letturine:
Vittorio
Sereni
Viaggio in
Cina
Lidia Casti e Mario
Portanova
Chi ha
paura dei cinesi?
Nuto Revelli
Il disperso
di Marburg
Nuto
Revelli
Le due
guerre
Simon
Wiesenthal
Il girasole
F.
Imposimato, S. Provvisionato
Doveva
Morire
Chuck
Palahniuk
Gang bang |
commenti:
posta[at]trivigante.it |
trivigante
2006 |
|
Colpa della
Gelmini.
Dai e dai, taglia qui e taglia
là, va a finire che la scuola pubblica in qualche
modo si deve pur finanziare.
E un professore, magari precario, un qualche modo
per arrotondare lo deve pur trovare, oltre alle
lezioni private e allo spaccio di fotocopie e
schiacciatine. Ecco la notizia da "L'informazione
di Parma" del 7/11, fotografata da me a
Langhirano, patria del
leggendario prosciuttone:
Colpa della Gelmini, colpa della
Gelmini! Ecco la scappatoia. Hai rovesciato il
latte nel frigo? Hai sparato a tua cognata? Hai
venduto una partita di zanne di elefante al mercato
natalizio di Bolzano? Hai passato un allegro
weekend a Predappio in compagnia di alcuni
simpaticoni nerovestiti? Tutti insieme: colpa
della Gelmini! A meno che, ovvio, il professore
abbia frainteso il concetto di "taglio",
associandolo erroneamente all'eroina sbarazzina. |
Operazione
Sottocoperta.
Dovete prendere un treno-una
corriera-un autobus? Passate le vostre giornate
nelle biblioteche? Avete invitato a cena vostra zia
suora o i vostri genitori ultra-conservatori?
Passate delle ore nella sala di attesa del dentista
facendo passare avanti chiunque? Avete voglia di
discutere? Avete voglia di essere picchiati? Vi
divertite ad ammirare facce stralunate che vi
guardano di sbieco?
Operazione Sottocoperta fa per
voi. |
Pochi resistono, la tentazione di
sbirciare i titoli dei libri letti da altri è quasi
irrefrenabile. Cosa legge la signorina fotomodella
che mi sta davanti nello scompartimento del treno?
Che libro ha sottobraccio il signore distinto seduto
sull'autobus? Di cosa si occupa lo studioso in sala
di lettura della biblioteca? Che libri ha in casa
questa strana coppia conosciuta stasera in un locale
per scambisti? Mi posso fidare?
Suscitate curiosità senza freni con
l'Operazione Sottocoperta. |
Come funziona? Trivigante.it vi
fornisce delle comodissime
sovracopertine per libri già pronte, da
stampare, ritagliare e applicare sul libro che state
leggendo. Scelta e applicata la copertina che
preferite su un libro qualunque, non dovete fare
altro che lasciare in bella vista il libro, in
biblioteca, sul comodino, sul sedile del treno
accanto a voi. Oppure, potete leggerlo
tranquillamente, facendo sì che gli astanti possano
scorgere la copertina e trasalire. Scandalizzate i
bacchettoni, osservate le facce perplesse, suscitate
interesse negli sconosciuti, fate venire i pensieri
ai vostri genitori e congiunti, rendete la vostra
libreria più eccitante e bizzarra, rendete inquieti
i vostri ospiti, fate regali di natale con colpo di
scena.
Godetevela con l'Operazione
Sottocoperta. |
Le prime due copertine della serie:
|
Genere:
storico con addizione misteriosa e scabrosa.
Utilizzo verso:
devoti, bacchettoni, anziani, timorati di dio,
timidi, suore e vescovi, teologi, storici d'accatto
etc.
Formati:
- sovracopertina 20,9x14,9cm (es: Mondadori Strade
Blu, 200 pagine circa),
scaricare
qui;
- sovracopertina 19,5x12 cm (es:
tascabili Einaudi, Adelphi, 250/300 pagine circa),
scaricare
qui. |
|
Genere:
giovanilistico che titilla i bassi istinti.
Utilizzo verso:
giovanetti idioti, sociologi, studiosi arroganti,
genitori retrivi, nipoti fastidiosi, lettori
occasionali, Federico Moccia etc.
