È mancato oggi Claude Lanzmann, autore e regista di Shoah.
Undici anni di lavoro per nove ore e mezzo di durata del documentario, innumerevoli interviste e testimonianze, scelte registiche e autoriali determinanti come, per esempio, tradurre le risposte solo alla fine di ogni dialogo, l’idea di non lasciare alcuna rassicurazione o spazio di comprensione allo spettatore, tutto questo ne fa un’opera fondamentale nella memoria dell’olocausto.
Non bisogna peraltro sottovalutare che, nel 1974, la questione della denazistificazione e della conoscenza e responsabilità storica dell’olocausto erano tutt’altro che scontate. Dovrebbero proiettarlo nelle scuole, altroché.
Addio e, davvero, grazie.