The
B. Site of the
Moon
torna |
trivigante
2006 |
|
the
b. site
of the moon
sbrodolata finto-casuale di
b.cose.
Mi costa meno dell'analista e mi diverte di più.
A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo,
neanche nel b.site. |
I've looked under chairs / I've looked under tables
/
I've tried to find the key / To fifty million fables
/
They call me The Seeker / I've been searching low
and high /
I won't get to get what I'm after / Till the day I
die |
Come detto il 4 agosto, per lenire il
senso di colpa e di abbandono
causa assenza temporanea, ho inserito un piccolo
racconto breve per ogni
giorno di agosto (mese
strano, si è detto), così da non lasciare del tutto
vuoto il b.site, preda degli avvoltoi e delle iene.
Ora che son tornato, riprendo come al solito,
lasciando però i racconti all'apice di ogni giorno,
per chi - eventualmente - gradisse. |
28. (FERNANDO
PESSOA, da Il poeta è un fingitore)
Ognuno di noi è più di uno, è molti, è una
prolissità di sé stesso. |
27. (BEPPE
FENOGLIO, da I ventitré giorni della città di
Alba)
Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la
persero in duecento il 2 novembre dell'anno 1944. |
26. (JORGE LUIS
BORGES, da Manuale di zoologia fantastica)
LA FAUNA DEGLI STATI UNITI.
La scherzosa mitologia degli accampamenti di
boscaioli nel Wisconsin e nel Minnesota comprende
singolari creature, alle quali, sicuramente, nessuno
ha mai creduto.
L'HIDEBEHIND sta sempre di dietro. Per quanti giri
un uomo faccia, quello gli sta sempre alle spalle, e
per questo nessuno l'ha visto mai, sebbene abbia
ucciso e divorato molti legnaioli.
Il ROPERITE, animale di piccola statura, ha un becco
simile a una corda, e se ne serve per accalappiare
anche i conigli più veloci.
Il TEAKETTLER si chiama così perché fa un rumore
come l'acqua che bolle nel pentolino del tè; caccia
fumo dalla bocca, cammina all'indietro, ed è stato
visto pochissime volte.
L'AXEHANDLE HOUND ha testa a forma d'ascia, corpo a
forma di manico d'ascia, zampe rattrappite, e si
nutre esclusivamente di manici d'ascia.
Fra i pesci di questa regione ci sono le UPLAND
TROUTS, che nidificano negli alberi, volano
benissimo e hanno paura dell'acqua.
Esiste inoltre il GOOFANG, che nuota all'indietro
perché non gli vada l'acqua negli occhi, ed è delle
stesse precise dimensioni del pesce ruota, ma molto
più grande.
Né va dimenticato il GOOFUS BIRD, uccello che
costruisce il nido a rovescio e vola all'indietro,
perché non gli importa del posto dove va, ma di
quello dove stava.
Il GILLYGALOO, che faceva il nido nelle scarpate
laterali della famosa Pyramid Forty, deponeva uova
quadrate, perché non rotolassero e si perdessero. I
legnaioli cuocevano queste uova e le usavano come
dadi.
Il PINNACLE GROUSE aveva un'ala sola, che gli
permetteva di volare in una sola direzione, per cui
faceva infinitamente il giro d'una stessa montagna
conica. Il colore delle piume variava secondo le
stagioni e secondo la condizione dell'osservatore. |
Le canzoni brevi.
C'era una volta il "two-three-four"
dei Ramones che batteva
il tempo là dove finiva una canzone e ne cominciava
un'altra - altrimenti non si capiva - giusto per
citare l'antonomasia della canzone istantanea.
C'erano poi i professionisti della canzone al di
sotto del minuto di durata, per esempio i
F-Minus, i
Fantômas, i
Guided by Voices, i
The Locust, i
Melt-Banana, i
Napalm Death, piuttosto
che i Soft Machine.
Come
Monterroso (e
Calvino dopo di lui)
teorizzava l'assoluta necessità (e la sontuosa
bellezza) del racconto breve
(cfr. cinema, anche), così anche in musica
esiste la forma contratta ma non rattrappita della
narrazione, spesso bistrattata sotto forma di
intro, che è la canzone
breve.
Per convenienza, ho considerato
canzoni brevi soltanto
quelle al di sotto dei sessanta secondi di durata,
tempo oltre il quale inizia - più o meno - la deriva
inarrestabile verso il
progressive rock e i pezzi lunghi un lato A o
B di un LP.
Ecco, di conseguenza, la
lista di tutte le canzoni rock/pop conosciute al di
sotto del minuto.
La forma breve è oggi
il territorio migliore per la
sperimentazione, dato che viviamo in anni
poco inclini alle imprese epiche o, quantomeno,
impegnative, probabilmente a causa dell'eccessiva e
sregolata alimentazione.
Poiché il pezzo deve colpire nel segno per
giustificare la durata irrisoria, ciò avviene di
solito o per via musicale
o per via testuale,
tertium non datur: per quanto riguarda il
testo, sono
interessanti per vari motivi i
titoli di alcune composizioni brevi.
Ne riporto alcuni:
28 Days - Don't Touch My
Turntables
AFI - Hearts Frozen
Soil Sod Once More By The Spring Of Rage, Despair,
And Hopelessness
Big D and the Kids Table -
What The Hell Are You Going To
Do?
The Boy Least Likely To -
Warm Panda Cola
Buffalo Daughter -
What's The Trouble With My Silver Turkey?
CCCP - Appunti di un
viaggiatore nella terra del socialismo reale (Epica
Etica Etnica Pathos)
Charles Bronson - I
Can't Be Friends With You Because You Like Epitaph
Charles Bronson - They
Should Legalize Drugs So You Can Hurry Up And
Fucking Die
Exhumed - A Decrepit
Denouement for the Disgustingly Deceased (Outro)
Fantômas - Animali In
Calore Surriscaldati Con Ipertermia Genitale
Ligabue - Qualcuno ha
visto, per caso, il mio cane blu elettrico monofase?
The Locust - Alas, Here
Come the Hypochondriacs to Wait With You in the
Lobby
The Mars Volta -
Sarcophagi (first movement of Cygnus....Vismund
Cygnus and last movement of Cassandra Gemini)
Mindless Self Indulgence -
ecnegludnI fleS sseldniM
Nile - Dusk Falls Upon
the Temple of the Serpent on the Mount of Sunrise
Pink Floyd - A New
Machine, Pt. 2 (da A Momentary Lapse of Reason)
Regurgitate - Embrace
Obscenity And Kiss The Eruption Of Destruction
Sufjan Stevens - A
Conjunction of Drones Simulating the Way in Which
Sufjan Stevens Has an Existential Crisis in the
Great Godfrey Maze
Sufjan Stevens - Riffs
and Variations on a Single Note for Jelly Roll, Earl
Hines, Louis Armstrong, Baby Dodds, and the King of
Swing, to Name a Few.
Appare più che evidente che, là dove il pezzo tende
alla somma brevità, il
titolo, per contrasto, tende
all'eccesso, un po' perché è divertente e
surreale, un po' perché dà l'impressione di
accorciare ancor di più la parte
melodica, già finita
nel tempo necessario a leggerne il titolo.
Comunque sia, viva i pezzi brevi e brevissimi: siamo
troppi ovunque, ci vuole più
sintesi, nessuno si
senta escluso. |
25. (JAMES
JOYCE, da Ulisse)
VENDETTA TRASVERSALE.
Belluomo esce dal letto della moglie dell'amante di
sua moglie. |
Tin
tin tin... e avanti con le pecore o con la
cattedrale di Todi.
