Dai, un giro su tinder a Berlino:
Tanto carucce, peccarità. Ma chi glielo spiega che quel posto così bello, così fotogenico, con tutti i parallelepipedi di cemento uno alto uno basso tutti belli allineati, altro non è che il memoriale per le vittime dell’olocausto?
So’ rregazzi, anzi regazze, è per quello? Mah, in parte, per lo più perché è Berlino a essere così: «è una città difficile, da capire e da attraversare. In generale, i luoghi restituiscono in parte o per il tutto quello che uno va cercando, secondo la propria sensibilità. In particolare, Berlino rimanda memorie e suggestioni diverse a seconda del proprio grado di consapevolezza, è possibile andarsene in giro alla ricerca dei noinuntnoinluftballons e del kabaret oppure trovare l’orrore e la devastazione a ogni angolo di strada, come è ugualmente possibile seguire le orme di Alfred Döblin oppure di Totò e Peppino che, si sa, si divisero a Berlino. È possibile, ovviamente, anche non vedere nulla. Berlino restituisce a seconda di ciò che uno ha dentro». Bello quando uno, io, le cose le ha già dette e si può citare. Forse tendo a ripetermi.
Credo sia ancora vero, se poi le fanciulle di tinder sappiano ed esticazzino o non sappiano proprio, io dir non saprei.