the b. site of the moon
sbrodolata finto-casuale di b.cose.
A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo, neanche nel b.site.
In ogni caso, rimane sempre il piano B.

I've looked under chairs / I've looked under tables / I've tried to find the key / To fifty million fables / They call me The Seeker / I've been searching low and high / I won't get to get what I'm after / Till the day I die

30

settembre 2006

Fucking Matura di Bartezzaghi (parte 3).
Ancora Bartezzaghi e la sua raccolta di frasi matte (il titolo in grassetto è sempre di Bartezzaghi):

Orali
Eclissi di fuoco
I pianeti hanno un'orbita eclittica, e risiedono su uno dei due fuochi
Fucking natura
La desolatezza della natura, su cui l'uomo non può niente: è così e basta
"Ho battuto l'osso sullo scoglio"
Le ossa di questo mollusco che sbatte sugli scogli
La questione meridionale.
Con l'abolizione del sud negli stati del sud...
Take that
Il periodo della Tacther
Epoca storica
E' l'ultimo in epoca di tempo dai giorni nostri
Alti e bassi
L'economia è una cosa ondulatoria
R moscia
Lo sbarco sulla luna di Amstong
Madre Terra
Il suolo europea
Chi non fa non falla
La stagnazione della produzione produttiva
Spese da sostenere
L'abbasso dei prezzi
Singolare concezione
Ne 1980 crolla i due blocchi perché non c'è più i soldi che arriva dalla Russia
Vi-ci-si-tudini
Ha molte persone che possono attuarvicisi
Senza frontiere
Il trattato europeo di Schengeling
"Di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere"
Wittgenstein e il trattato philosopho-logico-logicus
Acque-scienza
Lo statuto è stato deciso perché le acque andavano male
The show must go on
La vita va avanti comunque qualsiasi cosa che ti accada, non sperando in speranze vane senza controbattere la vita
Un due tre, tre due uno
Il trasporto con locomotive più veloci velocizza la locomozione dei trasporti
Come un balcone
The vision of industrialization is comunque negative; the second is al di fuori
Raggio x
Il raggio che costituisce l'area
Abat-jour
La luce nell'atmosfera è più sfuocata, sfumata
Siamo vicinissimi
Non mi ricordo se la temperatura è più alta quando siamo più lontani o più bassa quando siamo più vicini - ma non avrebbe senso
Pascoli selvaggi
Pascoli esalta l'irrazionità

Docenti
Hotel California
l'albergatore non è responsabile degli eventi
La Cosa
l'albergatore non è responsabile degli oggetti valorosi.
Rimandare
Quando che non si può fare in diretta...
Top model
Questo è il top della fisica matematica
Via di qui
Andiamo via nella fisica giù nella matematica
Saliscendi
Andiamo su nella fisica che è più allegro
No smoking zone
Siamo già portati in aree più respirabili
La la la
La vogliamo la anche scrivere qua
Aspirapolvere
Dove ho messo il gesso blu? Qua c'è un folletto!!
Uomo informatico, mezzo salvatico
Oggi per mancanza di tempo limitato faremo l'appello solo a quelli di informatica
Tempus fugit
E' come una lancetta dell'orologio quando cammina la pallina
La mise della miss
Lei, signorina vestita, ...
Chi non fa non fa
Quando lo faremo noi, non lo faremo
In dubio abstine
nel dubbio è meglio non avere dubbi.

29

settembre 2006

Fucking Matura di Bartezzaghi (parte 2).
Proseguo il discorso di ieri e la raccolta di Bartezzaghi di frasi matte in ambito scolastico e, in particolare, in ambito esame di maturità (il titolo in grassetto è sempre di Bartezzaghi):

