Non è andata male, complessivamente.
Andando per confronto, perdono i verdi, -19 seggi, si confermano i socialisti, -2, perdono i liberali, -23 ed è il peggior risultato, aumentano i popolari con nove seggi in più, tiene la sinistra che perde un solo seggio. Ecco la comoda immaginetta comparativa ingrandibile.
Oppure qui. Data, quindi, la maggioranza di 360 più uno, tutto ciò che sta a sinistra di ECR, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei di Fratelli d’Italia, fa 489, più che sufficienti per costruire maggioranze. Certo, quando von der Leyen un minuto dopo la chiusura dei seggi dice: «Costruiremo un bastione contro gli estremisti da sinistra e da destra» sta dicendo non solo che non farà accordi con la sinistra, il gruppo The Left, ma sta dicendo anche a un certo tipo di destra, quella che ritiene più istituzionalizzata, ovvero proprio ECR, ci si può parlare.
In realtà, sempre parlando complessivamente, non è che ci sia stato tutto questo spostamento a destra, perché ECR ha solo quattro seggi in più e ID-Gruppo Identità e Democrazia, quello della Lega per parlare italiano, nove. La differenza è però che nei due paesi trainanti l’Unione, Francia e Germania, l’avanzata da destra invece si è vista eccome, con il Rassemblement national oltre il trenta e Alternative für Deutschland quasi al sedici, oltre ai Cristiano Democratici (CDU/CSU) di opposizione che da soli prendono quanto i tre partiti di governo insieme. Il che poi in ottica delle elezioni politiche a fine mese in Francia e un equilibrio instabile in Germania complicherà le cose. I cinquantaquattro ‘Altri’, cioè neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico del Parlamento uscente, qualche peso sposteranno.
Leggendo, infine, le cose in chiave italiana, cosa poco interessante perché bisognerebbe smettere di farlo ma tant’è, sono ancora lette come elezioni di mid-term, vincono tutti tranne Cinque stelle, c’è poco da fare, e Lega, ma non abbastanza, forse, da mettere in discussione il segretario che non fa congressi da dieci anni. Anche se in termini assoluti conta l’astensione, Fratelli d’Italia, dato con il PD come vincitore in termini percentuali, in realtà ha ottenuto 6,6 milioni di voti contro i 7,3 milioni di settembre 2022. Vediamo come sarà la seconda parte dell’anno, alla luce dei rapporti con un’UE più interessata di prima a parlare con esponenti europei di ECR che è guidata, lo ricordo, proprio da Meloni.