Sto parlando dell'intervallo
RAI, con il monoscopio o con immagini fisse,
alla fine degli anni Settanta, con arpe varie che
allietavano l'attesa. Ora, finalmente, dopo trent'anni
di ricerche, sono in grado di fornirvi la pleilista
dei pezzi di sottofondo:
-
George Frideric Haendel
(1685-1759) - PASSACAGLIA dalla Suite n. 7 per
clavicembalo
- François Couperin
(1668-1733) - SARABANDA dal IV concerto dei Concerts
Royeaux
- Pietro Domenico Paradisi
(Paradies) (1707-1791) - TOCCATA da "Le
sonate di gravicembalo"
- George Frideric Haendel
(1685-1759) - LARGO dall'opera Serse (per
archi, cembalo ed arpa)
- Robert Schumann
(1810-1856) - TRAUMEREI (Sogno) (trascrizione per
archi ed arpa)
- Franz Schubert
(1797-1828) - MOMENTO MUSICALE N.3 (trascrizione per
archi)
- Johann Sebastian Bach
(1685-1750) - BIST DU BEI MIR (trascrizione per
archi, arpa e organo).
Bei tempi e, che dire?, scelte
colte. Sciapò. Ed ecco gli interpreti:
-
Anna Palomba Contadino (1930 - 2005), arpa
solista.
- Orchestra d'archi San
Gabriele della Radio Vaticana diretta dal
maestro Alberico Vitalini.
- Elaborazione, instrumentazione per arpa solista e
orchestra d'archi di Alberico
Vitalini. |
Let him who hath understanding /
reckoning the number of the beast / for it is a
human number / its number is: six hundred and sixty
six.
E' con la gioia nel cuore che annuncio solennemente,
oggi, che il sito ha accolto il
seicentosessantaseiesimo
visitatore, numero abnorme per le pretese e
le aspettative qui coltivate. Ed è ancora più
soddisfacente sapere che si tratta di
DJ Enzio di
Gussago (Bs), amico e
sostenitore della prima ora di trivigante e dell'alter
ego umano che ci sta dentro.
A mo' di ringraziamento, seppur mai sufficiente,
qualche link video di sapore demoniaco:
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
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10 -
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14 -
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16 -
17 -
18 -
19 -
20 -
21 -
22.
Lui è la Bestia. |
24. (JORGE LUIS
BORGES e ADOLFO BIOY CASARES, da Racconti brevi e
straordinari)
FINALE PER UN RACCONTO FANTASTICO.
- Che strano! - disse la ragazza avanzando
cautamente.
- Che porta pesante! - così dicendo la toccò, e
quella si chiuse improvvisamente con un tonfo.
- Mio Dio! - disse l'uomo. - Mi sembra che
all'interno sia priva di serratura. Ci ha chiusi
dentro tutti e due!
- Tutti e due no. Uno solo - disse la ragazza.
Passò attraverso la porta e scomparve. |
Qualche consiglio indigeno per
cichéti & bàcari a Venessia.
Raccolgo in rete alcuni suggerimenti per andar a
cichéti a Venessia, che
riporto, chissà mai:
- cosa chiedere di più?: "al
bagolo in campo san giacomo dall'orio, ampio
plateattico bea gente bea musica e tanta mona";
- questo la sa lunga: "esiste
ancora i Bacari? Disemo posti dove ti pol magnar
cichetti decenti va ben?. E ora, 1) Aea Patatina,
par 'ndar in campo S.polo. 2) El bacaro in fondo dea
cae dee Paste par 'ndar in campo S.Marina. 3) Ae
Alpi da Dante, fioi ocio forse l'unico vero BACARO
che se rest a Venessia, de ist che xe anca un bel
giardin coe frasche dove ti pol sentarte co un goto
de vin";
- c'è la cocona brasiliana: ""Ai
promessi sposi" drio la strada nova cicchetti a
sbrega pochi schei e al banco ghe xe na cocona
brasiliana no ste ndar invesse a pie del ponte dea
maddalena 4 ombre 1 piatin de bovoeti 14 € i sa
morti";
- porta pure il cane: "Da
franco in campo do possi. Bar de casada: boni i
cicheti e ea bibita. ti xe tranquio sia senta' fora
in campo,che drento el giardin.. i gestori ama i
animai x cui ti pol 'ndar col can e nissun te rompe
i coco'";
- polemico: "Pier-dickens in
campo santa Margherita: nn so dacordo con queo chel
ga dito de nn andar al pier-dickens!! nn se vero
niente che ti paghi cussi tanto ascolte mi che so un
cliente fisso. mando anca ea gente che me chiede e
quando i me rincontra e me dise che i go mandai
davero in un beissimo posto dove se magna veramente
ben e se spende na sborada";
- genuino: "Da Lele ai
TOLENTINI. Andè a magnar un panineto da Lele, co un
euro e meso ti te magni un panineto e una ombra de
vin. Tutto bon e onestissimo!";
- per intenditori: "In S
Benardo Murano: "Dai sporchi"Con manco de queo che
ti pensi cafe con formigoe, vovi verdi,e alltre
sicherie,molto frequenta da indigeni chiusura alle
22:00 circa fa veramente da gaga";
- non andate: "Vecia bruxel in
campiello Mosca. non ste ad andar li mfioi el
personal na roba nda skifo ed il paron el se un vero
magniaschei....el se crede de essere chi sa chi el
ga compra anke,insieme ad altri do,il pier dikens e
il causin in campo s. margherita.......";
- non andate neanche qui: "Salus
a Santa Margherita. na vera schifessa.....el se dei
cinesi....... igene nenke a parlar..... panini e
tramesini de merda..... piuttosto andè a S.Barnaba
al baretto con ea tenda bianca e maron...ea si che
se sta ben.........". |
Magia
o stanza sbirola?
Nel 1946 l'oftalmologo americano
Adelbert Ames, da
un'idea di Hermann Helmholtz, costruì la stanza
sbirola, comunemente conosciuta come
Stanza di Ames.
La stanza è costruita in modo che vista frontalmente
appaia come una normale stanza a forma di
parallelepipedo. In realtà la pianta della stanza ha
forma di trapezio, le pareti sono divergenti ed il
pavimento ed il soffitto sono inclinati.
Insomma, una cosetta ganza che mi piacerebbe avere
in casa, possibilmente nel salone da ballo o nelle
scuderie.
Per gli scettici sul grado di magia insito, qualche
diagramma e spiegazioni esaurienti
qui,
qui e
qui. |
I consulenti del risparmio
aziendale.
La scorsa settimana ho invitato un paio di amici al
ristorante; il cameriere che ha ricevuto le nostre
ordinazioni aveva un cucchiaino nel taschino della
giacca. Cosa piuttosto strana, mi sono detto! Anche
il cameriere che ci ha servito il primo piatto aveva
un cucchiaino nel taschino della camicia. Quando è
tornato al nostro tavolo, preso dalla curiosità, gli
ho chiesto: "A che serve il
cucchiaino?".
Il cameriere mi ha così spiegato: "il
proprietario del ristorante ha ingaggiato la
Andersen Consulting, nota ditta esperta nell'aumento
dell'efficienza, per verificare il nostro lavoro.
Dopo qualche mese di statistiche ci hanno consegnato
i risultati: l'oggetto che cade più spesso ai nostri
clienti (73,84% in più rispetto agli altri), è il
cucchiaino. Ciò fa circa 3 cucchiaini all'ora. Se il
nostro personale avesse costantemente alla propria
portata un cucchiaino, potremmo risparmiare 1,5
giorni/uomo all'anno. E così è!".
Il cameriere, mentre parla con noi, sente il rumore
di un oggetto metallico che cade per terra, estrae
immediatamente il cucchiaino dalla tasca e lo dà al
cliente. Poi continua: "Vede,
avendo nel taschino il cucchiaino mi sono
risparmiato il viaggio di andata e ritorno dalla
cucina".
Soddisfatto di averci fornito la spiegazione, il
cameriere ha ripreso il suo lavoro. E' in quel
momento che ho notato che un pezzo di spago gli
penzolava dai pantaloni; quando è tornato al nostro
tavolo gli ho chiesto: "E
quello spago?".
"Non tutti i clienti notano
anche quello! La stessa ditta di consulenza ha anche
affermato che è possibile risparmiare tempo pure
quando si va al bagno".
"E come?" ho
chiesto stupefatto.
"Vede, questo spago è
legato al mio pisello. In questo modo, noi
camerieri, possiamo tirarlo fuori senza usare le
mani, risparmiando così il 76,24% del tempo. Infatti
non è più necessario lavarci le mani!".
