Se i Kinks sono a livello degli Who, e lo sono, eccome se lo sono, allora ‘Strangers‘ sta a livello di ‘They are all in love‘: ovvero quelle dieci, quindici canzoni nella storia della musica – venti, dai – che procurano al cuore estasi, struggimento, dolore e insieme gioia, tantaggioja.
Se il testo di ‘Strangers‘ è un po’ più facile rispetto alla canzone degli Who, la melodia è più complessa e la voce di Ray Davies, praticamente i Kinks da solo, canta in quel modo che solo lui che pare stonato, che pare sopra o sotto e invece, accidenti, è proprio quello giusto.
Da Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One, in molti si sono accorti di questa canzone nel tempo, specie nelle colonne sonore, e non c’è nulla di male, anzi: è sempre bello riascoltare e cantare insieme If I live too long I’m afraid I’ll die. Eccezionale, con l’inconfondibile batteria elastica che sta sotto a tutto il pezzo e, meraviglioso, chiude.
È da quando mi sono alzato, e ho letto, che gira incessantemente in riproduzione (su mezzi tecnologici e in testa). E il venerdì è più leggero. Grazie