Manlio Bordoni fu arrestato dalle SS il 12 gennaio 1944 nella sua casa di via Taranto, a Roma, su delazione della spia famigerata Franco Sabelli. Fu portato in via Tasso, nella tremenda prigione dei tedeschi, e torturato come sempre accadeva in quelle stanze. Bastonato a sangue, si risolse, alla fine, a confessare i nomi dei complici: «Oh, sono parecchi», disse stremato alla fine, «Cavalcanti Guido, Muratori Ludovico, De Sanctis Francesco, Marino Giovan Battista…».
Ottenuta la confessione, i tedeschi lo trasferirono a Regina Coeli.
Giorni dopo, fu prelevato e dopo molte ore lo riportarono in cella semisvenuto, torturato a sangue. I compagni gli chiesero cosa fosse successo, Bordoni rispose: «Quelle carogne devono aver consultato un libro di letteratura», con il poco fiato rimanente.
Condannato a morte dal tribunale tedesco dell’Hotel Flora per gli atti di sabotaggio all’Acqua Santa, fu poi assassinato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, a ventiquattro anni.
Che coraggio, certe persone. Ho solo da imparare, ricordare e raccontare.