«me lo state uccidendo!»

Un diario, un racconto giorno per giorno dal primo agosto 2013 («Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi, nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624, comma 2, codice…»), il giorno della condanna, ai primi di ottobre, due mesi dopo, l’affidamento ai servizi sociali.

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Come sempre accade, rileggere di fila tutti gli avvenimenti di un periodo fa molto più effetto: erano giorni schizofrenici, deliranti, faticosissimi, stupidi; plotoni di subumani a pretendere l’«agibilità politica» un giorno e la santificazione quello dopo, minacciando dimissioni di massa e la caduta del governo Letta a piè sospinto. Che poi cadrà, sì, ma da sinistra, peggio. E i subumani a defilarsi appena possibile, qualcuno al governo, qualcuno sotto le pietre in attesa di un nuovo padrone.
C’erano i deputati PDL che, per dirne una, si riunirono a Montecitorio per i saluti prima delle ferie estive (perché sì, è stato condannato: ma vogliamo saltare le ferie?) e un simpaticissimo deputato, Simone Baldelli, pensò bene di presentarsi vestito da donna per fare una ridicolissima imitazione della presidente Boldrini: si può vedere. Il clima e il periodo era quello, da piangere. E Baldelli, bravo lui, oggi è ben impegnato: vicepresidente della Camera.

Rileggendo e, quindi, ripensandoci, mi viene un pensiero, più che altro: mille, mille, mille e mille (e ancora mille) volte meglio questo governo, questo clima, questo dibattito politico, quest’aria. Che potrà non piacere Renzi, per carità, si potrà essere contro il referendum, e ci mancherebbe, ma quelli erano tempi davvero schifosi, con il paese sull’orlo dell’isteria continua, un piagnisteo e una sceneggiata continua. Grazie a dio oggi è passata. E chi dice il contrario non ricorda o non lo sa.

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