Formati:
- sovracopertina 20,9x14,9cm (es: Mondadori Strade
Blu, 200 pagine circa),
scaricare
qui;
- sovracopertina 19,5x12 cm (es:
tascabili Einaudi, Adelphi, 250/300 pagine circa),
scaricare
qui. |
Via all'Operazione Sottocoperta.
Trivigante.it si dichiara fin da ora responsabile in
caso veniate picchiati da orde di parroci di
campagna e si impegna da questo momento a fornire
assistenza ospedaliera ventiquattro ore su
ventiquattro, preparando pappine e conversando
piacevolmente con la vittima dell'intransigenza
altrui. In tutti gli altri casi, sostenete il
dibattito e gli sguardi in tralice con gran faccia
tosta. Buon divertimento, dunque, l'Operazione
Sottocoperta comincia ora. Fatemi sapere gli
effetti. |
Otto.
Otto
fatti immemorabili di pura attualità raccolti negli
ultimi due giorni, senza alcun legame tra loro,
senza alcuna coerenza o parità di peso, senza
bellezza intrinseca e senza genio. Perché, allora?
Ho, ultimamente, un problema di gestione dello
sdegno e dell'indignazione: come posso indirizzare
senza spreco il senso di fastidio che mi pervade?
Come posso individuare una/due cause per le quali
mobilitarmi, preso come sono tra innumerevoli
incudini e altrettanti martelli? Meglio fare una
bella selezione di fatti, mi dico, sui quali posso
spalmare indifferentemente sdegno e riso sardonico
con la cazzuola oppure, a seconda, sceglierne uno o
due ed eleggerli - per oggi - a cause meritevoli di
un qualche grado di mobilitazione. Eccone otto,
scelti in base alle preferenze espresse dalle statue
parlanti della redazione di trivigante.it.
1) Milano,
amicizia Italia-Cina.
Prosegue
l'operazione-simpatia del Comune di Milano nei
confronti degli immigrati cinesi: per favorire
l'integrazione e rendere più semplici le operazioni
imprenditoriali della comunità cinese a Milano, il
Comune ha trasformato via Paolo Sarpi in zona a
traffico limitato, chiudendo alle macchine, di
fatto, la zona principale del commercio cinese.
Sarebbe una bella operazione se facesse parte di un
piano di chiusura del centro al traffico e non
fosse, invece, un bel regalino velenoso indirizzato
ai soli commercianti cinesi. I quali, ora, sono
costretti a portare le merci con il camion fino a
corso Buenos Aires o limitrofi e poi a trasferirle a
mano fino ai negozi. Oppure a prendere un bel taxi
milanese e a riempirlo di cartoni. Viva i diritti
dei cinesi in Cina, schifo sui diritti dei cinesi a
Milano. L'operazione, promossa come riqualificazione
della zona, mostra tutta la sua serietà nel
rendering ufficiale del progetto di sistemazione
della via pedonale, realizzato da un progettista di
dodici anni del Comune rinchiuso nello Spilberg e
dotato di compiuter a diavolina. Qui a
destra, cliccare per un eccitante brivido
progettuale. |
2)
Brescia, lotta al chebabbaro.
A ruota, anche il Comune di Brescia istituisce
l'operazione-simpatia nei confronti degli
imprenditori immigrati operanti nel campo della
ristorazione: il Comune, infatti, promette
un'ordinanza per limitare la concentrazione e
l'orario di apertura di alcune iniziative
imprenditoriali nel centro di Brescia. Trattasi di
un'ordinanza che non presenta un obbiettivo
specifico, niente di xenofobo mascherato da altro
(un possibile
precedente). Infatti, l'iniziativa
riguarda indistintamente quelle attività commerciali
che vendono carne cotta tagliata in verticale, pane,
cipolle, insalata, salse piccanti, pomodoro, bevande
e che hanno una "kappa" nell'insegna. La
città si interroga sui destinatari dell'ordinanza:
chi sarà chiamato in causa? Nel frattempo, restano a
memoria due affermazioni al riguardo. La prima,
dell'assessore Rolfi promotore dell'ordinanza: "Brescia
non è l'America!" ed è un'altra certezza
granitica che si sgretola; la seconda, in risposta
all'ordinanza, di ignoto a Radio Popolare: "E
vabbè, allora facciamo una legge che se sei negro
vai in galera". |
3)
Mosca, si comincia male e si prosegue peggio.