Orali
Originalissimo
Il peccato primordiale
Il distinguo
Si distinziavano in tre gruppi
Etnica
Un abitante che abita su un vulcano dentro di sé non può essere tranquillo
Tipografia
"L'Avanti" era un giornale di tipo socialista
L'apparenza inganna
Teodoro di Cirene era ateniese
Nicce che dicce
Il superuomo di Nicce
Il cammello e la cruna
Tra la Terra e la Luna non ci passa niente a meno che non sia un meteorite
Infra
La Luna si infrappone tra Terra e Sole
Revisionismo storico
Il concetto di estetica è definito prima da Kant, poi da Aristotele
Revisionismo storico/2
Faraday inventò la lampadina, poi Edison inventò l'elettricità
Omonimie
Diesel inventa il motore a diesel
In principio era il verbo.
La parola come elemento fondamentale, come importanza assoluta, della parola
Din don dan
Wilde e la figura del dandì.
La parte per il tutto
Sono elementi formati da un unico elemento
Catone il vecchio
Catone si è suicidato ai tempi di Roma antica
La galassia delle libertà
La libertà è un concetto che in alcune parti del cosmo non è attuabile
Nel segno del concro
Si viene a concrizzare l'idea di filosofia
Azione e reazione
La rivoluzione è un modo reazionario di imporsi
Vio vio
Verga dà il vio al naturalismo
Evacuare
La parola ha un significato vacuo
Da cosa nasce cosa
Degli oggetti ha una visone oggettivistica
Lo dice la parola
"Montale dove trova gli ossi di seppia?" "Nelle seppie"
Giro d'orizzonte
L'orizzonte sono le forme che venendo avanti poi ci si rende conto
Allegria di naufragi
Ungaretti cresce in una civiltà dove a capo c'è la borghesia egemone che fa delle ingiustizie col capitalismo
Credo quia absurdum
Crede in Dio perché al mondo vige l'orrore
It
L'Italia si mantiene neutra
Splendido serpende
Il fumo viene paragonato a serpenti di fumo
Energia sprecata
E' un tipo di energia ritenuto inutile per lo sviluppo della vita
Punto cardinale
C'è un punto che le bussole indicano il nord come se fosse il nord geografico
Patafisica
Viene da Padova, da cui la sua "pata-vanitas"
Estremista di centro
Una posizione reazionaria e quasi di destra
Yank yank
La borghesia tedesca, gli yankers
Dietrologia
Il periodo di sottofondo storico
Terrae moti
La Terra, come tutti sappiamo, compie dei moti. La Terra, intesa come pianeta
Mille e non più mille
Vanno visti non in mille anni ma in un millennio
Ma la notte no
Il dì in pratica è il giorno, e la notte è la notte
Facoltà di fisica
L'esperimento di Facòl sulla rotazione
L'ipotesi proposta
Posso propotizzare che...
L'assopimento della ragione genera mostri
Il soggetto è più proteso all'intercorrelazione ed è soggetto ad assopire i desideri della società come se fossero i propri.
(continua)

28

settembre 2006

Fucking Matura di Bartezzaghi (parte 1).
Bartezzaghi è uno sgrufolatore di strafalcioni linguistici, si sa, e ha giocato parecchio su Repubblica con i lettori durante gli esami di maturità di tre anni fa, raccogliendo le migliori castronerie del genere, dette da studenti e commissari.
Io ho girolato e queste sono tutte quelle che sono riuscito a trovare (ma il merito va tutto a Bartezzaghi e ai suoi lettori; anche il titolo in grassetto nero è di Bartezzaghi):

Commissari
La luna è una lampadina
Noi immaginiamo la luna come coperta uniformemente da una massa d'acqua
Che dire?
Come mai che la lampadina irraggia luce?
Non è un'opinione
Le dai 27, ma se le dai 26 è un punto di meno
Faccia pure
Vedi sempre la stessa faccia della mia mano
Aiuto!
Non è che è riusciuto a districarsi
Facciamo sverti
L'esame deve svertere di più sul colloquio
Accoppiamenti notturni
La luna e la notte sono di solito accoppiate nel nostro immaginario, anche se la luna a volte si vede pure di giorno
Il prodotto non cambia
La sua produzione nel corso di tutta la produzione
Sismografi
I terremoti sono un fenomeno molto del passato
Herzog
"I dolori del giovane Werner"
Eclissi
Te ne accorgi guardando la stella solare
Oceano mare
Un oceano alla deriva
Raspa che ti passa
Bisogna raspare tutto quanto fino all'osso

PROVA DI ITALIANO
Acqua in bocca
Gli antichi utilizzavano l'acqua per l'igiene orale
Corsivo
L'editoriale de "Le corriere della sera"
Videocrazia
Il presidente ha lanciato un monitor agli italiani
Giorno d'oggi
Sono cose che vediamo odiernamente al telegiornale
Audiovisivo
Il cinema con la produzione di immagini sincronizzata all'audizione di suoni
Una cgt pazzesca
Il famoso regista Eisenstain compose un film, "La corazzata di Potenchin"
Anti-Sofisticazione
I "nas media"

MATEMATICA
L'importante è esagerare
Questa funzione ha al massimo infinite soluzioni
Risposta non c'è
La funzione presenta due soluzioni irreali
Unità di misura della vergogna
Il gognometro

TERZA PROVA
Tacito dissenso
Tacito esprime la sua disapprovazione, la sua "protestas"
Vena filosofica
La dialettica di Hegel è circolatoria
Rinvenimento
La sintesi è la cosa che torna in sé
Io penso positivo
Il positivismo è una poesia che esalta la scienza
Perché lo fai
La dialettica di Hegel studia il suo farsi dinamico

