L’anno – il 3 – si apre con un colpo abbastanza clamoroso a Venezia:
Clamoroso perché i gioielli del Maragià rimandano direttamente da un lato a Salgari e le tigri che stanno in Malesia e dall’altro a leggendari colpi di pietre preziose e gemme in stile Arsène Lupin, «The Phantom» o Albert Spaggiari. Eccezionale anche il video in cui si vedono i due complici attaccare la teca e, meglio ancora, la fuga mescolandosi al pubblico, da antologia del crimine.
Il 7, invece, viene asportata una cassaforte dalla camera d’albergo (e non svuotata, come dice Repubblica) di una famiglia francese in vacanza.
Il bottino è cospicuo perché l’albergo è il Principi di Piemonte, hotel a quattro stelle, uno dei più prestigiosi dell’arco alpino, e va da sé che ogni famiglia in vacanza ha dell’arsgiont per le spesucce. Il che dà anche in questo caso un bel sapore retrò al furto, che apprezzo. Servono investigatori all’altezza, perché è evidente che il Ladro gentiluomo, il Simon Templar del caso, mette in moto un meccanismo che può essere risolto solo da uno Sherlock o da un Poirot in forma, altroché.
E parte l’immaginazione.
A questo proposito, ovvero furti e delitti più o meno galanti e raffinati, un’ottima trasmissione radiofonica racconta «i crimini del dopoguerra, i delitti passionali e le prime rapine che hanno fatto scalpore, la Milano che sembra essere la Chicago d’Italia»: è «Radiografia nera», trasmissione molto documentata e ben raccontata, va in onda il giovedì alle 21.30 su Radio Popolare. Qui tutti i podcast, consigliati.