ancora Donald

Una volta i video musicali raccontavano storie strutturate, piccoli film a corredo di una canzone. Non tutti, quelli però che avevano una buona produzione e un budget sufficiente sì. I registi di videoclip erano molto richiesti e servivano buone idee. Oddio, tutto questo valeva anche per le canzoni che, spesso, raccontavano appunto storie, più o meno convincenti. Se ne potrebbero citare centinaia, forse migliaia.

Tra le canzoni più riuscite, Cloudbusting di Kate Bush. Il brano, ispirato dall’autobiografia di Peter Reich, A Book of Dreams, racconta il suo rapporto con il padre Wilhelm, psichiatra e psicoanalista, e, in particolare, i suoi ricordi giovanili riguardo una macchina, il cloudbuster, inventata dal padre per far piovere (e respingere gli alieni, altra storia), e il suo successivo arresto, tra i timori e la frustrazione del figlio. E già sarebbe parecchio per questi nostri tempi così poco creativi. C’è di più.
In collaborazione con Terry Gilliam, Bush scelse Julian Doyle per dirigere il video e fu coinvolto in corsa un grande attore che si poteva prestare: Donald Sutherland interpreta il ruolo di Wilhelm Reich e Kate Bush quello di Peter da giovane. Mica male, eh, per un video? Altro che musicarelli o le semplici riprese di un playback. Scelsero Vale of White Horse nell’Oxfordshire al posto del Maine per ambientare la storia, fecero costruire il cloudbuster al team che aveva realizzato la messa in scena di Alien, e si vede, e vualà: ecco un piccolo film.

Ecco cosa disse Sutherland in un’intervista a riguardo:

«I got into the video because Kate found out from Julie Christies hairdresser that I was staying at The Savoy. She came and knocked on my door. She was so small that when I opened the door I didnt see anybody. I looked down and there she was. She told me she wanted me to play Wilhelm Reich. I wanted to be able to create a character that could hold a child by his feet and hit him against the side of a building and turn his head into a squashed pumpkin, which is what we did. So it so profoundly impressed me that she wanted to do that. I adored her. I thought she was great».

Beh, tante cose insieme e tutte direi abbastanza notevoli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *