Leggo con immenso interesse che lo stilista Rick Owens ha portato sulle passerelle di Parigi una performance che non è solo una sfilata bensì una provocazione: “Donne che indossano altre donne. Come fossero vestiti o accessori umani“. E ancora: “L’indagine sul senso degli abiti, sulla loro storia e persino sul superamento della loro forma convenzionale è da sempre al centro del lavoro dello stilista“.
Ma qual è, mi chiedo, nel mondo della moda il sottile confine tra la provocazione e la stronzatona intergalattica? Le modelle, comunque, non sono mai pagate abbastanza.
(Sono contento di aver così ben speso il mio centesimo post qui).