Olimpiadi popolari.
L'estate del 1936, olimpicamente
parlando, fu un'estate densa di avvenimenti.
A Berlino fremevano tutti dall'eccitazione, da
Goebbels a Speer allo stesso Hitler, badando a
organizzare la più sfacciata messa in scena del
Reich mai
vista, e nessuno in giro per il mondo, da Mosca a
Washington a Londra, sentì la necessità di
boicottare o dire alcunché contro la prova di forza
tedesca.
Anzi
no, qualcuno disse no:
la Spagna repubblicana, che boicottò e scelse
di non partecipare. In Catalogna il movimento
operaio era fortissimo, la Confederazione sindacale
anarchica (Cnt) e il PCE pure, i cortei, gli
scioperi, le occupazioni erano all'ordine del giorno
in tutta la Spagna. E i nomi erano quelli di
Buenaventura Durruti, García Oliver e di Dolores
Ibárruri, i più noti.
Fu proprio la Catalogna a organizzare l'Olimpiada
popular, dal 19 al 26 luglio 1936, una
settimana di gare sportive aperte e accessibili a
tutti, in nome della fratellanza e delle lotte per
il lavoro e la libertà, alla faccia di Berlino e dei
gerarchi nazisti. Nessun culto della personalità né
dei vincitori, nessuna bandiera nazionale, unico
inno l'Internazionale
e tutti uniti in nome dell'antifascismo. Non solo
sport, però, nell'Olimpiada
popular ma anche danze, spettacoli teatrali,
tornei di scacchi, musica e tutto quanto tiene
lontano il fascismo.
Giunsero in Catalogna più di seimila persone per
partecipare, un numero incredibile se si pensa che a
Pechino 2008 gli atleti iscritti erano circa
sedicimila. Vennero i francesi, gli inglesi, i
belgi, gli americani, gli olandesi, i cecoslovacchi,
i danesi, i norvegesi, gli svedesi, gli israeliani e
moltissimi altri.
Parteciparono
anche tedeschi e italiani, ovverosia gli esiliati.
Per non parlare di tutti gli iscritti degli stati
africani, finalmente liberi di partecipare sotto la
propria bandiera e non sotto quella degli stati
colonialisti.
Un evento grandioso, in grado di oscurare almeno un
poco le Olimpiadi berlinesi. De Coubertin disse al
riguardo: "Lo
sport operaio è quello che si avvicina di più ai
miei originari ideali competitivi". Tanto non
l'ha mai ascoltato nessuno, il barone, nemmeno
quella volta. E non fu la prima manifestazione del
genere, vi furono prima le
Olimpiadi
operaie del 1925 a Francoforte, le
Spartachiadi
del 1928 a Mosca, tra le altre.
Il 19 luglio tutto era pronto, sarebbero stati sette
giorni indimenticabili. Ma non furono perché,
coincidenza o volontà canaglia, la mattina presto
giunse notizia del sollevamento fascista di Franco,
sbarcato finalmente dal Marocco. L'Olimpiada
fu prontamente annullata e gli iscritti invitati a
tornare a casa, poiché la situazione si faceva più
dura di ora in ora. Moltissimi decisero di restare,
in fin dei conti si poteva combattere il fascismo
anche con un fucile da dietro una barricata, non
solo danzando e correndo insieme. E così fecero,
restarono e si organizzarono, ben prima della
formazione delle Brigate Internazionali. Li
chiamarono i "turisti
rivoluzionari".
Quella mattina cominciò la guerra civile spagnola. |