La scrittona il giorno dei funerali di Sinéad O’Connor è una bella dichiarazione.
Non solo voi. Letta la sua autobiografia, Rememberings, intelligente e a tratti divertente com’era lei. Fuori da certi schemi del successo musicale, come scrisse il Guardian: «full of heart, humour and remarkable generosity», direi che la frase che più la rappresenta per ciò in cui credeva e per ciò che fece potrebbe essere, parlando del fatto della foto del papa al SNL: «I feel that having a No. 1 record derailed my career and my tearing the photo put me back on the right track». Gran perdita, per quanto mi riguarda, sono contento di averlo letto. Avendola scritta durante il lockdown – quante autobiografie cominciate per quello? E quanto dischi, romanzi, diari? Sarebbe bello farne sunto e qualche ragionamento -, strazia il pensiero che erano vicine disgrazie personali e che i suoi propositi futuri, lo scrive alla fine, un disco, un tour, imparare a fare alcune cose nuove, sarebbero rimasti purtroppo propositi.