elezioni europee 2024: due, che a volte? sempre ritornano

Possibile che non ce ne sia nemmeno una? No, infatti:

Tali Nino Luciani e Carlo Leonetti, che si dichiarano rispettivamente segretario politico e amministrativo, non solo sarebbero entrati in possesso del diritto sul logo autentico ma, orpo, anche del codice fiscale originario della DC, dichiarano orgogliosi. Programmi e candidati non pervenuti ma basta il simbolo, no? Uno più piccolo è anche nel contrassegno dell’Unione di centro, quindi stavolta siamo a due.
A un partito che credevamo defunto – ma quando mai? Se ne sono presentati almeno quattro a ogni votazione dal 1994 a oggi – un candidato che sembrava, ripeto, sembrava tale:

Per il cognome, passi. Ma il ‘Presidente’? Il participio presente? E di che? Sentire Tajani che spiega che anche solo scrivendo ‘Berlusconi’ il voto sarà valido è da sbellicarsi. Diciamo.
E se nomino il segretario Mauro Alboresi? Eh, infatti:

Eppure è il segretario del Partito comunista italiano. Già, Berlinguer? Mah. Il simbolo è identico, tranne per due particolari: le aste, blu, e il nome, senza i punti dell’acronimo. Evoluzione del Partito dei comunisti italiani, stupisce che a questa tornata sia l’unico partito comunista in qualsiasi declinazione e l’unica falce e martello in vista. Anche questa è crisi della sinistra? Me sa.

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