Il 17 gennaio scorso l’ennesima conferenza stampa surreale del governo, stavolta a tema Reddito di cittadinanza e Quota 100. Diciamo.
Poiché il comunicatore-capo Casalino predilige la modalità-cartello, ovvero una cosa che sia visibile anche nelle immagini, fornisce i presenti – il presidente del consiglio Conte e i vicepresidenti Di Maio e Salvini – di cartello, appunto, da tenere in mano.
Siccome, però, regna l’accordo e l’armonia, la scenetta dei cartelli diventa poi questa:
Ovvero: Conte e Di Maio stesso cartello in tema, Salvini uno suo senza reddito di cittadinanza, per rimarcare la distanza dalle iniziative di governo dei cinque stelle. Possibile glielo lascino fare? Sì, talmente deboli da lasciarglielo fare.
Qualcuno dovrebbe fare delle domande a questo proposito ma, ovviamente, non le fa.
Non contenti, proseguono con Di Maio che presenta le «norme anti-divano». Così, giuro, «anti-divano», non «norme per contrastare l’abuso eccetera», proprio «norme anti-divano». E così sta scritto sul documento della presidenza del consiglio: «norme anti-divano».
Saranno contenti da Divani&Divani, immagino, almeno quanto noi qui.