E ieri sera, poi, i Massive Attack in concerto.
Una prima volta per me, ciò nonostante mi sono sentito abbastanza a casa: tutti coetanei, tutti cresciuti con il videoregistratore – per cui ben si capiscono i filmati con le righe delle testine – e un disco, Mezzanine, che appartiene alla mia generazione.
Una performans artistica più che un concerto, la visione è piuttosto oscura di un mondo dominato dalle macchine, intramezzata qua e là da appelli alla fratellanza e alla cooperazione tra persone nello spirito di Banksy.
Suoni buoni, spettacolo senza pause e senza alcuna interazione col pubblico, band sempre al buio tranne quando Elizabeth Fraser ha cantato le parti vocali di Black Milk, Where Have All The Flowers Gone?, Teardrop e Group Four. Molte le cover – o la musica campionata, forse meglio – tra cui Velvet Underground, Cure, Bauhaus, Horace Andy, Pete Seeger, Ultravox e Avicii. Palazzetto pieno, il pubblico abbastanza immobile per gli standard cui sono abituato io, in definitiva è stata una bella incursione in un territorio per me inesplorato. Grazie alla signora F.