I Car Seat Headrest sono una band americana in giro da un sacco, dodici album finora, ma è con l’ultimo disco, Teens of Denial del 2016, che si sono imposti all’attenzione dei più attenti. I quali, poi, l’hanno detto a me. Notevole Fill in the blank, che propongo qui sotto, ma anche la lunga Vincent, la bellissima Drunk Drivers/Killer Whales, che esplode da 3:18, quando si parla delle balene. Ma il pezzo migliore è quello qui sotto, a parer mio, che a me richiama gli Strokes di una volta, quelli buoni, quindi buon divertimento.
Due o tre volte e il ritornello, You have no right to be depressed / You haven’t tried hard enough to like it / Haven’t seen enough of this world yet / But it hurts, it hurts, it hurts, it hurts, si impossesserà delle vostre menti come ha fatto della mia. Non c’è scampo.
Molto molto bravi, disco consigliato.
Ecco, sento che già il mio cervello si sta di nuovo spappolando, It doesn’t have to be like this / Killer whales, killer whales, It doesn’t have to be like this / It doesn’t have to be like this (chorus 3), non ho fatto in tempo a occuparlo con la prima.
Anche il mio cervello sta andando allo spappolo.
Merito della tua vigilanza fino all’orizzonte del panorama musicale.
Vado a continuare l’ascolto di tutto il resto del pesce.
Poche cose danno gioja come trovare un disco fenomenale che non si conosceva e consumarlo in modo ossessivo: ‘Teens of Denial’ è uno dei rari casi e la soddisfazione, devo dire, è davvero grande per me. E’ un buon periodo, questo, per i dischi da scoprire e che danno assuefazione; un altro nome è Courtney Barnett, ne ho detto qualche post fa. Ma anche Larkin Poe, per stare alle ultime settimane.
E che piacere quando ad andare fuori di testa si è in due.