Dopo la morte di Tom Petty, il 7 ottobre i Florida Gators – squadra di football americano di Gainesville, città natale di Petty – gli hanno reso omaggio prima della partita, sparando a tutto volume la sua I won’t back down. Novantamila tifosi che cantano tutti insieme una gran canzone mi danno brividi di soddisfazione.
eeeeeeeeeeeeibebi derisnoisiueiaaaaut. Notevole.
Guardando il video (che è da molto in alto ma ne esistono da più vicino) si vede quello che si vede sempre negli stadi americani: uomini, donne, adolescenti, bambini, nonni in carriola, insomma la ben nota capacità americana di creare l’evento. E la cantatona di Petty con il testo su maxischermo è esattamente quella cosa lì.
E allora ho fatto due conti: i Florida Gators sono una squadra universitaria e giocano nella Southeastern Conference, quindi la serie locale dei college della Football Bowl Subdivision (FBS). L’NFL – la serie maggiore – è piuttosto lontana. Ora: lo stadio in cui giocano – il Ben Hill Griffin Stadium – ha, si vede nel video qui sopra, 88.548 posti. Se non avete ancora detto cazzo! ecco un termine di paragone: San Siro a Milano ha 80.018 posti ed è il più grande stadio italiano, credo.
Il punto non è chi ce l’ha più grosso, il punto è che Gainesville ha, dato del 2016, 131.591 abitanti: il che vuol dire che, lasciati a casa i cani, gli ergastolani e le zie morte, tutti gli altri vanno allo stadio il sabato o la domenica a fare festa. L’evento, appunto. E si divertono mica poco, i bastardelli.
Se fossimo a Milano e le cose andassero alla stessa maniera, assumendo come buona la cifra di 1.368.590 abitanti (2016 anche qui), lo stadio della città dovrebbe avere 919.692,48 posti. Un milione, quasi, megojoni.
E il bello è che sarebbe pure pieno.