ORALI
La miglior difesa
La Francia vuole difendersi da un attacco offensivo
Teatro di battaglia
Questo dava alla guerra un area quasi mitica
Ne varietur
E' l'edizione più definitiva
Facoltà di intendere
E' una facoltà dove i numeri sono molto pochi
Valore scontato
L'attività fisica può avere valore per il fisico
L'incombenza storica
Ci sono Trento e Trieste che incombono
Il futurismo entra in noi prima che accada
Il mito di Dioniso proviene dal Futurismo
Ieri, oggi, domani
Durante il Futurismo... no, dopo anzi, prima
Chi ben comincia è a metà dell'opera
At the beginning beginning is autumn
Tempus fugit
E' destinato col tempo a aumentare negli anni
Sconsigliato
Vengono venduti a prezzi sconsiderevoli
Cappella sulle 23
Il moto di rotazione della terra dura 23 giorni
Radio anch'io
I grandi mezzi di comunicazione, quali erano la radio
Sangue sparso
La seconda guerra mondiale fu sanguinosa fin dal 1949
Mein Prof
Hitler era salito in cattedra dal 1931
Urbanità
La resistenza dell'esercito e delle persone civili
Far West
Era circondato da nord, da est e da sud
Tutta la comprensione
Il corpo comprendette più di 200mila soldati
2010, 2020, 2030
Nei primi decenni di questo secolo
Dada è relativo
Einstein partiva dalle ideologie matematiche andando quasi nel surreale
Randello e Pirandello
Pirandello e la teoria della relatività storica

(continua)

27

settembre 2006

La saggezza popolare albanese.
Non che intenda dedicarmi alla paremiologia, peraltro bizzarra e interessante, magari comparata, ma la lettura dei proverbi mi dà grande soddisfazione per vari motivi: principalmente perché buona parte non li capisco e mi interrogo su quale insegnamento remoto mi stiano propinando, in seconda battuta perché mi piacerebbe ricordarne a migliaia e poterli usare nelle discussioni da bar, gelando l'auditorio con un "acqua cheta non mena ciocchi, ma se li mena, li mena grossi" oppure con un "accade in un sol punto quel che non si spera in un anno". Mentre gli astanti si guardano con occhi bovini e interrogativi, tipici di chi il proverbio lo subisce, uscire dal bar con aria di trionfo e palese superiorità.
L'atteggiamento è quello che conta. Altroché.
Ne consegue, da questo mio studio approfondito, che il senso dei proverbi, cioè stordire l'ascoltatore incauto, funziona a proprio favore solo se li si propone, non se li si subisce. Infatti, come si risponde a un proverbio? Cosa si dice dopo? Questa è la domanda.
Per questo motivo, cioè per uscire da qui con aria tronfia, ne propongo alcuni albanesi, scelti senza crismi, da utilizzarsi a colpo sicuro in un bar qualunque: l'unionistico "
Dy mace mundin një ari" (Due gatti battono un orso), il paralizzante e misterioso "Barku s'ka veshe" (La pancia non ha orecchie), il tautologico e potentissimo "Guri i rende ne vend te vet" (La pietra pesante sta al suo posto) e, infine, adattissimo in una competizione, "Dy gjela nuk rrinë në një kafaz" (Due galli non ci stanno in una gabbia).
Ma conviene usare la versione in italiano con i baristi indigeni.

26

settembre 2006

Lo sfogo alle turpi voglie: ascolto Bach.
La signorina qui a fianco, Lara St. John, di professione fa la violinista talentuosa e, nonostante le apparenze non esattamente canoniche del genere, si cimenta con i grandi classiconi.
Bach, per esempio. E vengo al motivo concreto di questo post: qui è possibile scaricare gratuitamente, sotto licenza Creative Commons, un suo album di sonate di Bach.
Per quanto riguarda il costume e il folklore, la signorina si diletta a scandalizzare il pomposo e professorale mondo della musica classica con mises alquanto inconsuete, vale a dire scollacciate, di cui trovate un buon resoconto del dibattito in corso con accuse e difese nell'articolo "No sex please, we're classical" nel suo sito.
La questione è vecchia, ricordo parole analoghe per Anne Sophie Mutter qualche anno fa, che fece scandalo nel mondo ottuagenario dei mozartiani di ferro mostrando frivole nudità tra un konzerto e una sonata.
Mozart avrebbe apprezzato di certo, probabilmente anche Bach, e, quindi, non vedo perché non dovrei apprezzare anch'io che sono gnurante e risveglio il mio interesse per la classica grazie - anche - alla carnazza in vetrina. Grazie a S.D. per la dritta.

Oggi la classica la fa da padrona.
Credo sia merito, chiaro, di Lara St. John se oggi il b.site si interessa alla musica classica più del solito. Per ragioni artistiche, senza dubbio, non certo per altro. Giusto per segnalare due repertori interessanti: il primo è il più completo ed esauriente che io abbia mai visto su Johann Sebastian Bach e si trova qui; il secondo, meno interessante dal punto di vista dei contenuti, ha però l'indirizzo web più bello nel suo genere che io abbia trovato oggi: http://www.ludwigvanweb.com/

25

settembre 2006

Dell'ovvio, ovvero Monsieur La Palisse.
Il vergognosamente ovvio che diventa, per antonomasia, lapalissiano, ovvero il triste destino di comportarsi bene in vita ed essere sbeffeggiato nei tempi a venire dopo morto.
Sto parlando di Jacques II de Chabannes de La Palice (1470 – 1525), nobiluomo signore di La Palice, Pacy, Chauverothe, Bort-le-Comte e Le Héron e Maresciallo di Francia sotto Francesco I.
Compì numerose e valorose imprese tra il sacco di Ravenna e la fatale battaglia di Pavia del 1525, epico scontro tra Carlo V imperatore e re di Spagna e Francesco I re di Francia.
Il 24 febbraio 1525 cadde sotto le mura del castello di Pavia e i suoi uomini, grati e ammirati gli dedicarono una canzone celebrativa, un verso della quale faceva così:

hélas, s'il n'était pas mort, il ferait encore envie
("Ah, se non fosse morto, farebbe ancora invidia").

