, molto. Comunque, visto che c’ero, sono andato al Rijksmuseum per vedere quei tre o quattro quadri bellini che conservano lì. Tra essi, serve dirlo?, la Ronda di notte di Rembrandt. È nella stessa salona della lattaia di Vermeer, quando ci si volta si vede un lato corto occupato da un quadro piuttosto grande, la Ronda appunto. Solo che quella volta, due anni fa, c’erano un paio di persone su uno strano macchinario che trafficavano sul quadro, all’interno di un parallelepipedo trasparente. Persino io non ci ho messo molto a capire che non trattavasi di restauro ma di scansione ad alta risoluzione. La mia foto, a bassa risoluzione, mentre mi ostacolavano la vista.
Le scansioni di questo tipo non servono tanto a mettere in rete le immagini dei dipinti quanto più a renderle disponibili agli studiosi così che le possano studiare senza dover vedere il quadro di persona, ovvero riescano a cogliere la trama pittorica, la qualità della tela, le pennellate e così via, cose da addetti. Per dare due dati tecnici, la scansione è stata effettuata a 717 gigapixel che, in pratica, significa: il quadro – grossino, 359×438 centimetri – è stato fotografato con una Hasselblad da 100 megapixel per 8.439 scatti da 5,5×4,1 centimetri ognuno; le immagini sono state unite da un software che ha generato un’immagine da 5,6 terabyte, niente male, e come dicevo da 717 miliardi di pixel, ognuno dei quali è relativo a una superficie pari a 5 micrometri quadrati, 0,005 millimetri quadrati. Bum.
Non l’immagine originale, sarebbe ovviamente da pazzi, ma un’immagine ad alta risoluzione ricavata dalla prima è disponibile sul sito del museo ed è zoomabile fino a livelli notevolissimi.
E ancora ancora più su, o giù, per arrivare al dettaglio più minuscolo.
È sempre l’occhio del capitano Frans Banning Cocq, nella «più grande immagine digitale di un’opera mai realizzata».
La Ronda non è certamente la sola opera, tra le tante ormai scansionate, c’è un altro dipinto conservato nei Paesi Bassi ed è la Ragazza col turbante di Vermeer (sì, noi patiti la chiamiamo così, altro che orecchino); scansionata a minor risoluzione, 10 megapixel, è comunque dettagliatissima. Ecco l’occhio, non della madre.
Che, allontanandosi di poco, assume l’aspetto noto, qui l’immagine disponibile.
C’è da dire, di questa seconda scansione, che è altrettanto interessante perché è stata condotta dalla Hirox, società giapponese specializzata nella produzioni di lenti per microscopi, con un intento inedito: farne una scansione tridimensionale, oltre a quella piana. Una visione aggiuntiva che aiuta moltissimo gli studiosi, che colgono ulteriori aspetti della tecnica pittorica, della stesura del colore, del tipo di amalgama, dello stato del dipinto e altre cose che non so. Ecco come si vede il riflesso nella pupilla:
Tàc, un colpo di pennello unico, minuscolo, bianco e preciso. Bellissimo.
Io ho detto quel che dovevo, visto due anni fa, disponibile ora. La Ragazza si trova al Mauritshuis de L’Aja, consiglio visita anche di quello anche se molto più ridotto, perché due o tre quadretti bellini li hanno anche lì. Giuro.