Sto sgusciando come una biscia nel traffico quando passo davanti alla sede di Forza Italia, abbandonata da anni se non per le vetrine, e colgo qualcosa di nuovo.
Mi fermo e fotografo.
È chiaramente una minaccia. Una minaccia vera. E il cuore servirebbe a sviare ma, nel mio caso, non fa altro che acuire il senso di pericolo. Come il partito dell’amore di allora, ugualeuguale.