Sempre peggio il processo per l'assassinio di
Anna Politkovskaja,
imputati i fratelli Makhmudov e un ex ufficiale
dell'unità anticrimine della polizia della capitale,
Khadzhikurbanov. Oltre al fatto assurdo per il quale
la Corte giudicante è una Corte Militare, questa
stessa ha stabilito che il processo deve essere
fatto a porte chiuse, nonostante le richieste della
stampa e della popolazione e nonostante in prima
battuta avesse deciso di celebrarlo pubblicamente.
Il motivo è che i giurati avrebbero chiesto di
chiudere le porte del processo, richiesta accolta.
Peccato che nessun giurato
abbia mai firmato una richiesta in tal senso,
notizia di oggi. Probabilmente è stata la procura
stessa a decidere, perché gli elementi a carico
degli imputati sono debolissimi e non è stato
individuato alcun mandante. Nebbie russo-cecene. |
4) Ti voglio
bere (qui).
Due libri: Acqua SPA -
Dall'oro nero all'oro blu e
L'acqua nella storia,
entrambi di Giuseppe Altamore,
giornalista che si occupa di acqua. Qualche dato
desunto dai due libri: ottanta miliardi di dollari è
il giro di affari delle aziende che nel mondo si
occupano di acqua imbottigliata; gli italiani bevono
più acqua imbottigliata di chiunque altro, ovvero
centonovanta litri a testa all'anno, equivalenti a
una spesa di trecentocinquanta euri; il settanta per
cento dell'acqua imbottigliata che viene venduta è
acqua naturale, ovvero esattamente come esce dalla
fonte (il che la dice lunga sulle ragioni del
consumo); il costo medio per litro di acqua per un
produttore italiano è di 0,02 lire (lire, non euro);
la Regione Lombardia, per dirne una, spende venti
milioni di euri l'anno per smaltire le bottiglie di
plastica; la San Bernardo (ovvero Nestlé) paga solo
2.528,28 euri l'anno per la concessione di prelievo
dell'acqua al Comune di Cuneo.
Questo e altro per dire che il consumo di acqua
imbottigliata è indotto da una delle più massicce
campagne pubblicitarie mai viste, per dire anche che
l'acqua erogata dai nostri acquedotti è generalmente
buonissima e che, dunque, non c'è alcuna ragione per
non bere l'acqua dal rubinetto. |
5) Roma, prezzi
di realizzo suggeriti dai periti.
Alitalia: il Governo ha accettato il prezzo proposto
dalla CAI (Compagnia
Aerea Italiana) per l'acquisto di Alitalia,
millecinquantadue milioni di
euri. Una bazzeccola. Scajola, che non è uno
sciocco né un rompicoglioni, lui, prima di accettare
aveva chiesto un parere sulla congruità del prezzo a
Banca Leonardo, uno dei
periti terzi (terzi?) nominati dal governo.
Peccato che nel cda di Banca
Leonardo siedano D'Urso
e Marchionni, che hanno
il medesimo ruolo in CAI.
Evidentemente, il prezzo è stato ritenuto congruo da
Banca Leonardo e, quindi, dal Governo. In Italia
sarebbe davvero utile istituire l'Università
della Terzietà, chissà mai che qualcuno
impari qualcosa.
Curiosamente, mi è venuta in mente una cosa a
proposito, di cui mi pare non abbia parlato quasi
nessuno: esiste una compagnia
aerea privata con poche decine di piloti, che
gestisce una decina tra aerei ed elicotteri (Falcon
900, P-180 e A-109), le cui azioni sono possedute da
SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario
Intesa SanPaolo
(piuttosto coinvolto nella faccenda Alitalia, come
si sa). La cosa interessante di questa compagnia è
che supporta operativamente le
attività dei servizi segreti, ovvero SISMI e
SISDE, nella vecchia denominazione, da almeno trent'anni.
E come si chiama questa compagnia?
Compagnia aeronautica italiana,
e l'acronimo è CAI. Che
cosa buffa, no? |
6) Milano, lo
sparatutto.
Tremonti spiega la
crisi economica all'inaugurazione dell'anno
accademico dell'Università Cattolica di Milano,
ieri, testuale: "La crisi economica che stiamo
affrontando è come vivere dentro un videogame. In
quelli che si giocano, si affrontano mostri e poi si
spegne tutto. Mentre questa non è ancora terminata e
non è possibile fare game over. Come nei videogiochi
ci sono dei mostri da affrontare per passare al
livello successivo. Abbiamo già superato vari
mostri, ora dobbiamo affrontare i mostri delle carte
di credito, delle attese bancarotte societarie e poi
il mostro dei mostri, quello dei derivati".
