Il Cinquecento fu complessivamente freddo. E il papa, quindi, aveva bisogno di un ambiente gradevole dove stare. Nei primi anni del Seicento vi furono alcune estati senza estate, e il Tamigi gelò a giugno. E Shakespeare stava a casa a scrivere, bene.
Sto scherzando, e banalizzando: questo è un libro molto molto più interessante e molto più intelligente di quanto io abbia scritto qui finora, ricco di informazioni e di strumenti utili per comprendere meglio la storia del clima sulla terra e le molteplici implicazioni di esso sulla nostra storia.
Una cosa su tutte: all’interno delle nostre piccole e brevi vite siamo abituati a pensare che il clima sia, tutto sommato, stabile, entro quelle temperature cui siamo abituati: estate al mare, inverno in montagna. Non è così, ma nemmeno lontanamente.
Molto gradevole, leggibile, tratta argomenti complessi in maniera sufficientemente divulgativa, è un libro che consiglio a chi abbia voglia di capire come funzionano certe cose attorno a noi. E avviso: fa un po’ paura, ogni tanto.