"Eh... la Andersen
Consulting! OK, ciò ha senso! Ma una volta che lo ha
tirato fuori, come lo rimette dentro senza usare le
mani?".
"... non so gli altri ...
io uso il cucchiaino".
E Dario Fo, più di trent'anni fa, cantava:
"«Signor padrone, non sì arrabbi se al gabinetto
devo andare».
«Ci sei stato l’altro ieri, tutti i giorni ci vuoi
andare! Mi vuoi proprio rovinare, la catena fai
rallentar».
«Signor padrone, ci prometto che da domani non ci
vado: mangio solo roba in brodo e farò solo pipì, la
faccio qui!».
« Vai, ma sbrigati in tre minuti: come e scritto nel
contratto non si fuma al gabinetto, non si legge
l’Unità: c’è il periscopio che ti vedrà».
Tre secondi per arrivarci, tre secondi per
spogliarti, due secondi per sederti: viene il capo a
sollecitarti, non ti resta che sbrigarti: tre
secondi per alzarti, due secondi per vestirti, se
hai fortuna puoi pulirti e corri subito a lavorar".
Dio ci scampi dai consulenti aziendali. |
23. (DINO RISI,
originale)
Erano due sorelle. Attaccatissime l'una all'altra.
Infatti erano due SORELLE SIAMESI. Un giorno una
delle due si innamora e si sposa. Ma dopo qualche
tempo, una notte, si accorge che il marito la
tradisce con la sorella. Allora, per punirla, si
uccide. |
Signora, sale o scende?
Quattro posti, in Italia:
- il più famoso si trova lungo la statale 218, a 60 Km a sud di Roma, tra
Rocca di Papa e
Ariccia (coordinate 41°
44' 05" N, 12° 41' 30" E);
- un altro è nella frazione
Montagnaga di Baselga
di Pinè, in provincia di Trento (46° 06'
6.984" N, 11° 14' 10.248" E);
- un altro a Roccabruna
in provincia di Cuneo;
- un ulteriore, sulla strada che sta di fronte al
cimitero di Serro,
frazione di Villafranca
Tirrena in provincia di Messina.
In questi quattro posti, ove più ove meno, avviene
il
mirabolante effetto della
salita in discesa, vale a dire se si pone
sulla strada un oggetto (una palla, dell'acqua,
un'automobile in folle etc.) questo inizia a
muoversi nella direzione di quella che appare essere
la salita, ovvero verso l'alto.
Alterazione del campo gravitazionale? Forze ignote
in movimento? Raggio traente?
Può essere, oppure illusione ottica ganzissima.
Qui,
qui e
qui qualche scienziato luminare ha studiato la
cosa. |
22. (CORRADO
ALVARO, da Una vita)
Non sapeva cosa dirle, e allora le disse: ti amo. |
21. (JORGE LUIS
BORGES, da L'artefice)
LA TRAMA.
Perché il suo orrore sia perfetto, Cesare, incalzato
ai piedi di una statua dagl'impazienti pugnali dei
suoi amici, scopre tra le facce e gli acciai quella
di Marco Giunio Bruto, il suo protetto, forse suo
figlio, e non si difende più ed esclama: "ANCHE TU,
FIGLIO MIO!" Shakespeare e Quevedo raccolgono il
patetico grido.
Al destino piacciono le ripetizioni, le varianti, le
simmetrie; diciannove secoli dopo, nel sud della
provincia di Buenos Aires, un "gaucho" è aggredito
da altri "gauchos" e, nel cadere, riconosce un suo
figlioccio e gli dice con mite rimprovero e lenta
sorpresa (queste parole bisogna udirle, non
leggerle): "COME, TU!".
Lo uccidono e non sa che muore affinché si ripeta
una scena. |
20. (ACHILLE
CAMPANILE, da Tragedie in due battute)
IL DIAVOLO E IL TEOLOGO.
IL TEOLOGO
Ma dimmi, perché tu tenti gli uomini?
IL DIAVOLO
Perché tentar non nuoce. |
19. (FRIEDRICH
DURRENMATT, da Racconti)
NATALE.
Era Natale. Attraversavo la vasta pianura. La neve
era come vetro. Faceva freddo. L'aria era morta. non
un movimento, non un suono. L'orizzonte era
circolare. Nero il cielo. Morte le stelle. Sepolta
la luna. Non sorto il sole. Gridai. Non mi udii.
Gridai ancora. Vidi un corpo disteso sulla neve. Era
Gesù Bambino. Bianche e rigide le membra. L'aureola
un giallo disco gelato. Presi il bambino in mano.
Gli mossi su e giù le braccia. Gli sollevai le
palpebre. Non aveva occhi. Io avevo fame. Mangiai
l'aureola. Sapeva di pane stantio. Gli staccai la
testa con un morso. Marzapane stantio. Proseguii. |
18. (da
AMARCORD, soggetto e sceneggiatura di F. Fellini e
T. Guerra)
Mio nono fava i matoni, mio babo fava i matoni, faso
i matoni anca me, ma la mia casa 'ndov'è? |
Una
gita nel bosco.
Un giro dalle parti di Ferrara,
Goro,
Codigoro, impone una
visita al
bosco della Mesola, area protetta bellissima ed
ex riserva di caccia degli Este.
Grazie a una politica saggia, una volta tanto, se ne
può visitare solo il 10%, circa 100 ettari quadrati,
così che il bosco resti incontaminato e lo sviluppo
proceda indisturbato. Un'occasione per vedere il
riccio occidentale, la lepre comune, il ghiro, il
moscardino, la faina, la donnola, la puzzola, il
tasso, la lontra, il cervo e il daino. E un sacco di
altre bestiole interessanti. |
I
migliori titoli della musica country.
Tra nuove mietitrebbie e maiali ammalati, la
musica country è
diretta e onesta e, la bellezza sta in questo, offre
un ampio repertorio di canzoni dal tenore bizzarro.
Una specie di americanità concentrata all'ennesima
potenza, espressa con un filo di paglia in bocca e
un maiale sulle spalle. Ecco, dunque, una ricca
selezione dei migliori titoli della musica country
americana con i relativi autori dei misfatti (e
grazie a Mr. A. che ha
cercato e commentato con me i titoli):
amore in Oklahoma:
"You're the Reason God Made
Oklahoma" - David Frizzell & Shelly West
speranza d'amore:
"Cowboy
Take Me Away" - Dixie Chicks
problemi familiari:
"I Don't
Call Him Daddy" - Doug Supernaw
ci vediamo lì:
"Meet Me
In Montana" - Dan Seals & Marie Osmond
mi sei piaciuta subito:
"You Had
Me From Hello" - Kenny Chesney
ti ho detto che funziona (ah,
la tennòlogia!):
"There
Ain't Nothin' Wrong With The Radio" - Aaron Tippin
un altro cicchetto:
"Two More
Bottles of Wine" - Emmylou Harris
lapalisse:
"When You're
Hot You're Hot" - Jerry Reed
son qui seduto nel mio
bel porticato:
Old Dogs,
Children, And Watermelon Wine
(nota: è un fiore e non vino d'anguria,
purtroppo)
radicali in Texas:
D-I-V-O-R-C-E
- Tammy Wynette
si sta più comodi:
Sleeping
Single in a Double Bed - Barbara Mandrell
mi raccomando:
Mamas Don't
Let Your Babies Grow Up To Be Cowboys - Willie
Nelson & Waylon Jennings
incontriamoci a metà strada:
Louisiana
Woman, Mississippi Man - Conway Twitty & Loretta
Lynn
non rompermi i maroni:
I Think I'll
Just Stay Here and Drink - Merle Haggard
ci siamo già passati:
Does Fort
Worth Ever Cross Your Mind - George Strait
sospettavo non mi amassi davvero:
You Never Even
Called Me By My Name - David Allen Coe
rustica concretezza:
"When I Said I
Do" - Clint Black & Lisa Hartman Black
sono contento di essere
quello che sono:
"Thank God I'm
a Country Boy" - John Denver
mi hanno pagato:
"Coca Cola
Cowboy" - Mel Tillis
mi piace la musica:
"Brother
Jukebox" - Mark Chesnutt
ma come li porta lei...:
"Baby's Got
Her Blue Jeans On" - Mel McDaniels
non a Salem né a Gomorra:
"The Devil
Went Down To Georgia" - The Charlie Daniels Band
ho fatto un botto in
macchina:
"Every Time
Two Fools Collide" - Kenny Rogers & Dottie West
ci piace il pericolo:
"Tryin' To
Love Two Women" - Oak Ridge Boys
ci credo davvero:
"My Heroes
Have Always Been Cowboys" - Willie Nelson
io sono stato il primo
(country pride):
"I Was Country
When Country Wasn't Cool" - Barbara Mandrell with
George Jones
ma come sono tragico:
"I'll Go To My
Grave Lovin' You" - Statler Brothers
le cose che mi piacciono:
"Guitars,
Cadillacs, Etc., Etc." - Dwight Yoakam |
17. (FRANZ
KAFKA, da Racconti)
PICCOLA FAVOLA
Ahi!, - disse il topo, - il mondo diventa ogni
giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo
paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere
finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle
pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro
l'un l'altra così rapidamente che io sono già
nell'ultima stanza, e lì, nell'angolo, c'è la
trappola nella quale cadrò.
