Palazzo Tè, e già a me va bene quasi qualunque cosa.
Il pretesto è il penultimo concerto, final, di Ennio Morricone: orchestra sontuosa di novanta elementi più una trentina di coristi, più alcuni solisti di primo piano, non si può dire che gli imponenti mezzi non siano spiegati.
Pubblico molto pagante delle grandi occasioni, le prime file ben vestite e desiderose di interagire con standing ovations davvero frequenti. E Morricone, giustamente, gli applausi li desidera e se li prende proprio tutti, esecuzione per esecuzione.
Alcune sensazionali, Gli Intoccabili e Mission, molte altre che io non conoscevo, che so: La tenda rossa, Altri, dopo di noi, Olmo e Alfredo, Ostinato ricercare per un’immagine, Aboliçao e così via, un concerto che sono contento di aver visto, una volta nella vita. E non credo saranno gli ultimi, lui pare in forma, cammina e dirige bene, scommetto su altre esibizioni.