Non mi piacciono i memoriali contemporanei, perché intrisi di retorica media, cioè misurata; i memoriali risorgimentali, per dire, sono più significativi perché eccessivi, epici, eroici, tutto insieme purché esagerato. Pugnaronvi alla nobile morte.
Nella World Trade Center Plaza a New York hanno costruito, sui perimetri delle basi delle due torri, due vasche di marmo nero, per ricordare i caduti.
L’acqua scivola sulle pareti senza fare troppo rumore e poi scivola di nuovo all’interno del quadrato al centro, sparendo dove non si vede. Sulle balaustre che circondano le vasche sono incisi i nomi dei caduti, disposti secondo criteri di relazione tra loro.
Per essere chiaramente uno spazio irrisolto, e tale sarà finché il ricordo sarà vivo, devo ammettere che è emozionante, nel senso che la sensazione di vuoto fisico che le vasche creano si percepisce chiaramente, la mancanza di qualcosa (per i newyorkesi anche di qualcuno, chiaramente) è ciò che io ho sentito di più.
Fa anche impressione quanto siano piccole, nel senso che la base delle torri era un quadrato di cinquanta metri suppergiù, il che visto da vicino è uno spazio piuttosto ridotto (il concetto è piuttosto ovvio, visto che costruiscono per questo motivo in verticale ma ammetto che da vicino fa un certo effetto) ed è difficile farlo collimare razionalmente con i 2.983 nomi incisi sulle placche.
A ogni modo, io ho trovato il memoriale pienamente riuscito, coinvolgente per l’assenza che demarca, lo stesso precipitare dell’acqua in un luogo inaccessibile e che non si vede dà il senso della sparizione, insomma un memoriale contemporaneo significativo, che mi ha dato da pensare. (Le foto sono mie, spero diano un’idea).