Canta e ricanta, la canzone venne storpiata in questo modo:

hélas, s'il n'était pas mort, il serait encore en vie
("Ah, se non fosse morto, sarebbe ancora in vita")

per giungere alla storpiatura definitiva che avrebbe consegnato La Palice al pubblico ludibrio per sempre:

Un quart d'heure avant sa mort, il était encore en vie
("Un quarto d'ora prima della sua morte, era ancora in vita").

E il povero La Palice divenne Lapalisse, senza aver fatto nulla di disonorevole (o di ovvio) in vita. Non si sa mai, non si sa mai, quello che dopo morti ci può capitar...

Un secolo dopo, siccome le jene non vengono mai da sole ma si muovono in gruppo, Bernard de la Monnoye (1641-1728) compose la canzone di La Palisse, beffarda presa in giro dell'ovvietà lapalissiana:

«Messieurs, vous plaît-il d'ouïr
l'air du fameux La Palisse,
Il pourra vous réjouir
pourvu qu'il vous divertisse.

La Palisse eut peu de biens
pour soutenir sa naissance,
Mais il ne manqua de rien
tant qu'il fut dans l'abondance.

Il voyageait volontiers,
courant par tout le royaume,
Quand il était à Poitiers,
il n'était pas à Vendôme!

Il se plaisait en bateau
et, soit en paix soit en guerre,
Il allait toujours par eau
quand il n'allait pas par terre.

Il buvait tous les matins
du vin tiré de la tonne,
Pour manger chez les voisins
il s'y rendait en personne.

Il voulait aux bons repas
des mets exquis et forts tendres
Et faisait son mardi gras
toujours la veille des cendres.

Il brillait comme un soleil,
sa chevelure était blonde,
Il n'eût pas eu son pareil,
s'il eût été seul au monde.

Il eut des talents divers,
même on assure une chose:
Quand il écrivait en vers,
il n'écrivait pas en prose.

Il fut, à la vérité,
un danseur assez vulgaire,
Mais il n'eût pas mal chanté
s'il avait voulu se taire.

On raconte que jamais
il ne pouvait se résoudre
À charger ses pistolets
quand il n'avait pas de poudre.

Monsieur d'la Palisse est mort,
il est mort devant Pavie,
Un quart d'heure avant sa mort,
il était encore en vie.

Il fut par un triste sort
blessé d'une main cruelle,
On croit, puisqu'il en est mort,
que la plaie était mortelle.

Regretté de ses soldats,
il mourut digne d'envie,
Et le jour de son trépas
fut le dernier de sa vie.

Il mourut le vendredi,
le dernier jour de son âge,
S'il fut mort le samedi,
il eût vécu davantage».
«Signori, vi piaccia udire
l'aria del famoso La Palisse,
Potrebbe farvi gioire
se essa vi divertisse.

La Palisse ebbe pochi beni
per sostener la sua nascenza,
Ma non gli mancò nulla
finché visse nell'abbondanza.

Viaggiava volentieri,
scorrazzando per tutto il reame
Quando stava a Poitiers,
non stava certo a Vendôme!

Si divertiva in battello
e, sia in pace che in guerra,
andava sempre per acqua
se non viaggiava via terra.

Beveva ogni mattina
vino spillato dalla botte
Per mangiare dai vicini
vi si recava di persona.

Voleva per mangiar bene
vivande squisite e assai tenere
E faceva il martedì grasso
sempre la vigilia delle Ceneri

Brillava come un sole,
coi suoi capelli biondi.
Non avrebbe avuto pari
se fosse stato solo al mondo.

Ebbe molti talenti,
ma si è certi di una cosa:
quando scriveva in versi,
non scriveva mai in prosa.

Fu, per la verità,
un ballerino scadente,
ma non avrebbe cantato male,
se fosse stato silente.

Si racconta che mai
sia riuscito a risolversi
a caricar le pistole
se non aveva le polveri.

Morto è il signor de la Palisse,
morto davanti a Pavia,
Un quarto d'ora prima di morire,
era in vita tuttavia.

Fu per una triste sorte
ferito da mano crudele,
Si crede, poiché ne è morto,
che la ferita fosse mortale.

Rimpianto dai suoi soldati,
morì degno d'invidia,
e il giorno del suo trapasso
fu l'ultimo della sua vita.