- Devi solo cambiare la direzione della corsa, -
disse il gatto e lo mangiò. |
Le
piccole gioie che ci dà la provincia giapponese.
Ennesima dimostrazione di quanto i
giapponesi possano essere del tutto cretini, e di
quanto ci sguazzino,
un video - sempre segnalato dallo stercorario
Mr. A. - per imparare la geografia del Giappone. |
I
temibili uscocchi.
I pirati per antonomasia, altro che i lordini
inglesi con le loro sottocoppe in peltro e i
servitori a poppa.
Gli uscocchi (in
croato uskoci) furono celebri pirati di
origine croata, insediatisi nella prima metà del
Cinquecento a Segna (Senj),
lungo il canale della Morlacca
nel punto in cui il Golfo del
Quarnero si insinua nell'entroterra croato.
Sostenuti non apertamente dall'Imperatore
(il quale pubblicamente se ne lagnava),
intercettavano senza pregiudizi qualunque nave,
turca o veneziana, solcasse l'Adriatico.
In mille, agguerritissimi e spietati, abbordavano le
navi con veloci barchette a remi e non si facevano
remore a tagliare tutte le teste a portata di filo
di spada.
Poi si rifugiavano nella
fortezza sopra Segna a osservare il mare,
attendendo. Oppure, non si facevano remore ad
arrivare fino all'Istria
o Monfalcone, di volta
in volta.
Il provveditore della Dalmazia
Tiepolo organizzò una spedizione contro di
loro nel 1592, ma gli uscocchi lo respinsero, con
gran scorno.
Furono anche il pretesto per lo scoppio della
Guerra di Gradisca tra
Venezia e l'Austria
(1616-1617), finché, con la vittoria veneziana,
furono definitivamente annientati. Per effetto della
pace di Madrid (1617)
le famiglie superstiti vennero trasferite
all'interno (vicino a Karlovac e nei cosiddetti
Monti degli Uscocchi) e le loro navi bruciate.
Bei tempi quelli, al confronto di questi in cui
i pirati sono informatici e si presentano alle
elezioni in Svezia: il
controsenso più evidente, dei pirati alle elezioni.
Mai visto. Bleah! |
Gli
gnomi dicono: colpevole.
Cosa vuol dire avere / un metro e mezzo di statura,
/ ve lo rivelan gli occhi / e le battute della
gente...
Il giudice della corte suprema
delle Filippine,
Florentino Floro, che aveva affermato di
consultare sistematicamente per le sue sentenze un
magico trio di gnomi, è
stato stranamente licenziato.
"Il giudice, che presiede un tribunale della
periferia di Manila, è stato licenziato perché non
ha superato il test psichiatrico ordinato dalla
Corte suprema", spiega il
Sydney Morning Herald. "Floro aveva
l'abitudine di dare inizio alle udienze con la
lettura di un brano dal libro dell'Apocalisse e
affermava di essere dotato di poteri soprannaturali
come prevedere il futuro e operare guarigioni
miracolose".
Le Figaro si sofferma
sulla questione degli gnomi: "A quanto pare si
chiamano Armand, Luis e Angel
e appartengono a quel gruppo di creature magiche che
la mitologia filippina chiama 'duwendes', nani
invisibili e maligni, pronti a invocare ogni sorta
di male contro gli umani che li stuzzicano. Floro
affermava di aver stretto un patto con questi tre
gnomi che gli permetteva di consultarli prima di un
giudizio. Ma, nel momento di maggior bisogno, sembra
proprio che i tre si siano defilati dall'aula del
tribunale".
Dopo essere stato allontanato dalla magistratura il
31 marzo 2006 Floro è ricorso in appello contro il
provvedimento, ma ha perso. |
16. (LEO
LONGANESI, da Parliamo dell'elefante)
Vissero infelici perché costava meno. |
Le
piccole gioie che ci dà la provincia americana.
Tra le innumerevoli invenzioni
ascrivibili a uomini e donne del Montana, dello Utah
o del New Jersey, Mr. A. mi segnala un
comodo mezzo di trasporto per viaggi
confortevoli. |
Le
piccole gioie che ci dà la provincia italiana.
Un'altra segnalazione video, che darà
di certo piccole gioie a chi ricorda l'epopea della
telenovela piemontese, già passata in lungo e in
largo sugli schermi di una tv del nano vulcaniano. |
15. (HENRY
MILLER, da I libri nella mia vita).
Un giorno mi capitò di parlargli della mia
ammirazione per Thomas Mann, e in un momento mi
trovai lanciato in un ditirambo su "Morte a
Venezia". Nichols mi rispose con lazzi e sberleffi.
Esasperato, gli dissi che sarei andato a prendere il
libro e glielo avrei letto ad alta voce. Lui ammise
di non averlo mai letto, e ritenne la mia proposta
eccellente.
Non dimenticherò mai quell'esperienza. Prima che ne
avessi letto tre pagine, Thomas Mann cominciò a
sgretolarmisi tra le mani. Nichols, badate bene, non
aveva detto una parola. Ma leggendo ad alta voce il
racconto, e a un orecchio critico, venne fuori d'un
tratto l'ossatura scricchiolante che tiene su tutto
l'edificio.
Io che credevo di tenere in mano un pezzo d'oro
puro, mi trovai a guardare un pezzo di cartapesta. A
metà strada scaraventai il libro per terra. |
14. (VANDA
PACIARONI, originale).
COMPAGNO.
Nel 1968 eravamo giovani e dividevamo le persone in
due specie: chi era compagno, chi non era compagno.
C'era una fratellanza universale fra compagni. Era
l'unica credenziale che contasse veramente. Un mio
collega d'università doveva portare dei libri a un
tizio che non conosceva. Andò a casa sua, suonò il
campanello, ma nessuno rispose. Vide che la porta
era aperta: decise perciò di entrare, lasciare i
libri e andarsene. Una volta entrato si accorse che
nell'unica stanza dell'appartamento c'erano due che
facevano l'amore. Mentre stava per defilarsi uno dei
due girò la testa e disse:
- Sei compagno?
- Sì.
- Allora puoi restare. |
13. (ISTVAN
ORKENY, da Novelle da un minuto)
DIGNITA' PROFESSIONALE
Io sono un osso duro! So dominarmi. Esteriormente
non lo davo a vedere, ma erano in gioco il lavoro
assiduo di lunghi anni, il riconoscimento del mio
talento, tutto il mio futuro.
- Sono un artista zoologo, - dissi.
- Che cosa sa fare? - chiese il direttore.
- Imito le voci degli uccelli. - Purtroppo, - disse
con un cenno di diniego, - è roba fuori moda. - Ma
come? Il tubare della tortora? Lo zirlìo
dell'ortolano? Il canto della quaglia? Lo squittire
del gabbiano? La melodia dell'allodola?
- Roba vecchia, - disse annoiato il direttore.
Mi fece male. Ma credo di non averlo dato
assolutamente a vedere.