Concetti complessi per una situazione complessa,
Tremonti ha confuso la
playstation con la macchina da scrivere.
Una cosa interessante, che è nell'aria almeno da
settembre, però la dice: occhio al botto delle
aziende di carte di credito, tra poco arriva. |
7)
Somiglianze tra Italia e Nuova Zelanda.
Domenica si è votato in Nuova Zelanda e, dopo tre
mandati del centrosinistra, ha vinto il
centrodestra. Capo del Partito Nazionale
conservatore è John Key,
multimilionario, il classico uomo
mi-son-fatto-da-solo: nato in povertà, cresciuto
grazie alla beneficenza, ha costruito la sua fortuna
dal nulla. Ha vinto con un programma piuttosto vago:
diminuzione delle tasse (mandiamogli Tremonti),
lotta dura alla criminalità (mandiamogli Maroni),
semplificazione della burocrazia (mandiamogli
Calderoli), riorganizzazione dell'economia
(mandiamogli due volte Tremonti). E l'istruzione?
Niente istruzione? Serve niente? |
8) Darfur?
Abbiamo diecimila soldati sparsi tra Afghanistan,
Kosovo e Libano, a vario titolo. E là resteranno,
perché ieri la Camera ha
votato all'unanimità il rifinanziamento di tutte le
missioni. Vorrei sottolineare l'unanimità
della decisione. Non solo: la Camera, nella stessa
votazione, ha accolto a larga maggioranza un ordine
del giorno di tal Gianni
Vernetti (PD) che prevede l'aumento dei
finanziamenti per la missione
militare italiana in Darfur e l'invio di
altri elicotteri. In Darfur trattasi di missione
dell'ONU, quindi di pace, vuole la teoria (e io,
ammetto, non avevo idea avessimo uomini in Darfur).
Ne consegue che l'unanimità dell'Afghanistan non
vale per il Darfur. Ovvio. |
|
Per la colonna
triestina.
I fatti. Primo, banale: la
schermidrice Granbassi aveva un nonno,
Mario Granbassi. Tale
nonno, ed è il secondo fatto, era triestino e andò
volontario a combattere nella guerra civile
spagnola. Ma, terzo e importante, combatté dalla
parte sbagliata, ovvero per il male franchista.
Ricadono le colpe dei nonni sulle nipoti
che lavorano a rai tre? Il quarto fatto, e
siamo ai nostri giorni, è che Trieste ha un sindaco
fascista e bestia. Ero a Trieste
il 26 ottobre scorso e,
poiché era l'anniversario della conclusione del
Governo Alleato e la conseguente
passata della città all'Italia,
l'ho sentito
fare
un discorso più idiota che fascista. Ed era
parecchio parecchio fascista, il discorso. Detto
questo, giungo al quinto fatto: il sindaco fascista
ha ben pensato, similmente a tanti suoi colleghi
fascisti, di mettere mano alla toponomastica e
intitolare una via al predetto nonno, fascista pure
lui. Il quinto fatto, in particolare, si configura
come revisionismo.
Nonostante le proteste e il dissenso, compresi
numerosi catalani che hanno fatto pervenire le
proprie manifestazioni di sdegno, la giunta fila
dritta senza remore, ovviamente fregandosene. E fin
qui i fatti.
E ora il dissenso. Mi è giunta notizia, da
verificare, che il 25 a
Trieste si terrà un incontro pubblico nel
quale, il tema è la memoria
e la comunità, il
meraviglioso Boris Pahor,
eroe novantacinquenne sempre implacabile, spiegherà
- con altri - a questi poveri idioti revisionisti
qualche concetto basilare della storia e della
convivenza. Non so, purtroppo, altro, né luogo né
ora. Ma penso che per la colonna trivigantista
triestina sarà una bazzeccola darci notizie al
riguardo. Teneteci aggiornati sulla vicenda e,
magari, fateci un racconto dell'incontro, se potete.
Da qui, per ora, sostegno al dissenso e alla lotta.
E un bel fanculo a Dipiazza e alla giunta tutta, già
che ci sono. |
Fermare la caduta
libera.
