I Temptations, i Miracles, Stevie Wonder, Martha & the Vandellas e le Supremes tutti insieme? Sì, è stato possibile. E non erano nemmeno tutti. Si potrebbero aggiungere, per dire, The Jackson 5, Marvin Gaye, The Commodores, Tammi Terrell, Dusty Springfield, Gladys Knight & the Pips, The Isley Brothers, The Marvelettes. Un bel gruppone, isn’tit?
Il tutto ha un nome solo: Motown (o Motown records se volete fare la figura di quelli che la sanno lunga). E un posto solo: Detroit. C’è un sito fatto molto bene sulla Motown (quella classica, quella di Gordy, non la odierna), questo: la sezione ‘playlist‘ offre delle ottime listone di cose da sentire già belle pronte, bravissimi (di mezzo c’è Spotify che a me rompe moltissimo, ma qui non è il caso di parlarne oltre). È poi appena uscito un bel librone, Motown – Il sound della giovane America di Adam White & Barney Ales, quattrocento succulente paginone illustrate per i devoti del genere.
Poi c’era Gordy, sì, e le cose che non andavano. Vabbè, qui si celebra, un’altra volta.