Ecco, il servizio è quasi finito, grazie. Mi sono tenuto in fondo i più belli, in fondo in fondo il più bello di tutti, ne valeva la pena. Citandomi, “fedele alle funzioni di servizio, l’Ufficio Analisi Elettorali, sezione Europea (UAE-E) di trivigante prosegue la sapida disamina dei simboli elettorali depositati per le elezioni di domenica prossima”, vabbuò. Ecco l’ultimo giro.
Anche il simbolo di Italia Moderata è l’ennesima volta che viene presentato, e il suo fondatore, socio unico, ispiratore e amministratore Antonio Sabella insiste nel ricordare, ci tiene, che il suo arcobaleno, poi copiato a mani basse, sia stato il primo di tutti e che nel suo caso alluda a un’alleanza con l’Alto.
Moderati son moderati, va detto. Anche nella scelta dei colori e delle scritte. Forse più Italia Modesta, ecco.
I penultimi due, che vanno necessariamente affiancati. Quello a sinistra è il simbolo di un partito, il Partito pirata italiano, che cinque anni fa si era presentato apparentandosi con il Partito Pirata Europeo, evitandosi così l’onere della raccolta firme. Poi però hanno litigato e allora alcuni pirati italiani hanno costituito l’associazione Pirati che, richiamando lo stesso simbolo – nel tondo piccolo – si sono associati a quello europeo, tagliando fuori di fatto il primo soggetto. La domanda è: ma su cosa avranno litigato? P2P, protocolli, 1080 e 4k? Boh. E in che differiranno i loro programmi? Windows e Linux? La bandana allude alla Federazione dei Giovani Pirata, proprio detta così.
Ed eccomi alla fine e alla vetta, finalmente: il Movimento Poeti d’azione. Loro ci sono da parecchio e lo stesso accostamento da molti anni dei poeti all’azione, non esattamente l’immaginario più diffuso, forse Foscolo e qualche cavallo, Byron, solitamente stanno al tavolo incatenati e ingobbiti. La penna e la spada difendono un tricolore da confezione di affettato – prodotto italiano, quasi – e riportano il nome unico dei poeti: Alessandro D’Agostini.
Anni fa presentò il movimento Giovani poeti d’azione, giusto, poi è cresciuto anche lui e i Giovani sono diventati Poeti d’azione e basta, però maiuscolo. D’Agostini, ovviamente poeta pure lui, con afflato dannunziano spiega il senso: «i Poeti d’Azione credono che i poeti e gli artisti possano mettersi alla guida di un popolo come nella storia ci si sono messi conquistatori, re, rivoluzionari. Sarebbe la rivincita di una oppressione millenaria. La liberazione definitiva dell’uomo prigioniero nel mondo perché prigioniero di se stesso». E io sono d’accordo, guidatemi, o poeti.
E a tutti gli altri: andate a votare, santoddio. Eddai.