Due mesi, una sospensione che a
me è parsa piuttosto lunga. Ne ho sofferto un po'
(non è vero: molto) perché sfanculare a dritta e a
mancina in rete è molto più divertente che farlo
alla luna, da soli. O tormentando i miei poveri
congiunti, che mi hanno supplicato più volte di
ricominciare a postare qui le mie piccole
faccenduole. E io che pensavo che avessero nostalgia
del b.site...
Due mesi nei quali mi sono segnato alcune cose.
I cinesi hanno fatto una passeggiatina nello spazio:
memorabile il messaggio dell'eroe popolare che ha
detto: "Saluto i cinesi e
la gente di tutto il mondo". Che sarebbe
poi la versione intergalattica del "Un
saluto agli amici del baretto". Siamo
piccoli e soli, come sempre.
Poi c'è stato il crollo di una parte delle
istituzioni economiche occidentali (attenzione, fare
attenzione: istituzioni private), il che era
piuttosto nell'aria da un po'. Stupiscono, me, due
fatti: primo, che tutte queste belle banche
invischiate in operazioni di fantasia economica
erano, senza distinzioni, tutte certificate con
giudizi più che positivi fino a due ore prima della
dichiarazione di bancarotta (e, quindi, delle due
l'una: o i certificatori sono privi di mani e vista,
oppure giocano tutti alle belle statuine bastardine
fino all'ultimo... il caso parmalat qualche
indicazione la dà, in questo senso, anche se Tanzi
fa l'idiota in aula); secondo, mi colpisce il
profluvio di miliardi di euro-dollari sganciati
sull'unghia dai governi occidentali per le
operazioni di salvataggio, a fronte di leggi
finanziarie che inneggiano al tirare la cinghia
altrui e al sacrificio umano, sempre altrui.
Priorità del mercato.
Giustamente, qualcuno ha detto che non intende
pagare crisi altrui: sottoscrivo, in nome
dell'irrealtà, concetto che mi piace moltissimo. E
qui il discorso va a cadere sulla
protesta della Scuola a
tutti i livelli, che condivido e sostengo in tutto.
In particolare, però, devo confessare che, dopo aver
seguito alcune manifestazioni, mi confonde un poco
un aspetto particolare della protesta studentesca:
la
posizione politica. E' un problema mio, mi spiego.
Avvicino ragazza in corteo che porta kefiah,
maglietta rossa di Emergency e striscione del
collettivo e le chiedo: "Dunque
sei contro la Gelmini e questo governo perché sei di
sinistra e contesti i tagli all'istruzione?".
Non è di sinistra, ha votato Di Pietro ma non si
occupa di politica. Ah, capisco. Allora il giovine
che è appena sceso dal SUV paterno e scandisce
slogan contro la 133, vestito di tutto punto con
scarpe eleganti e giacca da cumenda è di
destra? "Sei di destra,
caro?". No, non è di destra. Vota Lega e
non è di destra perché lui fa altre cose, mica
politica. Occazzo, ragazzi, così mi confondete. E mi
fate sentire un ciula, ancora qui con 'sta
destra e 'sta sinistra... Temo sia così,
problema mio, prendo e porto a casa. Però non è che
capisco bene questa cosa. Comunque, inneggio alla
fantasia e al genio dei cortei e della protesta,
devo ammettere che ha toccato punte inarrivabili,
seppur tremendamente naif. Una dimostrazione
qui sopra. Amo le moltitudini.
E poi la grande notte di festa per
Obama, subito rovinata
da parecchi idioti nostrani e dalla morte di
Miriam Makeba,
militante fino in fondo, vicino agli oppressi, neri
e bianchi, di Castevolturno.
Ben venga Obama, dunque, anche perché avrei esultato
per l'elezione persino dell'uomo bionico, piuttosto
che della coppiola reazionaria Mc Cain-Palin. Come
tutti noi, credo. Il problema, a questo punto, è che
siamo tutti belli vispi e pronti, rivolti verso
Obama con un verbo solo sulle nostre labbra: "stupiscici".
Il che non va bene, perché è pur sempre un
americano, democratico ma americano. Il che
significa che è un progressista un pochino sui
generis per i nostri gusti europei e, quindi,
potremmo restare un pelo delusi. E poi lotta contro
le lobbies più maligne del pianeta, porello.