Morì di venerdì,
l'ultimo giorno della sua età,
Se fosse morto il sabato,
avrebbe vissuto più in là».

15

settembre 2006

Anche le città si rompono (le città fantasma).
A volte per causa di un vulcano (Plymouth), oppure a causa di una frana (Campomaggiore o Craco), o perché lì vicino è esploso un reattore nucleare (Pripyat), oppure perché è finito l'oro (centinaia, per esempio Cerro Gordo), oppure perché qualcuno a Mosca ha deciso che non servivano più (Promyshlennyi), le città vengono abbandonate.
Bella scoperta, come si abbandonano gli studi o le navi che affondano o i luoghi di perdizione o le feste, sarà ben possibile abbandonare una città, no? Fa un po' più impressione, ma succede.
Viene sempre coinvolto un immaginario di tipo catastrofico, tipo The day after (bomba) piuttosto che l'inizio di 28 giorni dopo (peste) o Silent Hill (satana), perché, in effetti, non è che si abbandoni una città così sui due piedi per sfizio ("Occhei, questa città è venuta su brutta, facciamone un'altra", SimCity nel mondo reale). Ci si sente dei sopravvissuti a visitarne una, questo è certo. Per fare un paio di esempi, un reportage agghiacciante di una ragazza che è salita in moto e ha girato Pripyat, morta dopo l'esplosione di Chernobyl, e un sito dedicato alle ghost town americane.

14

settembre 2006

Noah e sei anni di fotografie: culto della (propria) personalità?
Noah Qualcosa, con buona preveggenza sul futuro dei media, si è scattato una fotografia ogni giorno per sei anni consecutivi, un bel primo piano malato, sano o assente che fosse.
Il risultato dell'immane sforzo è qui. Con duemila fotografie e passa ha superato di gran lunga la serie degli autoritratti di Rembrandt e i quaranta di Elisabeth Vigee Le Brun, maniaca del genere. Certo, con la digitale è più facile.
Una questione ancora aperta nell'era della riproducibilità tecnica, direi.

Settembre, andiamo, è tempo di migrare.
E' cominciata la scuola: se avete più di trent'anni e non avete ancora comprato il diario e volete farlo come se fosse il 1977, questo a fianco è quello che fa per voi: il diario di Spazio 1999. Più di duecento foto, va dall'11 settembre al 16 giugno ma non ha i giorni della settimana segnati, quindi è valido sempre finché non cominciate a usarlo.
Gli episodi contenuti: Separazione, Destinazione obbligata: Terra, Sole nero, Questione di vita o di morte, Un altro tempo, un altro luogo, Forze vitali, Gli occhi di Tritone, Gli amanti dello spazio, Il pianeta incantato, Fiocco azzurro su Alpha, Il ritorno del Voyager. E poi le figu e i posterz.
Nostalgia canaglia, mi sembra oggi che volavo con l'Aquila...

13

settembre 2006

Sportello informativo stupefacenti.
C'era un tempo in cui mi toccava andare a bordo di enormi yacht, restare in piedi in saloni con spumeggianti Iacuzzi e puttanoni da competizione, prendere aperitivi a bordo piscina mentre i coccodrilli si aggiravano indisturbati, essere trasportato bendato in ville sudamericane circondate da gorilla e alberi di papaya... il tutto, dicevo, per avere qualche informazione di prima mano sulle droghe e le bumbe di ogni tipo: effetti, novità sul mercato, prezzi, diffusione, reperibilità, controindicazioni, interazioni e così via.
Per avere qualche dritta consapevole prima di mettermi a leccare rospi messicani di qua e di là a casaccio, mi toccava organizzare difficili incontri con padrini e pusceroni, che non sempre mi davano ottimi consigli (ed erano sempre lì lì per spararmi).
Ora, per fortuna, le cose sono molto più semplici: consulto gli ottimi manuali che si trovano in rete e che forniscono tutte le informazioni che desidero in ambito droghe, così so esattamente cosa procurarmi e, a volte, mi dicono esattamente come sintetizzare le sostanzine a casa mia.
I migliori repertori informativi? L'ottimo database della DEA (Drug Enforcement Administration), per esempio. Oppure, se voglio qualche informazione dettagliata prima di procurarmi dell'adrenocromo, consulto la molto ma molto migliore enciclopedia delle droghe della Polizia Cantonale del Canton Ticino.
Come al solito, pessimo e poco informato il sito della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno, per la quale l'unico allucinogeno esistente è l'L.S.D.
Probabilmente, copiano (e male) dalla Polizia del Canton Ticino.
Completamente inutile il sito della Polizia di Stato che, alla voce "droga", riporta la seguente, laconica, dicitura: "La Polizia combatte i trafficanti e gli spacciatori e aiuta i genitori a riconoscere i sintomi permettendogli di intervenire" (qui).
Dico: è informazione questa?

