Trenta milioni di italiani di più di cinquant’anni e uno solo che, diciamo, non lo voleva fare. Com’è andata a finire?
Ovvio, Mattarella, ancora. Non che fosse difficile, l’avevo scritto due mesi fa sulla porta della cucina, non era complicato da prevedere. Ma perché era prevedibile la sconfitta della politica, di questa classe dirigente, uno stato perdurante di cose: rieleggere per la seconda volta consecutiva il presidente della repubblica è sintomo di grande debolezza e incapacità, fare poi leva sull’umana disponibilità di una persona che ti levi le castagne dal fuoco è ancora peggio. Peraltro eleggendolo ora come salvatore della patria per farlo diventare, tra due anni, un ingombro da levare, trasformando così la carica più alta in un mandato a scadenza contro una durata legale. Certo, se poi il ruolo di regista lo si lascia a Salvini, arrivederci. Ma non è che altrove abbiano brillato, l’immagine di Casellati che, ormai perduta l’occasione, gioca col telefono durante lo scrutinio che sta presiedendo dice moltissimo su di lei e la compagnia bella. Poteva andare molto molto meglio.