- Arrivederci, - dissi cortesemente, e volai via
dalla finestra aperta. |
12. (MAX AUB,
da Delitti esemplari)
Parlava, parlava, parlava, parlava e parlava e
parlava.
E seguitava a parlare. In casa mia la padrona sono
io. Ma quella domestica grassa non faceva che
parlare, parlare ed ancora parlare. Dovunque io
fossi, quella arrivava e cominciava a parlare.
Parlava di tutto, di qualsiasi cosa, per lei era lo
stesso.
Licenziarla per questo? Avrei dovuto darle i suoi
tre mesi di paga. Inoltre sarebbe stata capacissima
di buttarmi addosso il malocchio. Veniva persino in
bagno: e questo, e quest'altro, e quest'altro
ancora. Le ficcai un asciugamano in bocca perché la
smettesse. Non morì mica per questo, ma perché non
riusciva più a parlare. Le scoppiarono le parole
dentro. |
11. (THOMAS
PYNCHON, da V)
C'E' UN TIZIO
C'è un tizio che ha una vite d'oro al posto
dell'ombelico, fin dalla sua nascita. Per vent'anni
consulta dottori e specialisti di tutto il mondo per
riuscire a liberarsi della vite, ma senza successo.Alla
fine, mentre si trova a Haiti, incontra per caso uno
stregone voodoo, il quale gli dà da prendere una
pozione puzzolente. Lui la beve, si addormenta e fa
un sogno. In questo sogno si trova in una strada
illuminata dalla luce verde dei lampioni. Seguendo
le indicazioni dello stregone (svolta prima due
volte a destra e poi a sinistra), trova un albero
(all'altezza del settimo lampione), ai cui rami sono
attaccati dei palloncini colorati. Accanto al quarto
ramo, a partire dall'alto, c'è un palloncino rosso.
L'uomo lo fa scoppiare e dentro vi trova un
cacciavite con un manico di plastica giallo. Usando
il cacciavite, si libera della vite allo stomaco e,
a questo punto, si sveglia. (E' mattino). Abbassa lo
sguardo verso l'ombelico e vede che la vite è
scomparsa. Quella maledizione durata vent'anni è
finita. Pazzo di gioia, salta su dal letto, e gli
cade giù il culo. |
10. (GIANNI
RODARI, da Il gatto viaggiatore e altre storie)
Fiducioso nei proverbi cinesi un tale si sedette
sulla riva del fiume ad aspettare che passasse il
cadavere del suo nemico: vide invece passare l'anima
del suo nemico che andava in paradiso mostrandogli
la lingua. |
Racconto speciale della vigilia di
Ferragosto. (ANTONIO GRAMSCI,
da un discorso)
Chiunque si sia innamorato almeno una volta nella
vita, non può non essere comunista. |
9. (POGGIO
BRACCIOLINI, da Facezie, 1452- '53)
A Tivoli un frate dotato di scarso buon senso
predicava al popolo scagliandosi con parole di fuoco
contro l'adulterio. Fra l'altro disse anche che era
un peccato così grave che egli avrebbe preferito
conoscere carnalmente dieci vergini piuttosto che
una sola donna sposata. E su questo punto si
trovarono d'accordo anche molti tra i presenti! |
8. (EDGAR LEE
MASTERS, da Antologia di Spoon River)
ROGER HESTON
Quante volte Ernest Hyde ed io abbiamo discusso del
libero arbitrio!
La mia metafora preferita era la vacca di Prickett
che pascolava legata e circolava
quanto glielo concedeva la fune.
Un giorno che così discutevamo,
guardando la mucca
che tirava la fune per allargare lo spazio
che era ormai nudo d'erba,
il piolo saltò e, testa bassa,
quella ci corse addosso.
- E questo? non è libero arbitrio? - disse Ernest
fuggendo di corsa.
Io caddi sotto una cornata. |
7. (LUCA
RAFFAELLI, originale)
RIPENSAMENTO
Charles Darwin si fermò attonito a guardare il
cadavere del suo grande amico Adam B. Ant. Non era
una lacrima ma una goccia di sudore quella che gli
colava sulla guancia sinistra. "Come potrò mai
coniugare la teoria dell'evoluzione della specie -
pensava - col fatto che sono sempre i migliori ad
andarsene?". |
6. (VALENTINO
ZEICHEN, originale)
IL VARANO E L'ELETTROTRENO ETR 500.
Anche se dotato di un primitivo cervello da rettile,
il Varano dell'isola di Komodo compì un improvviso
scatto evolutivo. Pur alienato dal suo ambiente,
deprivato della caccia in terra e in mare, catturò
una mobile visione che i suoi tristi occhi di
lucertola gigante non smisero più di puntare. Oltre
il reticolato elettrizzato dello zoo, vedeva
manovrare e talvolta sfrecciare il fatale
elettrotreno ETR 500, detto anche: "Ferro da Stiro".
In 65 milioni di anni, lui non aveva mai veduto un
suo facsimile di tale bellezza, come se l'arte
divina che modella la natura avesse lanciato una
nuova linea di sauri. L'elegante rettile dalla
doppia testa di vipera, addomesticato alla rotaia,
non si mordeva la coda come fanno di solito i
serpenti, per dimostrare la circolarità del tempo;
ma mostrava del pacifico cibo vivente lungo tutta la
sua sagoma trasparente. Il Varano rimase folgorato
dalla sua velocità; per un istante pensò di
inseguirlo... Ma quel rettile aerodinamico correva
troppo, e capì che non sarebbe mai riuscito a
stargli dietro lungo la scala dell'evoluzione. |
5. [MOSS
ROBERTS (a cura di), da Fiabe e Storie Cinesi]
LA SCURE PERDUTA
Un uomo, che aveva perduto la sua scure, sospettò
del figlio del suo vicino. Il ragazzo camminava come
un ladro, aveva tutto l'aspetto di un ladro e
parlava alla maniera dei ladri. Ma l'uomo ritrovò la
sua scure mentre vangava nella valle, e la prima
volta che rivide il figlio del suo vicino, il
ragazzo camminava, appariva e parlava come un
qualsiasi altro ragazzo. |
4. (EDITH
SITWELL, da Autobiografia)
Certo la preoccupazione principale di mio padre era
mia madre, che aveva la discutibile abitudine di
concedersi frivoli divertimenti.
Quando mia madre morì, il buon vecchio Harry Moat,
cameriere di mio padre e amico mio e dei miei
fratelli per tutta la vita, disse: "Bene, ora sir
George almeno saprà dove la signora passa i suoi
pomeriggi". |
3. (VOLTAIRE,
da Dizionario Filosofico)
Imiterò quel curato di campagna che, essendo stato
vergognosamente derubato del suo gregge, disse dal
pulpito: "Davvero non so cosa gli sia venuto in
mente a Gesù Cristo di morire per delle canaglie
come voi". |
2. (ITALO SVEVO,
da La coscienza di Zeno)
Io andavo a quella casa arrivandovi dai miei sogni;
contavo gli scalini che mi conducevano a quel primo
piano dicendomi che se erano dispari ciò avrebbe
provato ch'essa m'amava ed erano sempre dispari
essendovene quarantatre. Arrivavo a lei accompagnato
da tanta sicurezza e finivo col parlare di tutt'altra
cosa. |
1. (UMBERTO
SABA, da Scorciatoie e raccontini)
Madrigale per un generale inglese
Ho visto a Firenze, nei primi giorni
dell'occupazione alleata, un generale inglese. Era -
caso raro - a piedi e ubriaco. Era meraviglioso.
Alto, magro, asciutto, quasi eccessivamente
razziato, camminava appoggiando la malferma persona
a un bastoncino dall'impugnatura, a quanto mi parve,
preziosa. Ogni passante poteva diventare per lui,
senza volerlo, un nemico; fargli - cosa grave per
chiunque; per un inglese, e un inglese del suo
rango, mortale - perdere l'equilibrio. Ma, pure in
quelle condizioni, che contegno, che stile! Reggeva
appena, come l'impero inglese. Ma reggeva. |
Avviso
ai naviganti.
trivigante se ne va per
qualche giorno a esplorare parti di mondo
ancora non viste, con gran senso di colpa verso gli
affezionati sostenitori. Ma tornerà presto. Per
ovviare al senso di colpa
e di abbandono, vi
lascio con alcuni tra i miei preferiti tra i
racconti brevi (o estratti da
romanzi che funzionano anche come racconti brevi),
genere che mi piace moltissimo.
