Il portiere non ha ancora fatto in tempo a girare la testa che la palla è di là di oltre un metro e lui, Pelè, dall’altra.
17 giugno 1970, Brasile-Uruguay 3-1, curiosamente Pelè stavolta non segnò.
Non è stato il più grande di tutti solo per il talento calcistico – e lo era comunque, destro, sinistro, testa – ma perché lo era nell’animo, partecipe dell’umanità, consapevole del proprio ruolo e artefice in prima persona della ricaduta positiva delle proprie azioni.