elezioni europee 2024: quattro, quasi tutti in attesa di uscire da qualcosa, svegliarsi e chissà poi cosa

Sempre fedele bla bla bla funzioni bla bla servizio, proseguo la disamina dei simboli depositati per le Europee di sabato e domenica, sperando che il loro iddio guardi giù e li castighi come meritano.
Avanti, che siamo quasi sotto, rapidamente. Perché, anche se non sembra, lavori di questo genere sfiancano: prima si ride, poi si abbozza e poi di intelligenza sparsa a piene mani se ne farebbe anche un po’ a meno. Andiamo, dunque.

La combriccoletta che deposita il simbolo di “Base popolare” dichiara: «Lo abbiamo fatto innanzitutto per avere una prima tutela giuridica per il nostro che è un simbolo nuovo; continueremo a usarlo più avanti per iniziative, guardando oltre le elezioni europee», quindi niente scheda stavolta ma, comunque, ci sono. Se il simbolo è nuovo, vecchi sono gli ingredienti: gli ex parlamentari Lorenzo Dellai, Giuseppe De Mita, Mario Mauro e Gaetano Quagliariello, l’ex presidente della regione Marche Gian Mario Spacca. Sai mai che poi si aprano spazi, meglio essere pronti. A me ricorda certe cassette che usavo negli anni Ottanta per registrare Duran Duran e Iron Maiden, capace che se mi distraessi li voterei pure, in nome di allora.

Il simbolo successivo è un casino: presentato da tal Antonino Iracà, ora tra i reggenti di ItalExit per l’Italia, dichiara il desiderio di libertà e di comunanza, “Insieme liberi”. Il problema è che lo stesso simbolo appare quasi identico – con la parte di “UscITA” nella metà inferiore – nel simbolo di Libertà, lista di cui è propulsore “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca. Che è senza ombra di dubbio il simbolo più pieno, accatastato e riempito si sia mai visto. Un prodigio politico oltre che grafico, oserei dire anche fisico, ovvero l’attrazione di molteplici soggetti delle dimensioni di un nanosbirolo.

Lo vogliamo fare? Sì, lo vogliamo, li elenco tutti: Sud chiama Nord, nelle declinazioni “per le autonomie” e “De Luca sindaco d’Italia”, il predecessore Sicilia Vera, i Civici in MoVimento con Pirozzi, Confederazione Grande Nord, Popolo Veneto, Noi agricoltori e pescatori, Noi ambulanti uniti, Partito pensionati + salute, Sovranità [Marco Mori], il Vero Nord, il Popolo della Famiglia, Vita, Fronte Verde, Insieme liberi – UscITA, Partito moderato d’Italia, Movimento per l’Italexit e i simboli individuali di Capitano Ultimo ed Enrico Rizzi. Gira la testa? Già.
Per riprendersi, uno semplice: il simbolo di In-pen-za! Di-den di Gianni Alemanno. Scherzo, Indipendenza!, il cui simbolo è stato disegnato dagli stessi due autori di quello di Alleanza Nazionale, non hanno né perso né mutato il tocco. D’altronde gli elementi obbligatori quelli sono, non c’è tanto da spaziare.

Indipendenza da che non è dato sapere, anche perché non si presentano stavolta, i tempi non sono ancora maturi.
Un altro bello, con delle belle implicazioni: Partito animalista – ItalExit per l’Italia, sopra l’anima animalista che contiene i simboli della coalizione animalista europea Animal Politics EU – che però non è un partito europeo -, della tedesca Partei Mensch Umwelt Tierschutz e l’olandese Partij voor de Dieren. Sotto, sempre per lo stesso ideatore, Cristiano Ceriello, il simbolo ufficiale di ItalExit. Ed è già la terza volta che lo si incontra. La cosa promette bene, ancor di più sapendo che Andrea Perillo, membro del consiglio di reggenza di ItalExit per l’Italia, ha già depositato una memoria per contestare il Movimento per l’Italexit della lista promossa da Cateno De Luca.

Spumeggianti.
Meno la Nuova Italia di Giuseppe Giovanni Grippo, con le sue venti stelle, boh, su bandiera italiana, spiga di grano ed Euro tridimensionale fluttuante. Niente a che vedere con la casa editrice, anche loro, o lui, chissà, restano a vedere con simbolo depositato, in attesa di tempi buoni per papparsi tutto. Solo che è dal 2004 che depositano e aspettano, io due conclusioni le avrei tratte.

E poi c’è chi vorrebbe la bici: nella prima ruota, Pensioni & Lavoro, partito creato quasi trent’anni fa da Ugo Sarao che si è inventato anche la seconda ruota, quella di Risveglio pubblico, ribattezzato per l’occasione Risveglio europeo, l’omino che si stiracchia. Il cartello sulla canna della bici recita: “… e si riparte”, insieme alla mappa vecchiotta sotto direi che mette le migliori premesse al futuro che potremmo desiderare.

Pedalare, adesso, verso l’ultima tappa.

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