Uno al giorno per i prossimi
giorni. Potete leggerne uno al giorno o tutti
in una sorsata sola, come più vi aggrada.
L'importante è che vi diano un qualche godimento,
come spero.
Io ne aggiungo un po', per tutto
agosto (che
è un mese strano), ma torno prima, garantito.
Nel frattempo, ricevo e pubblico volentieri:
"Gentile mr. trivigante vorrei
pubblicare le mie scuse: gentili trivigantisti, la
defezione seppur breve di mr. trivigante è da
imputare completamente a me. Me ne assumo tutte le
responsabilità e vi porgo le mie più sentite scuse.
Non in malafede ho obbligato il mio dolce
(ovviamente dolce solo con me, altrimenti è un vero
duro!!) consorte a seguirmi nelle calde terre dei
cevapcici in cerca di mare e di cultura balcanica.
Perdonatemi, ve lo restituirò presto. Miss M.". |
Se
caschi in un burrone, io mi diverto.
Esiste un termine in tedesco (te pareva...),
schadenfreude,
composto da "schaden",
'danno, disgrazia' e "freude",
'gioia', che significa - appunto - 'provare
godimento da una disgrazia altrui'.
Popolo strano, i tedeschi, ma con meno peli sulla
lingua di tanti altri. In fin dei conti, chi di noi
non è stato preda della schadenfreude almeno
una cinquantina di volte?
E i tedeschi non sono i soli.
Ecco le lingue che possiedono il termine
equivalente:
- Arabo: shamat
- Ceco: škodolibost
- Danese e Norvegese: skadefryd
- Estone: kahjurõõm
- Finlandese: vahingonilo
- Ebraico: שמחה לאיד
- Olandese: leedvermaak
- Russo: злорадство
- Scozzese Gaelico: aighear-truaighe
- Serbo-Croato: pakost
- Slovacco: škodoradosť
- Svedese: skadeglädje
- Ungherese: káröröm.
Qualcuno presuppone la derivazione dal greco
επιχαιρεκακία (epichaerecacia),
traducibile con l'accetta con 'gioia
per il male', fatto sta che - etimologia
a parte - è interessante vedere quali lingue
possiedono un termine specifico e quali no. Direi, a
una prima scorsa, che - a parte un'eccezione - il
nord e l'est Europa si divertono quando vi cade una
cassaforte in testa. Ma non facciamocene un cruccio,
in fin dei conti, nella disgrazia, ci si può sempre
candidare per un Darwin award
(cfr. b.site 1 agosto 2006). |
Al
festival slow-folk di B-Milano (o quanto era grande
I. G.).
Al festival slow-folk di
B-Milano, il complesso rock nostalgico di
"trapple" meccanico
marcava lentamente le note di "Love
me tender", quando un cinoide latrò: "C'è
una fabbrichetta, amore, nascosta in mezzo ai fiori".
Ma qualcuno disse: "Io sono un
vero nostalgico!" e
Zampa di velluto gelò gli spettatori con il
suo pezzo forte "Lieta sosta".
Poi seguirono in fila Ferma
scarpa e Blocca stalla
ma nessuno capì niente e la musica ruggiva sempre
più forte.
E le chitarre garrirono al vento, con lo stemma
delle rispettive città:
B-Milano, Sottoroma,
Nuova Napoli.
Faccia di bronzo eseguì
al fotopiano "Sono figlia di
una spora vagante" e, poiché lei stessa era
tutta la sua famiglia, il trio
Fananber contestò l'esibizione.
Ma il servizio di vigilanza vigilava.
"Oh io sono la tua ruota di scorta, accarezza pure
le mie porosità gommose e serrami i dadi e lucidami
il cerchione. Oh io sarò la tua ruota, io sarò la
tua ruota di scorta".
E questo cantava Occhio di
Velluto, il prete israeliano dall'alto del
suo hangar, mentre l'uomo di pezza gli tremava fra
le mani. "Pregate fratelli"
era la nuova canzone prima in classifica da circa
quarant'anni.
Tutti aspettavano Heavy Pig
il re del punk romantico ma al suo posto si
presentò il sergente Osso
Stanco che eseguì una porcheria alla chitarra
smalto e la chitarra era tutta stonata.
E il catrame coprì tutte le cose. |
Dopo
l'incipit, l'explicit
(cfr. b.site 6 luglio 2006).
Secondo il noto principio per cui
se una cosa ha inizio dovrebbe
avere anche una fine, alla facciazza dei
teologi d'accatto, pare ormai dimostrato che ogni
libro abbia una fine, buona o cattiva che sia.
Magari non ci si arriva, oppure ci si arriva di
frodo, senza passare dal via, oppure si comincia da
lì ma, in ogni caso, la fine
esiste (tranne in qualche raro caso di saga
di bassa letteratura).
Di solito, si capisce che si è arrivati alla fine di
un libro quando non ci sono più parole o pagine
oppure, come si faceva una volta, c'è proprio
scritto "Fine", cosa
che aiutava non poco a sconfiggere l'incertezza.
Secondo la mia esperienza, la
fine ha, in qualche modo, un'importanza
inferiore rispetto all'inizio
di un libro, almeno per quanto riguarda l'economia
della storia raccontata e il fine di appassionare un
lettore e tenerlo a sé. Alla fine un
lettore ci può arrivare
anche solo per stanchezza, per curiosità morbosa,
per sindrome ossessiva, per abbrivio. Lo stesso
scrittore, capita,
chiude baracca e burattini per stanchezza, perché
l'editore pretende, perché non sa più dove andare a
parare, perché gli è finita la penna o perché,
magari, sta per morire.
Ciò nonostante, anche la fine
ha la sua bella importanza, tant'è che spesso una
cattiva fine rovina il libro nel suo complesso o,
comunque, lascia una certa insoddisfazione,
comprensiva di insulto all'autore o di combustione
procurata del libro in questione.
Accertato, dunque, che all'explicit
preferisco l'incipit,
riporto qui alcune "fini"
di libri celebri, con le indicazioni in fondo per
chi volesse provare a indovinare:
1)
"Per tutto il giorno anche
Sonia fu molto agitata, e nella notte si ammalò
nuovamente. Ma era così felice, e tale felicità era
una sorpresa così grande per lei, che ne aveva quasi
paura. Sette anni, solo sette anni! nell'ebbrezza
delle prime ore, mancò poco che quei sette anni non
sembrassero loro sette giorni: Raskolnikoff ignorava
che la nuova vita non gli si concedeva per nulla, e
che doveva riconquistarla a prezzo di lunghi e
penosi sforzi. Ma qui comincia una seconda storia,
la storia della lenta rinascita di un uomo, della
graduale rigenerazione, del lento passaggio da una
vita ad un'altra. Questo potrebbe essere materia di
un altro racconto, ma quello che abbiamo voluto
offrire al lettore, finisce qui".
2)
"Rimasto solo, mosse
qualche passo verso la sommità del cimitero e vide
Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive
della Senna, dove cominciava a brillare qualche
luce,(...). Gettò su quell'arnia ronzante uno
sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in
anticipo, e pronunciò queste solenni parole: "A noi
due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli
lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo
dalla signora di Nucingen".
3) "Pierre bestemmiò per la
prima ed ultima volta in vita sua. Si alzò intero e
diede il segno della ritirata. Altri camion
apparivano in serie dalla curva, ancora qualche
colpo sperso di mortaio, i partigiani evacuavano la
montagnola lenti e come intontiti, sordi agli urli
di Pierre. Dalle case non sparavano più, tanto erano
contenti e soddisfatti della liberazione. Johnny si
alzò col fucile di Tarzan ed il semiautomatico...
Due mesi dopo la guerra era finita".
