Il signor Franco Alfieri è diventato il nuovo sindaco di Capaccio Paestum.
Per festeggiare, qualche giorno fa, un bel corteo di ambulanze lampeggianti.
Amenità da bel Paese? Può darsi, ma c’è di meglio.
Alfieri, detto «il re del pesce fritto», è già stato sindaco di altri due paesoni del Cilento (sindaco professionista, quindi, figura da considerare per il futuro), è consulente del governatore De Luca per l’agricoltura, caccia e pesca, ed è indagato per «voto di scambio politico-mafioso con l’aggravante del metodo mafioso».
Non male.
Sostenuto da otto liste senza simboli riconoscibili (il PD, intendo, e le amicizie deluchiane), cosa che si fa solitamente quando si possiede il territorio, ha stretto apparentamenti anche con Lega e Fratelliditalia, andando a vincere. Ed ecco le ambulanze festanti.
Le ambulanze sono del suo amico Roberto Squecco, condannato in via definitiva per «tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso» e la cui moglie è stata eletta nella lista di Alfieri. Doppia festa, quindi.
Ma se le ambulanze sono in giro a festeggiare allora la gente muore? Sì, ma va tutto bene: anche le pompe funebri di Capaccio Paestum sono del buon amico Squecco, quindi ciò che esce da una mano rientra nell’altra.
Il trucco è chiaro: basta gestire il sistema di qua e di là, badando a fornire tutti i servizi. Così si vince sempre.
Occhio, quindi: qui non è una questione di destra o di sinistra, anche se Alfieri di casa abita sufficientemente vicino al PD, ma di paese reale, che si muove – legalmente il più delle volte, se non è proprio necessario forzare la mano – a seconda dell’opportunità del momento senza mai squassarsi. Istruttivo.