L’India, com’è ovvio per un enorme paese tecnologicamente avanzato e fucina di ingegneri, matematici e scienziati, ha un proprio programma di studio in Antartide, avendo sottoscritto l’Antarctic Treaty System. Il programma è iniziato nel 1981, con la costruzione due anni dopo della prima base, la Dakshin Gangotri. Che, vista nella foto, pare un po’ piccolina, ehm, quasi a uso individuale.
Non volevo essere irrispettoso, è chiaramente la foto fatta sul tetto, sotto c’è la base. Lo scienziato ritratto è Mohammed Ghous Uzzaman, che appare anche nella foto sotto, con M. Vyghreswara Rao, nel gennaio 1988 durante la settima missione antartica indiana, in un momento di evidente divertito relax.
Nel 1989, l’India inaugurò una seconda base, la Maitri e, poi, nel 2012, la terza, la Bharati, che è quella che piace a me. Eccola.
Difficile immaginare se vi sia stata più una collaborazione con l’Impero della Morte Nera o con un’azienda produttrice di console per videogiochi degli anni Novanta.
Io propendo per una base segreta del cattivone di turno, di quelli col gatto sulle gambe. Ma sia chiaro, amici indiani, ovviamente si fa per celia. Hanno anche scoperto un muschio sconosciuto, eddai. Eccazzo, l’ho fatto di nuovo, sono un cretino. Scusate.