4) "Gli ufficiali
trattenevano il respiro. Non avevano sentito le
parole dell'aiutante maggiore, ma, dalle mie
risposte, avevano capito tutto. Muti, mi guardavano
negli occhi, con un'espressione di angoscia. il
tenente di cavalleria riempì il bicchiere e disse: -
Beviamo alla Bainsizza! - I colleghi l'imitarono.
L'offensiva sulla Bainsizza! La guerra
ricominciava".
5) "Fu allora che la nostra
imbarcazione si precipitò nella morsa della
caterrata dove si era spalancato un abisso per
riceverci. Ma ecco sorgere sul nostro cammino una
figura umana dal volto velato, di proporzioni assai
più grandi che ogni altro abitatore della terra. E
il colore della sua pelle era il bianco perfetto
della neve".
6)
"Agli amici ormai invecchiati, seduti presso la
finestra, pareva che quella libertà dell'anima fosse
giunta, che proprio quella sera il futuro si fosse
tangibilmente calato in quelle vie, là sotto, che
loro stessi fossero entrati nel futuro e ivi si
trovassero d'ora in poi. Una gioiosa, commossa
sicurezza per quella sacra città e per tutta la
terra, per i personaggi di questa storia giunti fino
a quella sera e per i loro figli, li penetrò e li
afferrò con una sommessa musica di felicità, che si
effondeva lontano, tutt'attorno. Il piccolo quaderno
tra le loro mani sembrava sapesse tutto questo e
desse ai loro sentimenti un sostegno e una
conferma".
7)
"Non volevo più rifiutare un amore ma affermare il
mio. Quando arrivammo a Marsiglia, non sapevo ancora
che la vittoria m'era acquisita. Guardavo non senza
inquietudine tutti quegli oggetti accatastati,
disseminati per costituire un porto, e tutte quelle
architetture riparanti fracassi molteplici, quell'agitazione
schiamazzante che costituisce parte della vita. Il
battello attraccò davanti a un capannone. Dietro la
siepe degli strilloni d'albergo e dei facchini
sfrenati d'impazienza, vidi Odile che mi aspettava".
8)
"Scende la notte. Al primo piano dell'albergo
Printania si sono illuminate due finestre. Il
cantiere della stazione nuova odora forte di legno
umido: domani pioverà, a Bouville".
9)
"E il dolore? - si domandò. - Dov'è andato? dove sei
dunque, dolore?-. Prestò ascolto. Sì, eccolo. Venga
pure il dolore!-. -Ma la morte dov'è essa?-. Egli
cercava il suo vecchio abituale terrore della morte,
e non lo trovava. Dov'è? Quale morte? non aveva più
alcuna paura, perché nemmeno la morte c'era più.
Invece della morte c'era la luce. (...) - É finita!
-disse qualcuno su lui. Egli sentì queste parole e
le ripetè nella sua anima: - Finita la morte! - si
disse - Non c'è più -. Aspirò l'aria, si fermò a
metà del respiro, si stese e morì".
10)
"In fretta, come se qualcosa l'avesse richiamata là,
si volse verso il cavalletto. Eccolo - il suo
quadro. Sì, con tutti i verdi e gli azzurri, le
linee verticali e diagonali, i tentativi di
raggiungere qualcosa. Lo avrebbero appeso in
soffitta, pensò; sarebbe stato distrutto. Ma che
importanza aveva? si chiese tornando a prendere il
pennello. Guardò i gradini: erano vuoti; guardò la
tela; era una macchia confusa. Con improvvisa
intensità, come se per un istante lo vedesse con
chiarezza, tracciò una linea al centro. Era finito;
era completo. Sì, pensò, posando il pennello con
estrema fatica, ho avuto la mia visione".
Indicazioni:
1)
F. Dostoevskij, Delitto e castigo.
2) H. de Balzac, Papà Goriot.
3) B. Fenoglio, Il partigiano Johnny.
4) E. Lussu, Un anno sull'altipiano.
5) E. A. Poe, Gordon Pym.
6) B. Pasternàk, Il dottor Zivago.
7) R. Queneau, Odile.
8) J. P. Sartre, La nausea.
9) L. Tolstoi, La morte di Ivan Ilič.
10) V. Woolf, Gita al faro.
Dimenticavo una nota di
colore orrendo: vagolando qua e là in rete per
comporre questa noterella, ho scoperto con
raccapriccio che il termine più utilizzato per
indicare la fine di un libro è
OUTCIPIT, creatura orripilante generata per
contrasto da incipit.
Uccidetemi, soffro meno. |
Bologna, ottantacinque persone.
Per scrivere i nomi di ottantacinque persone ci si
mette un bel po' di tempo, per il semplice fatto che
ottantacinque sono un sacco di persone. Bisognerebbe
vederle tutte insieme, per rendersene conto. Ecco i
loro nomi e l'età che avevano quando incontrarono la
bomba:
Antonella
Ceci (19), Angela Marino (23), Leo Luca Marino (24),
Domenica Marino (26), Errica Frigerio In Diomede
Fresa (57), Vito Diomede Fresa (62), Cesare
Francesco Diomede Fresa (14), Anna Maria Bosio in
Mauri (28), Carlo Mauri (32), Luca Mauri (6),
Eckhardt Mader (14), Margret Rohrs in Mader (39),
Kai Mader (8), Sonia Burri (7), Patrizia Messineo
(18), Silvana Serravalli in Barbera (34), Manuela
Gallon (11), Natalia Agostini in Gallon (40), Marina
Antonella Trolese (16), Anna Maria Salvagnini in
Trolese (51), Roberto De Marchi (21), Elisabetta
Manea Ved. De Marchi (60), Eleonora Geraci In
Vaccaro (46), Vittorio Vaccaro (24), Velia Carli In
Lauro (50), Salvatore Lauro (57), Paolo Zecchi (23),
Viviana Bugamelli in Zecchi (23), Catherine Helen
Mitchell (22), John Andrew Kolpinski (22), Angela
Fresu (3), Maria Fresu (24), Loredana Molina in
Sacrati (44), Angelica Tarsi (72), Katia Bertasi
(34), Mirella Fornasari (36), Euridia Bergianti
(49), Nilla Natali (25), Franca Dall'olio (20), Rita
Verde (23), Flavia Casadei (18), Giuseppe Patruno
(18), Rossella Marceddu (19), Davide Caprioli (20),
Vito Ales (20), Iwao Sekiguchi (20), Brigitte
Drouhard (21), Roberto Procelli (21), Mauro Alganon
(22), Maria Angela Marangon (22), Verdiana Bivona
(22), Francesco Gomez Martinez (23), Mauro Di
Vittorio (24), Sergio Secci (24), Roberto Gaiola
(25), Angelo Priore (26), Onofrio Zappala' (27), Pio
Carmine Remollino (31), Gaetano Roda (31), Antonino
Di Paola (32), Mirco Castellaro (33), Nazzareno
Basso (33), Vincenzo Petteni (34), Salvatore
Seminara (34), Carla Gozzi (36), Umberto Lugli (38),
Fausto Venturi (38), Argeo Bonora (42), Francesco
Betti (44), Mario Sica (44), Pier Francesco Laurenti
(44), Paolino Bianchi (50), Vincenzina Sala in
Zanetti (50), Berta Ebner (50), Vincenzo Lanconelli
(51), Lina Ferretti in Mannocci (53), Romeo Ruozi
(54), Amorveno Marzagalli (54), Antonio Francesco
Lascala (56), Rosina Barbaro in Montani (58), Irene
Breton in Boudouban (61), Pietro Galassi (66), Lidia
Olla in Cardillo (67), Maria Idria Avati (80),
Antonio Montanari (86).
Per lasciare una bomba in una
sala di attesa di una stazione bisogna essere dei
vigliacchi miserabili. Per scavare tra le macerie e
i brandelli di corpi bisogna essere forti e
generosi, è cosa da pochi. Per chiedere
continuamente le stesse cose per ventisei anni
bisogna essere cocciuti e resistenti. Come
loro. |
Una
frase, un rigo appena.