La griglia di Hermann (illusioni ottiche).
La griglia di Hermann è un'illusione ottica descritta da Ludimar Hermann nel 1870 dopo avere letto Sound di John Tyndall.
La griglia è costituita da un reticolo di linee bianche spesse su sfondo nero (o grigio). All'intersezione tra le linee bianche appaiono delle aree grigie che in realtà non esistono.
Una possibile spiegazione è legata alla cosiddetta inibizione laterale, cioè a un meccanismo di tipo neurologico.
Comunque sia, un buon esempio di illusione ottica di questo tipo si trova anche nel sito di trivigante, nella parte bassa degli inendaut, dove ho messo i quadratini dei links ai giorni passati. E nemmeno lo sapevo...

Terkel I knipe.
L'ultimo lungometraggio in fatto di animazione che ho visto: Terkel in grosse difficoltà (Terkel I knipe). Trattasi di filmazzo danese, finanziato dalla TV pubblica (oooh di sorpresa del basito pubblico italiano, poco abituato a queste cose), apprezzabilissimo e con alcune chicche meravigliose. Il doppiaggio di Elio e le storie tese aiuta molto. Ho estrapolato i due momenti più belli del film (il trailer originale danese e la canzone "Tua mamma gonfia banane giganti") e li ho postati qui e qui. Se vi piacciono, il DVD costa veramente poco.

12

settembre 2006

Qualche link più o meno interessante:
- il mappamondone della NASA tridimensionale, con le fotografie scattate dai satelliti, scaricabili, un bel programmone pagato dai contribuenti americani;
- la versione aggiornata di Xenon, epico videogioco da bar degli Ottanta, per pc: Xenon 2000;
- l'armatura completa con ogni gadget possibile e immaginabile per diventare una vera e propria Star Wars Trooper;
- un trasformatore di faccia che, purtroppo, funziona solo con le fotografie e non con la faccia vera;
- un articolo del Weekly World News che avverte del pericolo che correte usando un pc (potenzialmente una bomba esplosiva).

11

settembre 2006

¡Canto que mal me sales
cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto,
de verme entre tanto y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que veo nunca vi.
Lo que he sentido y lo que siento
hará brotar el momento...

(C
anto, che cattivo sapore hai / Quando devo cantar la paura!' / Paura come quella che vivo, / Come quella che muoio, paura. / Di vedermi fra tanti e tanti / momenti di infinito / in cui il silenzio e il grido / sono i fini di questo canto. / Ciò che ho sentito e che sento / Farà sbocciare il momento).
Questo testo fu scritto da Victor Jara l'11 settembre 1973 nello stadio di Santiago del Cile, poco prima che fosse torturato, gli fossero spezzate le mani e, lo stesso giorno, ucciso da vigliacchi che avevano paura anche della musica.
http://www.youtube.com/watch?v=6qXkXTaZiXg

08

settembre 2006

Otto settembre 1943.
"
Verso le ore 17 dell'8 settembre 1943 si diffonde in città la voce che l'Italia si è arresa agli anglo-russo-americani. Qualcuno, messosi come al solito in ascolto di radio Londra per sentire dalla voce del colonnello Stevens come vanno le cose della guerra, ha captato invece la strabiliante notizia che subito, come un fulmine nel cielo sereno di quel bellissimo mercoledì di settembre, rimbalza di strada in strada nelle orecchie di tutti. Anche in quelle incredule del generale Moramarco che, da qualche tempo, ha sostituito al comando del presidio il Colonnello Sebastiani bocciato per “tendenze democratiche” dai superiori comandi. Il generale si mette all'ascolto di una radio; si sintonizza su una stazione italiana. É in onda un programma di canzoni che, anche allora, costituivano il piatto forte dei programmi radiofonici nostrani. Quindi tutto regolare. Comunque, per maggiore sicurezza, Moramarco si mette in contatto telefonico con Piacenza, dal cui comando dipende la piazza di Parma. Un sospiro di sollievo: non è vero niente. Si può andare a cena tranquilli. Ma alle 19,45, all'improvviso, interrompendo i gorgheggi del trio Lescano in quel momento in azione su radio Roma, uno speaker annuncia: «E' al microfono il capo del governo maresciallo d'Italia Badoglio che rivolge agli italiani una importante comunicazione». In realtà davanti al microfono non c'è Badoglio, ma solo un nastro inciso già alcune ore prima, per poi dar tempo al duca di Addis Abeba ed al suo amato imperatore di veleggiare verso porti più sicuri onde mettere in salvo le loro preziosissime vite. Del resto, lui, la sua parte l'aveva già fatta: aveva dato gli ordini, no?! Ora toccava agli altri eseguirli. Il testo del comunicato diceva: «II governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». L'annuncio fa colpo e la gente scende nelle strade. Ma non c'è l'esplosione di gioia spontanea ed irrefrenabile del 25 luglio. Questa volta, gioia e timore si agitano con ugual forza nell'animo di tutti. Eppure il comunicato afferma che la guerra, l'aborrita nefasta guerra fascista, è finita ... Finiti i bombardamenti, le privazioni, i sacrifici, i tormenti, le mutili stragi ... Ma un grosso interrogativo chiude nella strozza il grido di esultanza che vorrebbe uscire dal cuore di ciascuno: cosa faranno i tedeschi?".
Questo è l'inizio del racconto di Dante Gorreri sull'armistizio e prosegue su questo bellissimo sito dedicato all'8 settembre 1943.