Meglio non far di conto fin da ora sulle sue
mirabolanti gesta, attendere pazienti, gioire del
fatto che - comunque - sarà sempre molto meglio di
Bush e osservare con godimento i nostri destroidi
locali cui è venuta a mancare, ahiloro, una
bella sponda.
L'amico americano.
Avrei voluto, poi, ignorare bellamente i siparietti
sulla commissione di vigilanza RAI, puro genio
italico. Ovvero, il PD che presenta Orlando come
candidato per quarantacinque votazioni consecutive,
facendolo impallinare ogni volta dal PDL, ancora
irritato per la bocciatura di Pecorella alla Corte
Costituzionale (si chiama ripicca); Orlando
però non si può cambiare perché non bisogna irritare
Di Pietro che, altrimenti, rompe per le elezioni in
Abruzzo (la logica sottostante a tutto questo è
comprensibile solo a chi vive in Italia da molti
anni); allora il PDL rompe gli indugi ed elegge,
pure con due voti del PD, un tizio del PD che
nemmeno era candidato. Il quale, furbaccino di tre
cotte, se ne guarda bene dal dimettersi
immediatamente e gioca le sue, poche, carte. Il PD,
ancora una volta, va nella confusione più nera.
Avrei voluto ignorare tutto questo, dicevo, se oggi
la compagna Rosi Bindi,
democristiana onesta, non avesse detto la frase più
sincera del mondo: "Diciamo
da tempo che dobbiamo guardarci a sinistra ma quelli
che ci colpiscono alle spalle poi stanno sempre al
centro". Ti amo, Rosi, grazie per quel "sempre".
Riepilogando ancora, una notizia a dir poco
strepitosa: non esistono e non sono mai esistiti
casi di rapimento di bambini
da parte di rom. Qualcuno, benemerito, si è
preso la briga di verificare in tutti i tribunali
europei se esistano denunce di qualche tipo relative
al rapimento di bambini da
parte di persone di etnia rom e, ohibò,
no, non ce ne sono e non ce ne
sono mai state. E allora? Allora vaffanculo
ai luoghi comuni e vaffanculo al prossimo che sento
dire, ancora, questa stronzata offensiva e volgare.
E poi, tre giorni fa, la
sentenza sull'assalto e le violenze alla
scuola Diaz a Genova,
2001. D'accordo, era chiaro che lo Stato non si
sarebbe fatto processare, era chiaro che la
prescrizione manderà in vacca, comunque, tutto, era
chiaro che i vertici della polizia sarebbero usciti
indenni, in quanto misteriosamente inconsapevoli di
quanto avveniva a Genova, era chiaro che sono
svanite nel nulla le responsabilità politiche degli
avvenimenti, era chiaro che da questa storia
spaventosa non sarebbe venuto nulla di giusto,
nemmeno alla fine. Proprio per questo, però, proprio
perché tutto sarebbe comunque finito nel nulla, il
tribunale avrebbe potuto stabilire una verità
giudiziaria, seppur in primo grado, condannando i
responsabili diretti a un congruo numero di anni di
carcere (da non scontarsi, ci mancherebbe) e,
risultato più concreto, ristabilendo un principio
minimo di giustizia. Ovviamente non è stato, ancora
una volta, e le lettere di Manganelli (nomina
sunt...) mi fanno solo ridere. No, mi fanno
schifo, sono un insulto. Che è peggio.
Questa piccola sintesi degli ultimi due mesi palesa
il significato che mi ha spinto a riprendere il
b.site, ovvero che il momento è critico e difficile
e bisogna rendersi utili, bisogna fare qualcosa per
migliorare questa situazione sconcertante e
deprimente. Bisogna essere presenti e bisogna
riportare civiltà e gentilezza là dove sono
scomparse, devastate e annichilite da persone
squallide e profittatrici.
Siccome, però, io non sono capace di riportare la
gentilezza e la civiltà,
fatelo voi, lì fuori. Io, qui dentro,
continuerò a fare quello che so fare:
raccontare qualche storia
e mandare affanculo un
po' di gente qua e là.
Bisogna però ricordarsi sempre certe cose, mentre lo
si fa: cinque giorni fa hanno scoperto un giovane
sole al di fuori del sistema solare, venti volte più
luminoso e fiammeggiante del nostro, e nemmeno
troppo lontano da noi. Basta guardare, i soli ci
sono e noi, ora, siamo qui. |
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