Ho cominciato a impormi l'abitudine di scrivere due
righe di commento o di ringraziamento tutte le volte
che incappo in un sito che mi dà un qualche grado di
godimento o una qualche informazione. Niente di
particolare, per carità, ma credo sia giusto nei
confronti di chi spende parte del proprio tempo,
spesso non poco, per aggiornare e tenere insieme un
sito internet. Non ultimo, avere un riscontro su
quello che si fa non è cosa da poco. E non sto
parlando pro domo mea. Davvero. |
Ma che bella ma che bella questa
festa!
In
molte aree dell'arco alpino italiano,
il 2 agosto è la festa degli
uomini. O, quantomeno, dei loro genitali e,
quindi, per estensione del termine, anche di chi li
porta in giro.
Fonti attendibili danno la festa di derivazione
napoleonica, quando i soldati che indossavano
fuseaux attillatissimi dovevano, per motivi di
ordine visivo, sistemare i "balenghi" a sinistra -
les deux á gauche
(i due a sinistra).
Pare che l'immensa ironica saggezza popolare abbia
fatto il resto ed il tutto sia diventato
les deux août...
(il 2 agosto). Pare. |
I
Darwin awards.
Un Darwin Award è un
riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che ha
aiutato a migliorare il pool genetico umano
"rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente
stupido".
Molti dei vincitori del Darwin vengono premiati
postumi, ma la morte non è necessaria poiché i
vincitori devono solo rimuovere se stessi dal pool
genetico. In alcuni casi i vincitori si sono resi
incapaci di procreare, ma sono ancora vivi.
Per vincere ci si deve comportare in maniera
straordinariamente idiota,
facendo il giocoliere con bombe a mano
(Croazia, 2001), saltando da
un aereo per filmare dei paracadutisti senza aver
prima indossato un paracadute (USA, 1987),
usando un accendino per
illuminare un serbatoio di benzina e assicurarsi che
non contenesse materiale infiammabile (San
Paolo, 2002), o
riscaldando una lava lamp su una stufa.
Menzioni onorevoli possono andare a chi, non per sua
colpa, non è riuscito completamente a rimuoversi dal
pool genetico. Questi atti stupidi e pericolosi sono
degni di essere menzionati, se non altro per tenersi
alla larga da queste persone al prossimo tentativo.
Alcuni esempi comprendono un
uomo che inseguendo una lattina di birra viene
investito da un camion (Texas, 2002),
persone che accarezzano squali
mentre si agitano voraci attorno alla carcassa di
una balena (Australia, 2001), e
due persone ustionate mentre
cercavano di dare fuoco ad un videogioco da bar
(luogo sconosciuto, 2002).
I cinque requisiti per
ottenere il Darwin Award sono:
- Impossibilità di riprodursi
- Il candidato deve essere morto o sterile.
- Eccellenza -
Strabiliante assenza di capacità di giudizio.
L'idiozia del candidato deve essere unica e
sensazionale. Qualcuno che va a letto con la
sigaretta accesa non è candidabile, contrariamente a
qualcuno che chiede ad un amico di bersagliarlo di
mozziconi di sigaretta (Woodbine, New Jersey,
2002).
- Auto-selezione -
Essere causa della propria dipartita.
Un miserabile passante che viene colpito da un
incudine gettata dalla cima di un grattacielo, è
stato sfortunato. Se venite colpiti da un incudine
che avete issato sul vostro balcone per liberarvi di
quei maledetti piccioni, siete eleggibili per il
Darwin Award. Non c'è premio per aver eliminato
qualcun'altro dal pool genetico. Quindi, l'uomo di
Camden (New Jersey) che investì una suora mentre
fumava crack e reggeva il volante con i piedi, non
otterrà mai il premio. Comunque l'assassino della
Virginia che dopo essere stato prosciolto scrisse
una compiaciuta lettera di confessione all'ufficio
del pubblico ministero "per mostrarvi quanto
siate stupidi voi tutti" è candidabile.
- Maturità - In grado
di intendere e volere.
Il candidato deve avere almeno 16 anni di età e non
avere handicap mentali.
- Veridicità - L'evento
deve essere verificato.
Le seguenti cause sono state
specificamente dichiarate come non in grado di
rendere qualcuno eleggibile per un Darwin, in quanto
non sono abbastanza fuori dal comune o violano in
qualche altro modo i criteri di cui sopra:
- Scivolare lungo un cavo elettrico.
- Fumare in una tenda ad ossigeno.
- Venire investiti da un treno o una automobile
(eccetto casi come piazzarsi davanti ad un autobus
per lanciare un mattone e mostrare la propria
antipatia per il conducente o fare sesso in mezzo
alla strada di notte).
- Mettere contenitori pressurizzati o pieni di
liquido nel forno.
- Cadere da un precipizio mentre ci si mette in posa
per una foto o si urina.
- La maggior parte delle morti per autoerotismo.
- Causa di morte o rimozione dal pool genetico
legata a motivazioni religiose o politiche del
potenziale candidato (ed in particolare la castità
del clero).
- Urinare su cavi elettrici, rotaie della
metropolitana, et cetera.
- Certe forme di incuranza nel maneggiare carburante
e altri liquidi infiammabili.
- Essere la ripetizione di un caso già vagliato.
Ecco, infine, il
sito ufficiale, se avete velleità in questo
senso. |
Barone
di Sealandia.
Il primo passo è spendere 19,95 sterline, che ci
sono le offerte in questo periodo, per
acquistare un titolo nobiliare (Lord, Lady,
Baron o Baroness) del principato
di
Sealandia. Fatto questo, potete accedere
liberamente al territorio del principato che, per
chi non lo sapesse, si trova sopra la secca di
Rough Sands, nel Mare
del Nord, a circa 10 km al largo della costa del
Suffolk (GB).
Il
principato sorge su una struttura che venne creata
quando, nel corso della seconda guerra mondiale, una
chiatta della Royal Navy venne rimorchiata sopra la
secca di Rough Sands e allagata intenzionalmente.
Qui a destra una suggestiva immagine.
Sealand fu fondata nel
1967 da Paddy Roy Bates,
suddito britannico e pirata radio, che espulse un
gruppo di radio pirati concorrenti dalla struttura e
proclamò la sovranità sulla base della sua
interpretazione della legge internazionale.
Da allora, il Primo Ministro
Bates ha rilasciato più
di centocinquantamila passaporti di Sealandia,
specialmente all'est. Giova ricordare che nella casa
di Versace, il giorno
dell'omicidio, fu ritrovato un passaporto di
Sealandia, intestato a un fantomatico cittadino
sealandiano, mai identificato.
La storia siamo noi, nessuno si senta escluso. |
Due
consigli per le letture estive.
Chi l'ha detto che sotto l'ombrellone si leggono
solo libri facili?
Eccovi due consigli utili per letture impegnate, con
citazioni dalle recensioni:
1
- PARIS HILTON-MERLE GINSBERG-JEFF VESPA,
Confessioni di un'ereditiera
«Se segui i tuoi piani e i
tuoi sogni e non permetti a nessuno di scoraggiarti,
allora comincerai a farti un idea di questa
condizione. Si tratta di pensarla come una cosa che
ti spetta, il che, per una qualche strana ragione,
sembra fare una grandissima impressione, e buona...
Se entri in una stanza e sai di essere la persona
più eccitante perché… è così, allora ti senti come
un’ereditiera».
Si sono dovuti mettere in due per sbrogliare
l'Hilton pensiero e farle scrivere un libro.
2
- MARIA MONSE' - Il Monsè pensiero
Brevi aforismi, pillole di
saggezza, divagazioni estemporanee, momenti di
riflessione o, se preferiamo, semplicemente pensieri
raccolti da Maria Monsè, al suo esordio come
scrittrice dopo una carriera nel mondo dello
spettacolo. “Il Monsè – pensiero è esploso nei
salotti e nei giornali: la novella pensatrice tiene
banco e vede profilarsi filosfie di vita, percorsi e
traiettorie che mai avrebbe immaginato”.
Unica pecca: nessun aforisma sul sesso a Palazzo
Chigi con il portavoce di Fini. Peccato. |
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campagne sovietiche
anti alcohol (1960-1980):
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