Le campagne informative servono?
Il Royal National Institute for Deaf People (RNID), l'associazione britannica degli audiolesi, ha lanciato la campagna "Don't lose the music" per aiutare la cosiddetta "Generazione Ipod" (percezione del mondo reale prossima allo zero, direi, se usano etichette del genere) a prevenire un futuro di sordità dovuto allo sbumballamento da auricolari a volume tempestoso. Mi importa abbastanza poco delle campagne informative, dalle Dame di San Vincenzo al Reale Ordine dei Cavalieri di San Maurizio, perché non si può pompare il sistema per convincerlo da un lato a comprare una macchina e dall'altro cercare di dissuaderlo perché fa male (esempio lampante, sempre UK). Schizofrenia, si chiama.
Piuttosto, mi interessano gli aspetti minimi e assurdi delle campagne: (sempre Don't lose the music) "If you are concerned about your hearing, call the RNID Information Line. Telephone: 0808 808 0123". Cazzuola, son sordo! Me l'avete detto voi...

07

settembre 2006

Le piratesse.
Altro che l'infermiera o la maestra, è la piratessa la vera regina dell'immaginario maschile (mio e di Mr. L., in realtà, campione sondato: due), leggendaria, coraggiosa e, soprattutto, spietata.
Vagolando in rete, ho trovato (su preziosa segnalazione di Mr. L.) ampia bibliografia e un lungo elenco di piratesse con indicazione del periodo di attività e del luogo approssimativo, che riporto qui sotto. Sarà la fierezza e l'essere indomabile che mi affascinano, fatto sta che trovo irresistibile una donna come Mary Read che, nel 1720, salendo al patibolo, si rivolse a Calico Jack Rackam, il suo luogotenente, rimproverandolo che "se avesse combattuto come un uomo, adesso non starebbe lì a farsi impiccare come un cane". Sia pure racconto leggendario, a trivigante non importa.
Dimenticavo: per chi ne avesse necessità, consiglio un buon posto per il costume.
Ecco l'elenco delle piratesse conosciute:
Ch'iao K'uo Fü Jën — Chinese legend from c. 600 B.C.
Queen Artemisia of Halicarnassus (in Greece) — 480 B.C., Mediterranean.
Queen Teuta of Illyria — 232 B.C. to 228 B.C., Adriatic Sea.
Princess Sela — c. 420 A.D., Norwegian Viking.
Princess Rusla — Norwegian Viking.
Russila and her sister Stikla — Norwegian Viking.
Wigbiorg — 800s A.D., Viking.
Hetha — 800s A.D., Viking.
Wisna — 800s A.D., Viking.
Alfhild, a.k.a. Ælfhild, Alwilda, Alvilda — post-850 A.D. (some wrongly say c. 450 A.D.), Swedish Viking.
Ladgerda — c. 870 A.D., Viking.
Æthelflæd, "Lady of the Mercias."
Grace O’Malley, a.k.a. Granuaile, Grainne O'Malley —1500s, Atlantic, commanded three galleys and 200 men.
Lady Killigrew — 1530-1570, Atlantic.
Mrs. Peter Lambert of Aldeburgh, Suffolk — late 1500s.
Elizabeth Shirland (fictional), alias "Cutlass Liz" — 1604, Atlantic.
Elizabetha Patrickson — 1634.
Jacquotte Delahaye — 1650s-1660s, Caribbean buccaneer.
Anne Dieu-le-veut — 1660s, Caribbean buccaneer.
Anonymous Indian Pirate Queen — 1680s, Arabian Sea.
La Marquise de Frèsne — late 1600s, Mediterranean.
Maria Lindsey (fictional?) — early 1700s, Canadian East Coast.
Anne Bonny, aliases Ann Bonn and Fulford, possibly also Sarah Bonny — 1719-1720, Caribbean.
Mary Read, alias Mark Read — 1718-1720, Caribbean.
Mary Harvey (or Harley), alias Mary Farlee — 1725-1726, Carolina.
Mary Crickett (or Crichett) — 1728. 
Rachel Wall — 1780s, New England Coast.
Maria Cobham (fictional?) — Atlantic.
Sadie the Goat — 1800s, New York State.
Qi Sao (Seventh Elder Sister-in-law) — South China Sea, commanded a fleet of 20 ships.
Li (wife of Chen Acheng) — early 1800s, South China Sea, was involved in at least 10 robberies at sea with her husband before she was captured and made the slave of a military officer.
Shi Xainggu (better known as Cheng I Sao, Ching Yih Saou or Zheng Yi Sao) — 1801-1810, South China Sea, commanded either five or six squadrons consisting of 800 large junks, about 1,000 smaller vessels, and between 70,000 and 80,000 men and women.
Cai Quin Ma (Matron Cai Quin) — died 1804, South China Sea.
Catherine Hagerty —1806, Australia and New Zealand.
Anonymous — died 1809 in a sea battle after wounding soldiers, attacking them with cutlasses in both her hands.
Margaret Jordan — 1809, Canadian East Coast.
T'ang Ch'en Ch'iao — alias "Golden Grace".
Gertrude Imogene Stubbs — alias "Gunpowder Gertie, the Pirate Queen of the Kootenays", 1898-1903, Kootenay Lake and river system of British Columbia, Canada.
T'ang Ch'en Ch'iao — alias "Golden Grace".
Lo Hon-cho (Honcho Lo) — took over command on husband’s death in 1921, was a supporter of the Chinese revolution.
Wong — 1922, united her 50 ship fleet with Lo Hon-cho's 64 junks.
Lai Sho Sz'en (Lai Choi San) — 1922-1939, South China Sea, commanded 12 junks.
P'en Ch'ih Ch'iko — 1936, commanded 100 pirates.
Ki Ming (this may be another name for P'en Ch'ih Ch'iko).
Huang P'ei-mei — 1937-1950s, leader of 50,000 pirates.
Linda — 1980s, Philippines.

06

settembre 2006

Gran giornata, oggi.
Oggi Pazoozo, demonio di prim'ordine, già ampio frequentatore del sito sotto multiformi pseudonimi, è venuto a trovare Trivigante nel suo antro, per un incontro tra demoni al minimo livello.
All'ordine del giorno, tra le altre cose: imposizione al pianeta del feng-shui musicale, eliminazione di Shakira (per questo motivo), assunzione di quantità abominevoli di salamina e birra, nuove disposizioni in materia di abbigliamento femminile.

La guida per diventare attori porno.
Un fantomatico Ciarlatano, sul suo sito, con preoccupante serietà, posta un vademecum per diventare attori porno (parte I e parte II), affrontando punto per punto quanto si deve sapere, secondo lui, per sfondare nel settore.
E, secondo i propri parametri di saggezza, dispensa utili consigli tipo: "Fare l'attore porno non significa automaticamente fare sesso con le donne più belle del mondo. Dovete mettervelo bene in testa perché, soprattutto all’inizio, dovrete fare scene “di serie B”, oppure amatoriali e spesso capita che la vostra partner non sia Jenna Jameson. Ma anche voi, ammettetelo, non siete Brad Pitt".
Evabbè, se non c'è Jenna, allora tanto vale fare Herve Villechaize in Fantasilandia...
Infine, per restare in tema, un bel video musicale per nulla porno, per tutti i cicciolini.

Neo-madonnaro.
Un'altra segnalazione, questa volta bellissima: il nome è Julian Beever ed è l'autore dei sensazionali pavement drawings tridimensionali copiati e citati all'inverosimile qua e là.
L'idea è notevole e reinventa un'arte antica e nobile, la pittura murale, che da Diego Rivera in poi ha scatenato rivoluzioni e migliorato l'aspetto estetico dei treni decrepiti.
Segnalo una guida alla pittura murale del muralista Dominique Antony, che spiega in dettaglio tutto quello che c'è da sapere al riguardo, e i sorprendenti murales di Orgosolo.
Qualcuno copia: (ore 11.19) Repubblica ha appena inserito sulla home page una galleria di fotografie dei lavori di Julian Beever, segnalati da me qui ben prima. E' evidente, dunque, che a Repubblica sono a corto di idee e usano il b.site per i loro loschi fini... mentecatti.

04

settembre 2006

Un uso più sensato di YouTube, Google Video, iFilm, Metacafe, Dailymotion etc...
Vale a dire, non limitatevi a guardare i video ma scaricateli e salvateli, conservateli e poi - magari - fatene un dvd e inviatemene copia per mio diletto. Non lasciate inutilizzate le vostre linee adsl, per favore.
Dunque, ecco il modo più veloce: si utilizza Mozilla Firefox e si installa l'estensione video downloader. Una volta scaricati, i video devono essere rinominati con l'estensione .flv, che è un formato Flash (il lettore flv è gratuito).
A questo punto, la cosa potrebbe anche dirsi esaurita, dato che i video si sentono e si vedono bene anche in formato Flash.
Ma se qualcuno non fosse soddisfatto, qui un piccolo tutorial per la conversione dei video da .flv in .avi o .mpeg, con Riva FLV Encoder. Oppure, il semplicissimo e ottimo Batch FLV Converter, gratuitissimo e consigliatissimo.
Buon divertimento.

I filmati meravigliosi di lodger.tv
Ne avrete visto almeno uno, che girava tempo fa. Cinici e crudeli nonché bellissimi, qui: www.lodger.tv. Per accedere ai video, mettere tre teschi in fila. Una roba che se uno non è del tutto scimmiato, ce la fa.

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